lunedì, luglio 20

BatMan's funeral party


























a volte, per combattere la lega, bisogna farsi in 4... e i caduti vanno adeguatamente commemorati!
onore e gloria ai caduti della resistenza dell'oltrepò padovano!
qui c vuole una grande canzone!
photo .. andrea battan, al secolo "Padova"
multiplied by me
music ..
requiem, portishead

giovedì, luglio 16

da qui

Vivo in un posto dove tutto quello che accade
sembra accadere per caso
Una strada attraversa il paese
Il paese è quella strada
Nessuno ha scelto di vivere qui
Ma c'è qualcosa che ci trattiene
Perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos'altro
.. massimo volume .. da qui ..

prendo la bici e mi avvio alle 3 del pomeriggio, sotto un sole africano, nell'interland.
prendo la via che costeggia i binari, mi tengo rasente al muro, e vado dove mi porta la pendenza della strada. sono 4 km in lieve discesa, l'asfalto è nuovo, nero, morbido. secondo via michelin, in bici, dovrei metterci all'incirca un quarto d'ora.
da qualche parte stanno suonando le campane di una chiesa, ma fa troppo caldo per credere che qualcuno abbia avuto il coraggio barbaro di sposarsi a quest'ora. sarà un funerale...
ho sempre percorso queste strade in macchina.
a piedi non è fattibile. in bici
spero di riuscirci...
l'aria è spessa e pesante, il silenzio tra un rintocco e l'altro è rotto solo dal rumore della mia catena.
ma dove si va da qui?
passo vicino a un gatto morto che si scioglie al sole tra le erbacce a bordo strada. l'odore acre e pungente sembra essersi attaccato su di me e sui muri dei capannoni grigi e vuoti.
per me è la prima volta: la prima volte che smetto di credere alla pianificazione urbanistica della crescita di una piccola periferia industriale...
un deposito con dei muletti parcheggiati fuori, che si arroventano al sole e arruginiscono alla pioggia nella strafottenza universale. una segheria. un meccanico. un concessionario. lavorazione di insegne al neon. un'altro deposito. accanto, sempre la ferrovia. e io che pedalo rasente ai binari, in uno strappo d'ombra che il muretto mi concede.
tra un edificio e l'altro ci sono solo i campi di tabacco. vuoti.
sono solo piccole pezze di terra, e l'occhio non deve spingersi molto lontano: subito ci sono gli altri depositi che ne segnano la fine.
in un campo c'è un contadino vestito da contadino con un cappello da contadino. in mezzo agli stropponi del tabacco, si china su una pompa per l'irrigazione e beve l'acqua scura. rallento, e immagino il groviglio i vermi che si agita nel suo stomaco. passa una macchina, il conducente mi guarda. non riesco a incrociare i suoi occhi attraverso le spesse lenti da sole. poi lui tira dritto.
è stato un attimo, chissà cos'ha pensato...

tu preghi mai?
perchè io, io prego sempre!
cioè, in fin dei conti non è che creda in dio. anzi... credo fermamente che dio non esista.
credo fermamente nell'assenza di un alito divino, in questo piccolo, soleggiato, mondo confuso.
credo fermamente nella mancanza di un programma e di una scopo nell'evoluzione del genere umano e credo fermamente nella casualità della vita di ogni giorno.
ma io prego sempre!
prego affinchè tutto vada bene. prego affinchè, per le persone che se lo meritano, la vita sia meno dura. e che faccia meno male, quando colpisce.
prego affinchè per loro, e un po' anche per me, tutto sia più facile. più dolce.
e che il dolore, se è proprio necessario, sia meno feroce. e meno crudele.
non so se lo si può definire, propriamente, come "pregare"...
è più che altro un buon augurio generale... un eterno incrociare le dita... un enorme, estremo, "in bocca al lupo" generale.
alla fine, tutti sappiamo che el universo se desarrolla como tiene que ser... che l'universo si sviluppa, si srotola, come deve essere...
ma io prego lo stesso, affinchè, per chi se lo merita, per alcune persone, per quelli che meritano ancora, nonostante tutto, di essere salvati, questo srotolarsi sia meno violento, meno brutale, e meno ingarbugliato possibile.



photo: multiply me, chapter 12
live from hawaii
music: massimo volume, dopo che
"Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
Dopo aver progettato viaggi
Dopo averti letto i miei racconti inediti
Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
Dopo averti fatto spazio nel mio letto
Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
per non ucciderti
Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
Dopo averti amato
Avuto conferma di vento a favore
tolgo gli ormeggi
"

sabato, luglio 11





















photo: by yoshi
concept: from LaHaine
in loop: keny arkana
entre ciment et belle etoile

C'est l'histoire d'un homme Questa è la storia di un uomo
qui tombe d'un immeuble de 50 étages. che cade da un palazzo di 50 piani
Au fur et à mesure de sa chute, Man mano che passa da un piano all'altro,
pour se rassurer, il se répète: il tizio, per rassicurarsi, si ripete:
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
Mais l'important, c'est pas la chute. Ma il problema nn è la caduta.
C'est l'atterrissage... E' l'atterraggio...

venerdì, luglio 10

0033

scendo dal treno.
adesso basta.
se non si fosse capito non stò bene.
anzi, come dice marcellus wallas, "mai stata così lontana dallo stare bene!"...
scendo dal treno.
mi sono rotta il cazzo... mi sono rotta il cazzo dell'università, di me, di te, di questo caldo, dei piatti da portare per 4 spiccioli, degli esami da fare perchè i miei fanno i sacrifici per pagarmi gli studi, di non avere mai una lira in tasca, di spendere quei quattro soldi che ho sempre e soltanto per bere e per fumare.
mi sono rotta il cazzo di dare dare dare dare e non ricevere mai nulla...
mi sono rotta il cazzo di questa costante mancanza di equilibrio e di giustizia nel mondo e nella mia vita in particolare. mi sono rotta il cazzo.
mi sono rotta il cazzo di dover sempre star lì a raccattare le briciole delle emozioni o delle persone!
e, sinceramente, mi sono seriamente rotta il cazzo del fatto che mai, nulla, debba essere facile!
scendo dal treno.
sono le 4 di pomeriggio e sono in paesino vuoto e sgarrupato che odora di benzina. fa un caldo della madonna e l'aria stessa mi si incolla addosso!
e non me ne frega assolutamente niente, perchè mi sono rotta il cazzo!
cerco un telefono pubblico, ne trovo uno in un'angolo di una piazza polverosa piena di calcinacci. sembra il giorno dopo il disastro nucleare, solo che ci sono dei vecchietti fuori alla sezione del PD che giocano a briscola.
si girano tutti, e io passo dritta, perchè mi sono rotta il cazzo.
il telefono è giusto giusto sotto l'unico raggio di sole abbagliante che arroventa tutto il paese, credo...
tiro giù la cornetta, è così calda che a contatto con l'orecchio sento la pelle sciogliersi. mi ci aggrappo con tutte le mie forze e butto dentro 50 cent. comincio a battere sui pulsanti roventi.
ci sono stati un posto, ed un momento... un posto ed un momento che sono esistiti un po' di anni fa, ormai... un unico posto ed un unico momento in cui tutto è stato facile e tutto è stato bello e tutto sembrava andare sempre, solo, ed unicamente, per il verso giusto!
mi sono rotta il cazzo di cercare di andare avanti, di convincermi che domani sarà migliore.
perchè la verità è che quando ti trovi un brandello di felicità pura e semplice te la devi tenere stretta con le unghie e con i denti, perchè domani non sarà migliore.
non sarà migliore proprio nulla.
sono finita in un paesino del cazzo della provincia di caserta, aggrappata ad un telefono pubblico arroventato dal sole, con gli occhi di tutta la terza età della piazza appuntati sulla schiena.
voglio tornare in quel posto ed in quel momento.
voglio tornare a quando tutto era bello e tutto era facile.
doroty, nel mago di oz, batte i tacchi e torna a casa.
io batto sui tasti scardati e stringo gli occhi.
voglio piangere.
vorrei tanto piangere... ma piangere non ha mai aiutato, anzi, ha solo creato problemi.
0033...
riprendo la mia vita dal punto esatto in cui la avevo lasciata!
o, almeno, ci provo.

no llores hija mia
yo no perdì las esperansas


non piangere, bimba mia, io non ho perso la speranza




ost: victoria, keny arkana

scusate il momento di abbattimento: domani sarà migliore!!
vi prego, continuate a ripeterlo.

giovedì, luglio 9

i can still remember...





mi sveglio: divano.
era un po', che non dormivo sul divano...
bevo latte e caffè, mi accendo una sigaretta.
era un po', che non mi accendevo una sigaretta a prima mattina...
mi fa un saporaccio in gola. mi bruciano gli occhi. mi sono appena ricordata perchè non fumo più, appena sveglia. la spengo.
mi trascino fino al pc e mi attacco la flebo di internet. tu sei lì. e ci sono anch'io. e siccome, semplicemente, non faccio la differenza tra il bene ed il male, tra il giorno e la notte, tra la felicità e la noia, tra l'indifferenza e la dolcezza, semplicemente, non ti cerco.
apro il lavoro per l'esame, e mentre il processore tisico beccheggia cercando di caricare il file nella maniera più indolore possibile, mi concedo un attimo per ascoltare il galoppare del mio cuore.
fuori dalla finestra brulica un'umanità fernetica e già stanca, che suona i clacson e trascina i cani al guinzaglio. dentro di me si agita qualcosa di ugualmente frenetico che sa un po' di rabbia e un po' di tristezza. un po' di delusione e un po' di dispiacere.
ma è solo un attimo, il bagliore di un raggio di sole riflesso sul parabrezza di una macchina di passaggio che è già andata via...
questo cielo grigio e questa luce sporca gonfiano l'aria di una patina che si attacca ai colori e li rende inconsistenti. e questo è bene. non si distingue poi così bene il verde!
i grandi sogni, i grandi progetti, i grandi viaggi, le grandi attese e le grandi emozioni sono riservati ai grandi uomini. ed alle grandi donne. ai piccoli uomini, ed alle piccole donne, spetta di vagare in giro alla ricerca dell'equilibrio e di una felicità che a volte è un po' incompleta... ma che può essere stupenda comunque.
non ho idea di cosa spetti agli indifferenti.
per me, stamattina, c'è Vincent che mette su Galapagos.
e la sensazione di aver lottato abbastanza per qualcosa in cui ho creduto.
e quella sensazione profonda e crudele di appagamento di cui parla guccini quando dice
capirai che tuo padre ti è uguale,
lo vedrai un po' folle e un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio
la paura e il coraggio di vivere
con il peso che ognuno ha portato
la paura e il coraggio di dire
"io ho sempre tentato"
ost:
smashing pumpkins, galapagos
cit:
guccini, e un giorno...
photo:
me @ roma, con il naso nell fontana dell'ara pacis
"a long long time ago... I can still remembre... how that music used to make me smile..."

lunedì, luglio 6




























rifaccio il letto, liscio le coperte col dorso della mano, e non penso assolutamente a niente.
l'insostenibile leggerezza dell'essere riempie questa stanza e gonfia le lenzuola.
il progetto è finito, il rilievo è completamente impaginato, la giornata è calda, il frigo è pieno, la casa è squisitamente vuota ed io ho i fianchi stanchi.
inforco i miei migliori occhiali da sole ed apro il mio miglior balconcino. faccio entrare il sole ed esco io.
il silenzio e d'oro e il ventilatore sulla pelle nuda anche. risolvo il problema del mio taglio di capelli, che dio mi maledica il giorno in cui l'ho fatto, con le orecchie da gatto di mia sorella.
mi riempio un panino e mi stappo una birra. oggi pomeriggio stamperò il portfolio.
non mi volto a guardare. non mi volto più.
a volte la vita, di lunedì mattina, può essere bella.
a volte la vita, di lunedì mattina, riesce addirittura ad essere facile.

ripiegate le labbra
e tornati al colore di prima
guardo fuori ed è l'alba
come fuggono le ore da qui
e ci dobbiamo salutare
c'è un'altra giornata da preparare

ho visto solo stelle buone sulla tua pelle
se tornerai domani saprò darti quelle perse
e lascerò che tutto sia sospeso
fino a quando non ci rivedremo
cristina donà, stelle buone
photo: premettendo che
di femmine come me, in giro, ce n'è in quantità pressocchè industriali ecco a voi
multiply me, summer edition
sono tornata...

sabato, luglio 4

un po' meno...


un po' meno dura
un po' meno esigente
un po' meno aggressiva
un po' meno celebrale
un po' meno insicura
un po' meno isterica
un po' meno cattiva
un po' meno sboccata
un po' meno "a cumpagn"
un po' meno insistente
un po' meno coivolta
un po' meno me...

un po' meno male, per favore!


stai facendo una cazzata. la stiamo facendo entrambe.
ma siccome, come insegna snoopy, la libertà di un essere umano finisce dove comincia quella di un'altro essere umano... tu hai tutto il diritto di fare una cazzata. ed anche se io insistessi, non servirebbe.
è arrivato un momento, oggi, in cui mi sono resa conto che ormai era inevitabile.
è arrivato il momento di sciogliere i fili, e lasciare che tu vada via.
probabilmente non ti ho mai avuto davvero, ma mi illudevo di tenerti in mano, come un aquilone in alto lontano. convinta che avessi bisogno di me per sentirti ancorato a terra.
così come io ne avevo di te, per sentire il vento.
non avevo capito che, alla fine, non hai mai avuto nè volgia nè bisogno di me... e così, quando è arrivato il vento, ti ha semplicemente strappato via.

mi resta la strana sensazione di incompiuto, ed il ricordo delle tue mani sulla nuca a piazza sant'anna svuotata di tutti i suoi polacchi... la sera della prima.
ed un post, di un4maggio che a pensarci bene è un bel po' di tempo fa, che dice:
"scappare da dentro un portone tenendosi per mano, correre... è quasi avvilente, nella sua disarmante semplicità. perchè opporre resistenza? lascia che sia lieve!
nella stupidità del tutto stamattina sono mio malgrado scesa dal letto, e mi sono accorta che il mondo è colorato da infinite tonalità di verde.
semplicemente, da oggi ne noterò una in più."

entrando in camera per mettermi le scarpe sono inciampata in quel brutto casco blu con adesivo che orbita in giro per il pavimento, oramai da un mesetto. il terzo dito del piede destro è diventato blu.
la vita ha uno suo strano modo ironico di riportarti alla realtà.

photo: notre bar, per caso, grazie a LaPigneri, da flickr
music: - marta sui tubi - vecchi difetti -
per il colore incerto dei tuoi occhi
per le sere in cui mi hai sorriso, baciandomi

- david lunch - ghost of love -
"Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale."


mercoledì, luglio 1





















Non ho mai capito se io fossi il tuo cane fedele e incimurrito, o tu lo fossi per me.
Per gli altri no: eri un insetto miope smarrito nel blabla dell'alta società. Erano ingenui quei furbi, e non sapevano di essere loro il tuo zimbello: di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo radar di pipistrello.
.. montale ..

i martedì sera, fuori a quel buco di merda del pub dell'ebreo, si dicono tante cose... la doppiomaltorossa è un'ottimo lubrificante per i pensieri! LaSorella non mi parla perchè è convinta che le abbia fatto un torto, ed io stamattina mi sono svegliata con il solito strofinaccio in bocca del mercoledì mattina..
LaFamigghia va protetta. il gene della sorella maggiore continua a fare il suo sporco lavoro. passerei con una trebbiatrice su una scuola elementare durante la recita di fine anno, se fosse necessario. prendersi cura di te è un piacere ed un onore.
ma non stà scritto da nessuna parte che debba essere un'obbligo.
o che tutto ti debba essere dovuto.
photo .. by in nomine patri (che poi foss' patemo overament') ..
capua sotterranea, quella in foto è mia madre
music .. blonde redhead .. the dress