giovedì, maggio 1

and who's wearing trousers here?

Le grandi guerre che Luigi XIV ebbe a sostenere durante il corso del suo regno, nel mentre sfinirono le finanze dello Stato e le risorse del popolo, diedero segreta occasione di arricchire una enorme quantità di quelle sanguisughe sempre a caccia delle calamità pubbliche che provocano invece di attenuare, e ciò per trane maggiori vantaggi. La fine del regno, fin allora sublime, fu forse fra le epoche del potere francese in cui più si videro nascere queste oscure fortune, che brillano solo del lusso e della crapula, dissimulati quanto loro. Fu verso la fine di quel regno, e poco prima che il reggente tentasse, con il famoso tribunale noto sotto il nome di Camera di Giustizia, di far rivomitare il maltolto alla moltitudine di disonesti esattori, che quattro fra essi immaginarono la singolare crapula di cui intendiamo rendere conto.


de Sade _ Les 120 journée de Sodome



Ha detto il revisore, sì, il nome di questo segno è deleatur, lo usiamo quando abbiamo bisogno di sopprimere e cancellare, la parola stessa lo dice, e vale sia per le lettere singole che per parole intere. Mi ricorda un serpente che si fosse pentito al momento di mordersi la coda. Ben detto, dottore, davvero per quanto siamo aggrappati alla vita, perfino una serpe esiterebbe dinanzi all'eternità. Mi faccia il disegno, ma lentamente. È facilissimo, basta prendere il verso, guardando distrattamente si pensa che la mano stia tracciando un terribile cerchio, invece no, noti che non ho chiuso il movimento qui dove l'avevo incominciato, ci sono passato accanto, all'interno, e adesso proseguirò verso il basso fino a tagliare la parte inferiore della curva, infondo sembra proprio la lettera Q maiuscola, niente di più. Che peccato, un disegno che prometteva tanto.

saRaMago (da un passato... lontano lontano lontano...) _ Historia do cerco de Lisboa



Efficace la frase. Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perchè voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere altra parte; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che conosce e a tutto provvede, perchè siete ministro? Vi avranno fatto vedere una, due o tre strade dei quartieri bassi, e ne avrete avuto orrore. Ma non avete visto tutto, i napoletani stessi che vi conducevano non conoscono tutti i quartieri bassi. [...] Sventrare Napoli? Credete che basterà? Vi lusingate che basteranno tre o quattro strade, attraverso i quartieri popolari, per salvarli? Vedrete, vedrete, quando gli studi, per questa santa opera di redenzione, saranno compiuti, quale verità fulgidissima risulterà: bisogna rifare! Voi non potete sicuramente lasciare in piedi le case che sono lesionate dal'umidità, dove al pian terreno vi è il fango e all'ultimo piano si brucia nell'estate e si gela nell'inverno. [...] Voi non potete lasciare in piedi le case nelle cui piccole stanze sono agglomerate mai meno di quattro persone, dove vi sono galline e piccioni, gatti sfiancati e cani lebbrosi; case in cui si cucina in uno stambugio, si mangia nella stanza da letto e si muore nella medesima stanza dove gli altri dormono e mangiano; case in cui i sottoscala, pure abitati da gente umana, rassomigliano agli antichi, ora aboliti, carceri criminali della Vicaria, sotto il livello del suolo. Voi non potete lasciare in piedi certe case dove al primo piano vi è un agenzia di pegni, al secondo si affittano le camere agli studenti, al terzo si fabbricano fuochi artificiali; e certe altre, dove al pian terreno vi è un bigliardo, al primo piano un albergo dove si pagano tre soldi a notte, al secondo una raccolta di poverette, al terzo un deposito di cenci. Voi non potete sicuramente lasciare in piedi i cavalcavia che congiungono le case; né quelle ignobili costruzioni in legno che si sospendono a certe muraglie di case, né quei porticini angusti, né i vicoli ciechi, né quegli angiporti, né quei supportici; voi non potete lasciare in piedi i fondaci!

Per distruggere la corruzione materiale e quella morale, per rifare la salute e la coscienza a questa povera gente, per insegnare loro come si vive - essi sanno morire, come avete visto! - per dir loro che essi sono fratelli nostri, che noi li amiamo efficacemente, che vogliamo salvarli, non basta sventrare Napoli: bisogna quasi tutta rifarla...

maTiLde seRaO (lei sì, che aveva i cogliono sotto sul serio) _ il VeNtrE di NaPoLi



fratemo gianni, che voi comuni mortali conoscerete come "il commissario De Gennaro", prima di levare mano si è fatto due conti, e ha concluso che "dal 5 luglio le potenzialità di smaltimento delle 7.200 tonnellate prodotte giornalmente in Campania saranno inadeguate rispetto al fabbisogno". il che significa (per i non adusi ad ascoltare questo linguaggio tecnico da leccatori di orifizi anali) che entro il 5 luglio saremo nuovamente sommersi dagli avanzi dei nostri polli, dai nostri fondi di caffè e dai nostri assorbenti usati. da oggi al 5 luglio mancano 69 giorni.

le soluzioni sono due: o smettiamo tutti in blocco di mangiare polli, farci i caffè e avere le mestruazioni (ma la vedo molto improbabile perchè a me, il pollo, mi piace assai!); oppure si deve solo pregare i misteri della fede perchè SuperSilvio stenda la sua lunga mano guantata su napoli, e provveda alla bisogna.

MiaMatre, che per più di 40 anni ha votato radicale, l'ultima volta ha messo la crocetta sulla casellina dell'AmicoSuperSilvio. Quando, inorridita, le ho chiesto se voleva del prozac, MiaMatre mi ha risposto qualcosa del tipo: "so quello che faccio! quello l'AmicoSuperSilvio mo viene a levare la monnezza! ". Per adesso, l'AmicoSuperSilvio si è solo pigliato il caffè a VillaLucia, sotto la floridiana, al vomero...

il sito di Repubblica dice "Soltanto 69 giorni per evitare una nuova crisi urbana che potrebbe non risparmiare a Napoli e alla Campania patologie infettive degne di altri secoli." Io spero scenda una di quelle belle epidemie di colera come non se ne vedono da un centinaio di anni.

laFonteDiOgniSapere, definisce il colera come: "malattia infettiva del tratto intestinale, caratterizzata dalla presenza di diarrea profusa e vomito, causata da un batterio Gram-negativo bla bla bla..."

bene: allora io spero fortemente nella scesa di una di quelle epidemie di colera come non se ne vedono da cent'anni, dimodocchè tutta la popolazione di questa regione di merda, me compresa, possa affogare nella sua diarrea profusa.

vabbè... ma alla fine sono cazzi vostri! tanto, io espatrio!

Più tardi, quando si è lontani, ci si accorge che queste strade vi sono care, che questi tetti, queste finestre, queste porte vi mancano, che questi muri vi sono necessari, che questi alberi sono i vostri prediletti, che in queste case si entra effettivamente tutti i giorni, e che si è lascito parte delle proprie viscere, del proprio sangue, e del proprio cuore sui selciati di Parigi.
HuGo _ MiSeraBLes: l' inTesTin du LeViaTHan

mistero della fede, amen.

ascoltando (dal myspace di livio) _ LiviNg in tHe PaSt, tHe cHoColaTe waTch baNd

in foto _ ViLLa LuciA

Nessun commento: