venerdì, ottobre 31

aLL aLL aLL aLL aLL aLL sainTs

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stasera fatico.
è la prima volto che lavoro, ad halloween. pare che ci sia sempre il macello, nei locali...
il fatto che non me ne fotta un cazzo di halloween mentre me ne fotte del collegame e che mi servano disperatamente i soldi perchè sono troppo spesso troppo sobria (ed io, su questo, non ironizzerei!)... magari teniamoli da parte, come argomenti, per il momento.
poi, improvvisamente, su uno strumento inutile quanto dannoso qual'è facebook, trovi una cosa come QUESTA... e lì ringrazi iddio di aver importato halloween!



LinesSetaBloody _ copyrights TheJackal
grazie, patetè, per aver inventato RuzzoSimone, le telecamenre, youTube e gli assorbenti con le ali!!
passate una buona serata. se vi interessa, io sono quella con gli occhi bianchi che porta da bere!

ost _ NoHayBanda
grandi rivelazione... ma io non ironizzerei!
ost II la vendetta _ MarilynManson _ this is halloween cover
onta e ignominia su chi non la conosce!

linkz _ quello dei jackal e nel blogroll!

martedì, ottobre 28

hè camerade...

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me lo sentivo che mi mancava qualcosa...
me lo sentivo da anni!!

motivo per cui ho cominciato a spappolarmi il fegato, i polmoni,i neuroni... ma l'insufficienza multiorgano non arriva!
quindi ho deciso di buttarmi a capofitto e (fondamentalmente) anche un po' a cazzo, in semi-eterne relazioni disastrate e tragicomiche, con soggetti di diverso livello di squilibrio mentale, tentando inoltre precarie convivenze in posti improbabili...
ho anche cominciato a studiare architettura, a lavorare nell'ambito del vasto e poliedrico mondo del camerieraggio non qualificato e mal retribuito, a salire e scendere dagli aerei, a litigare a caso con sconosciuti,0 a darmi al vandalismo a danno delle fs...
ultimamente mi ero pure messa ad usare il mascara!

forse la risposta era molto molto molto, ma molto più semplice...
proviamo a vedere se si trattava di questo!


























potrei dilungarmi ore e ore nell'apologia del chiavarsi metallo in faccia per sentirsi meglio...
ma, sinceramente, questa cosa è sempre sembrata 'na strunzata pure a me!!!

A la santè du feu
et de la flamme

venerdì, ottobre 10



























a volte ripenso a parigi, ed è un cazzotto alla bocca dello stomaco.
fa proprio male, e lo fa da qualche parte in basso. e lo fa con una rapidità feroce!
a volte sono semplicemente liquida!
semplicemente e tristemente liquida!
a volte piango ancora, e allora mi alzo da questa sedia, e chiudo la porta. perchè non mi piace quando mi vedi piangere. non sono disperata! non fa nemmeno troppo male...
non ho mai sentito così tanto la necessità di un fiume. di una città con un fiume.
e una panchina... fredda sulla pelle.
un fiume ed una panchina: alla fine era tutto ciò di cui avrei avuto bisogno!
però, adesso, sento solo tanta, tanta voglia di piangere!
è una brutta cosa?
no, alla fine non credo!
ascoltate questa canzone e alzatevi da quella sedia. fatelo. prendetevi un minuto, sù.
alzatevi, alzate in aria la mano sinistra, prendete la sua, con la destra abbracciategli i fianchi.
e ballate, ballate come se fosse lì. io ho provato.
non vergognatevi, alla fine, è solo ballare.






// foto // la prima // reggia di caserta
portone principale, accesso turistico, fotorafato da dentro

semplicemente: no way out!

nous n'avons jamais été ...

Strani ricordi in quella nervosa notte a Las Vegas.
Sono passati cinque anni? Sei? Sembra una vita... quel genere di apice che non tornerà mai più.
San Francisco e la metà degli anni '60 erano un posto speciale e un momento speciale di cui fare parte. Ma nessuna spiegazione, nessuna miscela di parole, musiche, ricordi, poteva toccare la consapevolezza di essere stato là... vivo, in quell'angolo di tempo e di mondo. Qualunque cosa significasse.
C'era follia in ogni direzione, a ogni ora. Potevi sprizzare scintille dovunque. C'era una fantastica, universale sensazione che qualunque cosa facessimo fosse
giusta. Che stessimo vincendo! E quello, credo, era il nostro appiglio... quel senso di inevitabile vittoria sulle forze del vecchio e del male.
Non in senso violento o cattivo: non ne avevamo bisogno!
La nostra energia avrebbe semplicemente prevalso!
Avevamo tutto lo slancio... cavalcavamo la cresta di un'altissima e meravigliosa onda... e ora, meno di cinque anni dopo, potevi andare su una ripida collina di Las Vegas e guardare a ovest...
E con il tipo giusto di occhi, potevi quasi vedere il segno dell'acqua alta...
Quel punto dove l'onda alla fine si è infranta... ed è tornata indietro!

_ Paura e Delirio a Las Vegas _



























foto _ scattata una sera di inizio estate, per mezzo al rione Acquaviva.

è oggettivamente orribile, fuori fuoco, tagliata male, c'è pure il tettuccio della macchina pè sotto... ma sto seriamente pensando di farla stampare, e di appendermela sul letto tipo santino della madonna.
non so perchè, ma ci vedo un certo tipo di poesia! i soggetti scarsamente fotogenici che devastano questa foto sono MoiMeme, LaTunz, Lattore e IlMioAmicoMod.

ascoltando _ James Delleck , Le Reverbere

mercoledì, ottobre 8


















original soundtrack _ Le Peuple De L'Herbe , Judge Not

ciMer Thib

merde!

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avevo un mito, fin da piccola...
a volte, alle2 di notte, ti rendi conti che si tratta di una grandissima sola, e quel mito diventa un perfetto coglione!
mi sento truffata!
in effetti, di david bowie come musicista non me n'è mai fottuto un emerito cazzo...
ma come giocoliere lo stimavo molto!

giovedì, ottobre 2

vorrei poter dire che ho smesso di preoccuparmi.
vorrei poter dire che va tutto bene.
vorrei poter dire che sto bene. o che, almeno, starò bene. prossimamente almeno.
vorrei poter dire che andrò avanti per la mia strada.
vorrei poter dire che ricomincerò da dove ho lasciato e andrò avanti.
vorrei poter dire che credo ancora in me, nelle mie potenzialità, in questo mondo, in te.
vorrei poter dire che tutto si sistemerà.
vorrei poter dire che sarò io, a sistemare tutto.

abulia : [a-bu-lì-a] s.f. (pl. -lìe)
termine medico volto ad indicare il risultato di un insieme di fattori psico-fisici o di stati morbosi che causano una cronica mancanza di volonta che si concretizza, nella pratica, in una completa incapacità di scelta autonoma.
La persona affetta da abulia manifesta incapacità di prendere decisioni, di iniziare o portare a termine un'azione in rapporto a eventi anche banali. L'abulico disperde le sue energie in numerose attività contemporaneamente, ma non riesce a portarne a termine nemmeno una.

sono 24 ore che ascolto la stessa canzone di brel. non so se me l'hai messa sull'mp3 per sbaglio, per sadismo, o per dirmi qualcosa che con le parole non sai esprimere. non sei mai stato di quelli che parlano parlano parlano parlano. tu sei più di quelli che sanno quand'è il momento di cucinarti il tuo piatto preferito.

Ils sont plus de deux mille, et je ne vois qu'eux deux. La pluie les a soudés, semble-t-il l'un à l'autre. Ils sont plus de deux mille, et je ne vois qu'eux deux. Et je les sais qui parlent, il doit lui dire je t'aime, elle doit lui dire je t'aime... Je crois qu'ils sont en train, de ne rien se promettre: ces deux-là sont trop maigres pour être malhonnêtes. Ils sont plus de deux mille, et je ne vois qu'eux deux. Et brusquement il pleure, il pleure à gros bouillons. Tout entourés qu'ils sont d'adipeux en sueur et de bouffeurs d'espoir qui les montrent du nez. Mais ces deux déchirés, superbes de chagrin, abandonnent aux chiens l'exploit de les juger. La vie ne fait pas de cadeau et, nom de Dieu, c'est triste Orly le dimanche. Avec ou sans Bécaud. Et maintenant ils pleurent, je veux dire tous les deux. Tout à l'heure c'était lui, lorsque je disais "il". Tout encastrés qu'ils sont ils n'entendent plus rien que les sanglots de l'autre. Et puis... Et puis, infiniment, comme deux corps qui prient, infiniment lentement, ces deux corps se séparent. Et en se séparant, ces deux corps se déchirent, et je vous jure qu'ils crient! Et puis ils se reprennent redeviennent un seul, redeviennent le feu, et puis se redéchirent. Se tiennent par les yeux et puis en reculant, comme la mer ,se retire, il consomme l'adieu, il bave quelques mots... agite une vague main... Et brusquement il fuit. Fuit sans se retourner, et puis il disparaît bouffé par l'escalier. La vie ne fait pas de cadeau et, nom de Dieu, c'est triste Orly le dimanche. Avec ou sans Bécaud. Et puis il disparaît, bouffé par l'escalier, et elle... elle reste là! Coeur en croix, bouche ouverte. Sans un cri, sans un mot. Elle connaît sa mort: elle vient de la croiser... Voilà qu'elle se retourne et se retourne encore. Ses bras vont jusqu'à terre: ca y est elle a mille ans. La porte est refermée, la voilà sans lumière. Elle tourne sur elle-même et déjà elle sait qu'elle tournera toujours. Elle a perdu des hommes, mais là elle perd l'amour... L'amour le lui a dit, revoilà l'inutile! Elle vivra de projets qui ne feront qu'attendre... La revoilà, fragile, avant que d'être à vendre! Je suis là, je la suis... Je n'ose rien pour elle que la foule grignote, comme un quelconque fruit.
Sono più di duemila ma io vedo solo quei due. Sembra quasi che la pioggia li abbia saldati uno all'altro.
Sono più di duemila ma io vedo solo quei due! E io lo so che parlano, lui deve dirle ti amo, lei deve dirgli ti amo.Credo che stiano cercando, di non promettersi nulla. Quei due sono troppo magri per essere disonesti.
Sono più di duemila, ma io vedo solo quei due!
E bruscamente lui piange, piange a dirotto. Circondati come sono da gente grassa e sudata, da divoratori di speranzache li guardano ammiccando.
Ma questi due esseri straziati, orgogliosi del loro dolore, lasciano ai cani l'impresa di giudicarli.
La vita non fa regali, in nome d’iddio, è triste Orly la domenica! Con o senza Bécaud.
E adesso piangon, intendo dire tutti e due. Poco fa invece era lui, quando dicevo "egli". Così incastrati come sono, non sentono nient’altro che i singhiozzi dell'altro. E poi…
E poi, infinitamente,come due corpi che pregano infinitamente, lentamente, questi due corpi si separano. E separandosi questi due corpi si lacerano, e io vi giuro che gridano! E quindi si riprendono
ridiventano uno solo, ridiventano il fuoco, e quindi si lacerano ancora. Si tengono con gli occhi, e poi indietreggiando come il mare, lui si ritira. Consuma l'addio, gocciola alcune parole, agita la mano ondeggiand. E bruscamente fugge, fugge senza voltarsi! E quindi scompare inghiottito dalle scale.
La vita non fa regali, in nome d’iddio, è triste Orly la domenica! Con o senza Bécaud.
E quindi lui scompareinghiottito dalle scale. E lei… lei resta là, cuore in croce, bocca aperta senza un grido, senza una parola. Adesso conosce la morte: l’ha appena incrociata... Ecco che si volta, e si volta ancora. Le sue braccia cadono a terra: sembra avere mille anni...
La porta si è chiusa,eccola senza luce. Lei gira su stessa, e già sa che girerà per sempre.
Aveva perduto degli uomini, ma adesso ha perso l'amore. L'amore glielo ha detto: ecco, di nuovo inutile!
Ora vivrà di progetti, che non faranno che aspettare. Eccola di nuovo fragile, prima di essere da vendere.
Io sono là, lo sono... E non oso fare nulla per lei, che la folla sta brucando come se fosse un frutto.

La vie ne fait pas de cadeau // Et, nom de Dieu, c'est triste // Orly le dimanche

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spulciando il caro vecchio dizionario della ligua italiana, tiriamo fuori un po' di definizioni.

vittoria : [vit--ria] s.f. (pl. -rie)
Risultato attestante la superiorità ottenuta in una gara, in una competizione, in una sfida. Momento di gioia scaturito dal superamento, con esito positivo, di un confronto.

sconfitta : [scon-fìt-ta] s.f.
Esito negativo di una guerra, di una battaglia; disfatta. Insuccesso, fallimento, grave perdita dovuta al mancato superamento di una prova.

come i due concetti possando andare di pari passo, è fondamentalmente un gran bel mistero.
no, mi correggo: leva il "bel"!

a me, comunque, domande a parte, è successo... sono tornata a casa: a caserta. in italia.
nella stessa italia in cui, il giorno prima di partire, volendo cercare un po' di notizie su internet, giusto per ricontestualizzarmi, mi sono accorta che in un paio di settimane hanno arrestato quache poco di 700 merdi pop dietro casa mia, si sono sparati con i kalashnikov per la strada, e un 7 immigrati a caso sono morti dentro a un vico, e ci stanno 400 o 500 o non so quanti militari e parà e marò e swat che stanno facendo scendere quà giù per rincorrere le macchine ai posti di blocco e sfracellarsi giù dai cavalcavia... e un 2 o 3 poveri fessi a caso sono stati scesi da un buco di culo nel torinese fino a questo buco di culo nel casertano... apposta apposta per andarsi a sfracellare con la macchina... che poi magari quelli ci stavano tanto bene a torino, e non se lo meritavano di sfracellarsi perchè, a differenza di quelle cape di cazzo dei compagni miei, loro la sera, quando pigliavano la macchina, non si bevevano nemmeno un chinotto... e prima di partire le mogli e le fidanzate e le mamme gli avevano detto " 'ne strunz!!! ma mi fai capire che cazzo ci vai a fare laggiù??? ma vattene a bagdad, che almeno ci fai stare un po'più tranquilli!"...

questa è "casa": uelcom-bac ledis end gentleme!!
si dispensa dai fiori. e, vi prego, non fate domande!





















il problema, adesso, stà nel definire il concetto di "casa". perchè in effetti, un po' mi gira il cazzo pensare a qualcosa tipo:

casa mia : [e-che-cazz'] s.f.
luogo dislocato in prossimità dell'equatore, sito tra le cave e l'ex saint gobain, dove la gente si scanna come piecuri 'miezz alla via e allora il governo manda giù sempre più sbirri, così i tizi di cui sopra possono smettere di ammazzarsi a vicenda per concentrarsi nello scannare come piecuri ai guardi.

aggiungendo la beffa al danno, l'altra sera ho rivisto un vecchio film del cazzo. ad un tratto, quella celebrolesa della protagonista diceva che "la casa è il luogo del cuore"...
voglia di uccidere cresceeeente...


in foto _ belleville (il quartiere, non la facoltà)
uno dei tanti posti dove si sarebbe potuti andar a vivere

ost _ jaques brel
orly



post scriptum
ho sognato stanotte. ed ho scoperto che odio sognare. ultimamente sogno sempre cose inutili e angoscianti. tipo sogno di non riuscire più a mettere a fuoco gli oggetti, perchè sto diventando cieca... oppure sogno di essere in una situazione di angoscia e terrore per un pericolo incombente terribile quanto generico, ma di non riuscire a telefonare per chiedere aiuto perchè le mie dita sono molli e non riesco a premere i tasti.
stanotte ho sognato di salire delle scale... di quelle con gli scalini di cementaccio, alte irregolari e grigie, come quelle di casa di Bracciale ai tribunali. salivo salivo salivo e salivo, senza stancarmi, fino ad arrivare ad un tetto a falde alla bretone, stile casetta di tim burton coperto di ardesia piatta e fredda. nonostante l'inclinazione, ci si poteva tranquillamente camminare. dal tetto c'era una vista allucinante. la casa si doveva trovare da qualche parte nei pressi di san martino, ma tipo più in alto...
perchè da quel tetto si vedeva il panorama di san martino, ma l'orizzonte era più lontano, più vasto. sembrava quasi di ESSERE più in alto, in volo radente sopra la terrazza di san martino. nel mio sogno era notte, ma una notte limpida di quelle che riesci a vedere tutto ma tutto ma tutto proprio, anche le luci dei paesini più lontani. e da quel tetto, riuscivo a vedere fino alle cave e i cementifici di san clemente. aguzzando gli occhi, avevo l'impressione di riuscire addirittura a distinguere le luci della stazione di caserta, dietro casa mia. ed è lì che mi ha assalito la sensazione orribile che alla fin fine, fosse tutto lì.
che la mia vita fosse effettivamente contenuta tutta lì: tra napoli, il mare, il porto, piazza mercato... e caserta, con le sue cave e la sua stazione... passando per i paesini spalmati in mezzo, dove vivono cumpagni e cumpagne pendolari.
forse alla fine ha ragione chi dice che il mondo è piccolo.
e che, al destino, alla fin fine, non si possono dare grosse sterzate!

messaggio pubblicitario vaaaaaaagamente subliminale

se vi dovete fà scorticare, andate da questo, che è uno bravo!
ost _ Philippe Katerine, Excuse moi

"Excuse moi j'ai éjaculé dans tes cheveux à un moment inadéquate
je ne croyais pas que ça partirait mais quand tu fais des trucs comme çà
je ne peux pas m'en empêcher pourtant j'essayais de penser à autre chose!"

comunque sì : sono a caserta! non fate domande, se non volete essere pesantemente madati 'affanculo