martedì, ottobre 20








- la città, insisti a chiedere.
- ma la città
dove si vive?
- ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.
.. italo calvino ..

vorrei fotografarti così da vicino da poter cogliere ogni scaglia della tua pelle.
imperfection is a land...
la mancanza di programma e la mancanza di perfezione delle cose è ciò che le rende fantastiche.
la pelle d'oca sembra un cielo stellato, ed io la percorro con le dita. e non dormo. e stò sveglia. custodisco i tuoi larghi occhi chiari che si muovono sotto le palpebre, seguendo il ritmo dei tuoi sogni. li proteggo da questo vento tagliente che ti porta via.
stringimi fino a che non sarà sonno.
stringimi perchè ho paura.
è tornato l'inverno. la mia sciarpa, gli stivali da pioggia. ed ho quasi paura, poichè è notte che sia solo un sogno... troppo dolce e seducente per avere sostanza.

era la libertà... e conteneva tutti gli orizzonti spalancati intorno
sentivo un centro di me. una mandorla chiusa, una vertebra madre che rispondeva all'isola. non era sesso e nemmeno cervello. ma un pezzo di spina dorsale che si muoveva ad onde.
e mi chiedo da solo: non me ne potevo accorgere per conto mio di esserci.
pare di no.
pare che ci vuole un'altra persona che avvisa.
. erri de luca ..

stesa sul passato, oggi ogni cosa è al suo posto. lui ti parla di fiori sbocciati sulle spine di un tempo. crudeli verità spazzate dal vento. dimmi, è un giorno perfetto?
la bellezza di questa giornata è che non tornerà indietro, ma ogni giorno, se lo vuoi, sarà un
giorno perfetto.
.. cristina donà ..


ost .. charlotte sometimes / the cure
photo .. me / path @recale

venerdì, ottobre 9

c'è la neve nei miei ricordi...
c'è sempre la neve!
e mi diventa bianco il cervello
se non la smetto di ricordare
Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama
poiché lasciamo un po' di noi stessi
in ogni luogo ad ogni istante.
E' un dolore sottile e definitivo
come l'ultimo verso di un poema...
Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama.
Si parte come per gioco
prima del viaggio estremo
e in ogni addio seminiamo
un po' della nostra anima.



" becchi poi un bivio e ti dici che la tua vita ha preso una strana curva, una statale bucherellata quasi abbandonata, dove passa solo la gente felice, ogni tanto, su un piccolo camper a diesel o una bicicletta zebrata, gente che corre lenta verso dove la si aspetta. e corrono i rettangoli bianchi sulla carreggiata, e di fianco il mondo passa con una velocità decisamente innaturale, decisamente i colori si fanno più saturi, improvviso come un banco di nebbia, ma lo sguardo si fa più fine, e il panorama è pura evoluzione della specie. la mia proverbiale mancanza senso dell'orientamento si fa profetica, non ero mai passato di qua, eppure so dove andare. mi chiedo se si tratta di specifiche oniriche, mi rispondo vabè, ma se mi svegli ti ammazzo. "
fede forlani

venerdì, settembre 4

la vita fa schifo.
il lavoro non c'è.
i soldi non ci stanno.
le case non si trovano.
le belle persone non si svegliano più la mattina.
eppure c'è gente che trova il coraggio di svegliarsi la mattina, attaccarsi una cravatta in canna, e di andarsi a sposare. c'è gente che nonostante tutto trova il coraggio di imbarcarsi in una cazzo di grande follia collettiva come il matrimonio.
condivisibile o no, trovo che gli faccia onore.
qui ed ora.
ieri s'è sposato un PapaMorto di un bel po' di tempo fa. è una strana sensazione.
non so se dire "auguri" o "onore ad un compagno caduto".
so solo che penso sia un grande esempio di palle. a metà tra positività tipo albero azzurro e follia pura da Levio a funghetti che si vuole buttare dal balcone.
qui ed ora.
io parlo parlo... ma c'è gente che lo fa sul serio!

e allora ci provo anch'io!
questa era esattamente la notizia di cui avevo bisogno stamattina.
voglio che stiamo bene.
di domani me ne frega molto poco, tanto per i grandi problemi della vita e i grandi drammi delle relazioni umane c'è ben poco da fare.
io
voglio solo
vedere
un sorriso
music .. csi , bolormaa
"
splendida bolormaa arresa all'amore, fluida contorta molle resistente,
lascia fluire il dolore, che la felicità è senza limite"

photo .. sui prati a fotografare apine
"quando dimentichi il male che c'è stato

stringi solo i giorni in cui tutto era verde"

sabato, agosto 29

the cage


a volte tendiamo a dare cose-persone-luoghi per scontati...
a volte pensiamo semplicemente di avere tutto il tempo. e invece, improvvisamente, succede qualcosa che ti fa ricordare che non ce l'abbiamo per niente, tutto il cazzo di tempo.
a volte scendi di casa e sei convinto che alla fine nelle prossime 5 o 6 ore la tua vita scorrerà placidamente lungo la stessa direzione a cui stava puntando 5 o 6 ore fa.
e invece, mi dispiace dirlo, ma questo non stà scritto proprio da nessuna parte.
non è scritto da nessuna parte che le persone ci saranno per sempre.
non è scritto da nessuna parte che saranno sempre oneste con te.
non è scritto da nessun parte che ti tratteranno bene.
nè che avranno rispetto dei tuoi tempi.
dei tuoi desideri.
e del tuo dolore.
penso a quest'estate ch'è scivolata molle stanca vuota e inutile tra una birra e l'altra.
penso alla lenta curva discendente che ha preso un po' tutta la mia energia vitale e alla motore immobile di questa mia stanchezza cronica e disillusione mistica... che, alla fine, sono sempre un po' io.
non rileggerò l'ultima frase, mi spaventa!
l'importante è stare insieme
si tende a idealizzare tutto, per sopravvivere a se stessi. la bellezza di un posto. il carattere di una persona. la dolcezza di un amante. il valore di un momento che in realtà non è stato per niente granchè. ma la realtà, a dispetto della nostra fantasia, è onesta ma tiranna: e ci sono momenti in cui realizzi che non si cava vino dalle pietre. e che, alla fine, non te ne frega poi tanto, perchè quel vino non era poi granchè... che il vino buono esiste, e lo si cerca tranquillamente altrove!
"nelle vecchie foto, irene casey è bellissima! non solo perchè è giovane: ha la bellezza di quando hai la faccia liscia e la pelle intorno agli occhi e alla bocca rilassata... la bellezza che ti viene solo quando ami la persona che ti stà scattando quella foto."
chuck palahniuk .. rabbia
il silenzio, in certi momenti, mi spezzava in due.
adesso ho capito.
e sinceramente, come dice neruda, me gustas cuando callas.

di questa inutile estate che è sfrecciata a una velocità folle e si è schiantata il 26 agosto non mi ricordo assolutamente nulla che sia degno di nota. di essere raccontato. di essere immortalato.
ci sono stati treni pieni di carne compressa. odore di sconosciuti e sudore. odore di vacanze che si avviano alla fine senza essere mai davvero inziate. il sole che tramonta in rewind da dietro il bordo della collina dentata dalle pale della centrale eolica. belle e agghiaccianti come astronavi atterrate tra il nostro binario ed il sole. ci vedo tutta l'ansia del futuro che avanza e andrà bene e del prezzo che dobbiamo pagare perchè domani sia appena un po' migliore della giornata di merda che è stata ieri...
le mie parole che cadono del vuoto senza fare troppo rumore, e vengono strappate via dal vento, fuori dal finestrino di questo vagone troppo affollato perchè ci sia posto per quello che ho da dirti stasera. evidentemente c'è un fondo così fondo che non pensavo tu avessi. a pensarci bene fa male in punti che non immaginavo nemmeno di aver scoperto.
di questa inutile estate postatomica mi rimane solo il caldo. e il sole che scende. e la tua faccia girata. e le tue bellissime labbra chiuse come i vagoni della prima classe piombati dall'interno. ed io, che non ho nemmeno più voglia di provare ad entrare!
ma le pale, quelle sono già un ricordo lontano... e l'entusiasmo estatico e la critica sterile e la rabbia cieca e l'indecisione cronica di ogni singola cosa che fai mi rimarranno sulla pelle.
costanti di quest'estate troppo breve. troppo veloce. troppo calda. e troppo arrabbiata. costanti come le pale eoliche.
e le maledette, fottute formiche!

le notti, in tenda, a dispetto degli insetti, della sabbia, e delle temperature africane io dormo benissimo. dormo e sogno come una bimba la notte prima di natale... faccio sogni spessi e pieni di particolari. sogno cose così assurde in posti così normali che più di una volta mi rendo conto di star sognando e più di una volta cambio idea e mi convinco che sia tutto vero.
quando dormo, nei miei sogni, tu non ci sei mai.
soundtrack .. oasis, I hope I think I know
you tell me I'm free then you tie me down / and from my chains I think it's a pity / what did it cost you to wear my crown / you don't like me why don't you admit it / I feel a little down today / I ain't got much to say / you're gonna miss me when I'm not there / and you know I don't care, you know I don't care / as we beg and steal and borrow / life is hit and miss and this / I hope, I think, I know / and if I ever hear the names you call / if I stumble catch me when I fall / cos' baby after all / you'll never forget my name
photo .. caporizzuto
hit the road jack...


lunedì, agosto 24

mai partita




















Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
Finita



e improvvisamente ricomincia a piovere, ci sono 20 gradi, ed esci con la felpa. caserta si riempie di clacson e fumi e puzze e lamenti e persone che fa piacere o meno salutare. la gente su faissbukk si sente in dovere di caricare millemiliardi di foto delle vacanze in una non dichiarata gara a chi se lo tira di più per quanto riguarda il tamarrume dei vestiti che indossavi, degli occhiali che ti tenevi schiattati 'mpronte anche alle 4 di notte, del tamarrume dei locali dove sei andato a ballare, della quantità di birre del discount allineate su infime incerate con le paperelle di infimi appartamentini fittati chissà dove, delle vibrazioni zen dei tramonti fotografati con macchine stratosferiche su spiagge inquinate dai tuoi stessi assorbenti di 3 estati fa...
il birrivendolo di fiducia riapre dopo la chiusura estiva, 'chè per mr stakanov è durata si e no 10 gg. è ora di dar man forte a questo principio di cirrosi epatica!
ed improvvisamente, si è fatto troppo tardi per cominciare a suonare uno strumento ad arco. per star qua a chiedersi che esame dare a settembre, se andare un po' su a roma, o meno...
o per farsi certe domande.

.. photos .. capo rizzuto, by moi meme
.. tramonto dalla freccia del sud, posto corridoi, io amo le pale eoliche
.. scorcio del fuori tenda, a notte fonda, quelle a sx sono le mie!
.. ost .. annarella, cccp


domenica, agosto 9

alcune persone si lasciano dietro una scia traslucida ma indelebile. come la bava delle lumache... la notte piove, e le mattine dopo sono rigate da queste scie bavose e scintillanti.
è 9 agosto, la vigilia della notte di san lorenzo. sono le sette del pomeriggio ed ho fame.
sposto un pacco di cereali molto poco appetibili, di quelli che servono per far cagare.
in fondo allo scaffale c'è quella che sembra una bottiglia di spumante. come cazzo ha fatto a finire lì?
sembra una bottiglia di prosecco, ma il tappo non ha la gabbietta... la tiro fuori.
no, non è "finita lì": c'è stata messa!
ce l'ha messa mia madre: credo nascosta. in un modo o nell'alto accantonata lontano-dagli-occhi-lontano-dal-cuore.
domaine de la charmoise, tourayne camais
vendemmia 2007, in bottiglia numerata n°396
13 gradi, servire freddo

l'ultima bottiglia portata dal FrenchOne nel suo ennesimo, ultimo, viaggetto a scrocco in terra italica. risale a novembre, novembre di quest'inverno.
riempio la vasca: acqua bollente, olio di magnolia, bollicine.
porto il pc in bagno, lo metto sul cesso, sparo il volume al massimo: mezzanine, in loop.
poggio un piattino bianco sul bordo della vasca, e ci metto dentro un paio di candele.
accendo l'incenso al cardamomo, quello in coni con il piccolo bracere di ghisa, quello che mi hai comprato nel marchè dietro casa perchè c'ero rimasta male per la storia della cena e tu avevi deciso di cedere alle bassezze e farti perdonare tramite ragali...
apro la madia e prendo il migliore ballon che ho in casa, quello immenso, di cristallo. una di quelle cose così preziose da non essere mai e poi mai usate, come il corredo, destinato a rimanere sotto qualche crollo post terremoto, o ad essere rotto in qualche trasloco.
stappo con rabbia e precisione, il rumore sordo è lo stesso di ogni sera e di ogni mattina e di ogni sbronza e di ogni cena di natale-pasqua-capodanno-compleanno... ma stavolta ha uno strano tono sacrale da celebrazione di funzione profana... risuona, nella casa vuota, e cade con un tonfo sordo sul fondo di una cavità che è stata scavata a 4 mani e che continuo a cercare di riempire... ma che rimane sempre un po' vuota
mi riempio il bicchiere al di là di quanto il galateo potrebbe accettare.
il colore è rosso intenso, così scuro da essere quasi opaco. sembra virare sul marrone. il calice rimane macchiato, il vino scorre sulle pareti come resina.
è buonissimo!
solo i francesi ti sanno regalare con noncuranza vini così buoni... come se ti stessero offrendo un kleenex o come se ti stessero porgendo l'accendino.
entro nella vasca e mi calo sotto per bagnare i capelli, e far entrare l'acqua bollente fin dentro alle radici. fin dentro al cervello... a lavare via tanti cattivi pensieri tristi.
una sola mano resta fuori, asciutta: un artiglio aggrappato attorno al calice brilla, nella luce dell'unica candela.
alcune cerimonie funebri vanno celebrate con tutti gli accorgimenti del caso...
e quindi brindo alle case vuote.
ai parenti in viaggio.
alle estati passate a caserta aspettando l'attimo cosmico di decisione collettiva che non arriva mai.
brindo ai viaggiatori immobili, all'attimo in cui ho deciso di curarmi di qualcuno che non fossi solo io stessa.
ai soffiatori di bicchieri da vino, a murano... o dovunque essi siano!
ai francesi persi sui pirenei.
e a mia madre... che mi conosce più dei palmi delle sue stesse mani... e che quest'inverno aveva capito che, forse, era il caso di nascondere quella bottiglia. in attesa di un giorno migliore.
forse, in attesa di oggi.
music: Squarepusher, Go Plastic, I Wish You Could Talk
photo: pfe guig, round 1

venerdì, agosto 7

un jour l'Humanité arrivera à inverser l'entropie...

Claudia: pignè perchè alla fine secondo me se la felicità non è organizzabile forse vuol dire che non esiste!
Laura: la felicità è una coperta calda e il singhiozzo,quando è tutto passato
Claudia: solo che come coperta è sempre infeltritanon trovi?
Laura: ma no
esiste solo che la conosciamo sotto una forma che in realtà non esiste
Claudia: no pignè
io credo che se la cerchi sempre vuol dire che non c'è
è basilare
Laura: ci abituano a pensare che sia una casa con bambini e un cane,ma ci sta che sia anche un senzatetto sotto il sottopassaggio delle cure
Claudia: se la cerchi vuol dire che non c'è
la felicità non c'è
ma non è pessimismo
è che se ci pensi bene
tutto quello che si fa per averla è felicità
Laura: e quindi esiste
Claudia: no

mi piaci quando taci, perchè sei come assente,
mi senti da lontano, ma la mia voce non ti tocca.
pare quasi che i tuoi occhi siano volati via
ed è come se un bacio ti chiudesse la bocca.
tutte le cose sono piene della mia anima,
ma tu da loro emergi, colma d'anima mia.
farfalla di sogno, assomiglia all'anima mia
e, a volte, assomigli alla parola malinconia.
mi piaci quando taci, quando sembri distante.
e sembri lamentarti, tubante farfalla.
e mi senti da lontano, ma la mia voce non ti arriva:
lascia che il tuo silenzio sia il mio silenzio stesso.
lascia che il tuo silenzio si riempia del mio parlarti,
lucido, come una fiamma, e semplice come un anello.
tu sei come la notte, silenziosa e stellata.
dalle stelle viene il tuo silenzio: così lontano e semplice.
mi piaci quando taci, perchè sei come assente.
distante e dolorosa, come se fossi morta.
basta allora un sorriso, una sola parola basta.
ed io sono contenta che ciò non sia vero.

ci sono momenti in cui sarebbe stato il caso di dire... fare... decidere cose che poi non sono state dette-fatte-decise. ad ogni azione corrisponde una reazione.
il tempo scorre lungo una linea retta che va da un punto A ad un punto B. la direzione è unica: il tempo non si inverte, indietro non si torna. e forse, e incredibilmente tutto più bello così.
la seconda legge delle termodinamica non è invertibile.
l'entropia, il grado di disordine e di caos prodotto nell'universo dalle azioni umani, non è reversibile.
e nemmeno quello sul pavimento della mia stanza.
l'ultima domanda, io, preferisco annegarla sul fondo del mio calice di vino...


ost ..
agosto, perturbazione
photo .. il senso sferico
cit. .. dal blog della strega del monte ulia e dei suoi piedi, piccoli strappi di grandissima filosofia
neruda, me gustas cuado callas

lunedì, luglio 20

BatMan's funeral party


























a volte, per combattere la lega, bisogna farsi in 4... e i caduti vanno adeguatamente commemorati!
onore e gloria ai caduti della resistenza dell'oltrepò padovano!
qui c vuole una grande canzone!
photo .. andrea battan, al secolo "Padova"
multiplied by me
music ..
requiem, portishead

giovedì, luglio 16

da qui

Vivo in un posto dove tutto quello che accade
sembra accadere per caso
Una strada attraversa il paese
Il paese è quella strada
Nessuno ha scelto di vivere qui
Ma c'è qualcosa che ci trattiene
Perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos'altro
.. massimo volume .. da qui ..

prendo la bici e mi avvio alle 3 del pomeriggio, sotto un sole africano, nell'interland.
prendo la via che costeggia i binari, mi tengo rasente al muro, e vado dove mi porta la pendenza della strada. sono 4 km in lieve discesa, l'asfalto è nuovo, nero, morbido. secondo via michelin, in bici, dovrei metterci all'incirca un quarto d'ora.
da qualche parte stanno suonando le campane di una chiesa, ma fa troppo caldo per credere che qualcuno abbia avuto il coraggio barbaro di sposarsi a quest'ora. sarà un funerale...
ho sempre percorso queste strade in macchina.
a piedi non è fattibile. in bici
spero di riuscirci...
l'aria è spessa e pesante, il silenzio tra un rintocco e l'altro è rotto solo dal rumore della mia catena.
ma dove si va da qui?
passo vicino a un gatto morto che si scioglie al sole tra le erbacce a bordo strada. l'odore acre e pungente sembra essersi attaccato su di me e sui muri dei capannoni grigi e vuoti.
per me è la prima volta: la prima volte che smetto di credere alla pianificazione urbanistica della crescita di una piccola periferia industriale...
un deposito con dei muletti parcheggiati fuori, che si arroventano al sole e arruginiscono alla pioggia nella strafottenza universale. una segheria. un meccanico. un concessionario. lavorazione di insegne al neon. un'altro deposito. accanto, sempre la ferrovia. e io che pedalo rasente ai binari, in uno strappo d'ombra che il muretto mi concede.
tra un edificio e l'altro ci sono solo i campi di tabacco. vuoti.
sono solo piccole pezze di terra, e l'occhio non deve spingersi molto lontano: subito ci sono gli altri depositi che ne segnano la fine.
in un campo c'è un contadino vestito da contadino con un cappello da contadino. in mezzo agli stropponi del tabacco, si china su una pompa per l'irrigazione e beve l'acqua scura. rallento, e immagino il groviglio i vermi che si agita nel suo stomaco. passa una macchina, il conducente mi guarda. non riesco a incrociare i suoi occhi attraverso le spesse lenti da sole. poi lui tira dritto.
è stato un attimo, chissà cos'ha pensato...

tu preghi mai?
perchè io, io prego sempre!
cioè, in fin dei conti non è che creda in dio. anzi... credo fermamente che dio non esista.
credo fermamente nell'assenza di un alito divino, in questo piccolo, soleggiato, mondo confuso.
credo fermamente nella mancanza di un programma e di una scopo nell'evoluzione del genere umano e credo fermamente nella casualità della vita di ogni giorno.
ma io prego sempre!
prego affinchè tutto vada bene. prego affinchè, per le persone che se lo meritano, la vita sia meno dura. e che faccia meno male, quando colpisce.
prego affinchè per loro, e un po' anche per me, tutto sia più facile. più dolce.
e che il dolore, se è proprio necessario, sia meno feroce. e meno crudele.
non so se lo si può definire, propriamente, come "pregare"...
è più che altro un buon augurio generale... un eterno incrociare le dita... un enorme, estremo, "in bocca al lupo" generale.
alla fine, tutti sappiamo che el universo se desarrolla como tiene que ser... che l'universo si sviluppa, si srotola, come deve essere...
ma io prego lo stesso, affinchè, per chi se lo merita, per alcune persone, per quelli che meritano ancora, nonostante tutto, di essere salvati, questo srotolarsi sia meno violento, meno brutale, e meno ingarbugliato possibile.



photo: multiply me, chapter 12
live from hawaii
music: massimo volume, dopo che
"Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
Dopo aver progettato viaggi
Dopo averti letto i miei racconti inediti
Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
Dopo averti fatto spazio nel mio letto
Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
per non ucciderti
Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
Dopo averti amato
Avuto conferma di vento a favore
tolgo gli ormeggi
"

sabato, luglio 11





















photo: by yoshi
concept: from LaHaine
in loop: keny arkana
entre ciment et belle etoile

C'est l'histoire d'un homme Questa è la storia di un uomo
qui tombe d'un immeuble de 50 étages. che cade da un palazzo di 50 piani
Au fur et à mesure de sa chute, Man mano che passa da un piano all'altro,
pour se rassurer, il se répète: il tizio, per rassicurarsi, si ripete:
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
"Jusqu'ici, tout va bien." "Fino a qui tutto bene"
Mais l'important, c'est pas la chute. Ma il problema nn è la caduta.
C'est l'atterrissage... E' l'atterraggio...

venerdì, luglio 10

0033

scendo dal treno.
adesso basta.
se non si fosse capito non stò bene.
anzi, come dice marcellus wallas, "mai stata così lontana dallo stare bene!"...
scendo dal treno.
mi sono rotta il cazzo... mi sono rotta il cazzo dell'università, di me, di te, di questo caldo, dei piatti da portare per 4 spiccioli, degli esami da fare perchè i miei fanno i sacrifici per pagarmi gli studi, di non avere mai una lira in tasca, di spendere quei quattro soldi che ho sempre e soltanto per bere e per fumare.
mi sono rotta il cazzo di dare dare dare dare e non ricevere mai nulla...
mi sono rotta il cazzo di questa costante mancanza di equilibrio e di giustizia nel mondo e nella mia vita in particolare. mi sono rotta il cazzo.
mi sono rotta il cazzo di dover sempre star lì a raccattare le briciole delle emozioni o delle persone!
e, sinceramente, mi sono seriamente rotta il cazzo del fatto che mai, nulla, debba essere facile!
scendo dal treno.
sono le 4 di pomeriggio e sono in paesino vuoto e sgarrupato che odora di benzina. fa un caldo della madonna e l'aria stessa mi si incolla addosso!
e non me ne frega assolutamente niente, perchè mi sono rotta il cazzo!
cerco un telefono pubblico, ne trovo uno in un'angolo di una piazza polverosa piena di calcinacci. sembra il giorno dopo il disastro nucleare, solo che ci sono dei vecchietti fuori alla sezione del PD che giocano a briscola.
si girano tutti, e io passo dritta, perchè mi sono rotta il cazzo.
il telefono è giusto giusto sotto l'unico raggio di sole abbagliante che arroventa tutto il paese, credo...
tiro giù la cornetta, è così calda che a contatto con l'orecchio sento la pelle sciogliersi. mi ci aggrappo con tutte le mie forze e butto dentro 50 cent. comincio a battere sui pulsanti roventi.
ci sono stati un posto, ed un momento... un posto ed un momento che sono esistiti un po' di anni fa, ormai... un unico posto ed un unico momento in cui tutto è stato facile e tutto è stato bello e tutto sembrava andare sempre, solo, ed unicamente, per il verso giusto!
mi sono rotta il cazzo di cercare di andare avanti, di convincermi che domani sarà migliore.
perchè la verità è che quando ti trovi un brandello di felicità pura e semplice te la devi tenere stretta con le unghie e con i denti, perchè domani non sarà migliore.
non sarà migliore proprio nulla.
sono finita in un paesino del cazzo della provincia di caserta, aggrappata ad un telefono pubblico arroventato dal sole, con gli occhi di tutta la terza età della piazza appuntati sulla schiena.
voglio tornare in quel posto ed in quel momento.
voglio tornare a quando tutto era bello e tutto era facile.
doroty, nel mago di oz, batte i tacchi e torna a casa.
io batto sui tasti scardati e stringo gli occhi.
voglio piangere.
vorrei tanto piangere... ma piangere non ha mai aiutato, anzi, ha solo creato problemi.
0033...
riprendo la mia vita dal punto esatto in cui la avevo lasciata!
o, almeno, ci provo.

no llores hija mia
yo no perdì las esperansas


non piangere, bimba mia, io non ho perso la speranza




ost: victoria, keny arkana

scusate il momento di abbattimento: domani sarà migliore!!
vi prego, continuate a ripeterlo.

giovedì, luglio 9

i can still remember...





mi sveglio: divano.
era un po', che non dormivo sul divano...
bevo latte e caffè, mi accendo una sigaretta.
era un po', che non mi accendevo una sigaretta a prima mattina...
mi fa un saporaccio in gola. mi bruciano gli occhi. mi sono appena ricordata perchè non fumo più, appena sveglia. la spengo.
mi trascino fino al pc e mi attacco la flebo di internet. tu sei lì. e ci sono anch'io. e siccome, semplicemente, non faccio la differenza tra il bene ed il male, tra il giorno e la notte, tra la felicità e la noia, tra l'indifferenza e la dolcezza, semplicemente, non ti cerco.
apro il lavoro per l'esame, e mentre il processore tisico beccheggia cercando di caricare il file nella maniera più indolore possibile, mi concedo un attimo per ascoltare il galoppare del mio cuore.
fuori dalla finestra brulica un'umanità fernetica e già stanca, che suona i clacson e trascina i cani al guinzaglio. dentro di me si agita qualcosa di ugualmente frenetico che sa un po' di rabbia e un po' di tristezza. un po' di delusione e un po' di dispiacere.
ma è solo un attimo, il bagliore di un raggio di sole riflesso sul parabrezza di una macchina di passaggio che è già andata via...
questo cielo grigio e questa luce sporca gonfiano l'aria di una patina che si attacca ai colori e li rende inconsistenti. e questo è bene. non si distingue poi così bene il verde!
i grandi sogni, i grandi progetti, i grandi viaggi, le grandi attese e le grandi emozioni sono riservati ai grandi uomini. ed alle grandi donne. ai piccoli uomini, ed alle piccole donne, spetta di vagare in giro alla ricerca dell'equilibrio e di una felicità che a volte è un po' incompleta... ma che può essere stupenda comunque.
non ho idea di cosa spetti agli indifferenti.
per me, stamattina, c'è Vincent che mette su Galapagos.
e la sensazione di aver lottato abbastanza per qualcosa in cui ho creduto.
e quella sensazione profonda e crudele di appagamento di cui parla guccini quando dice
capirai che tuo padre ti è uguale,
lo vedrai un po' folle e un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio
la paura e il coraggio di vivere
con il peso che ognuno ha portato
la paura e il coraggio di dire
"io ho sempre tentato"
ost:
smashing pumpkins, galapagos
cit:
guccini, e un giorno...
photo:
me @ roma, con il naso nell fontana dell'ara pacis
"a long long time ago... I can still remembre... how that music used to make me smile..."

lunedì, luglio 6




























rifaccio il letto, liscio le coperte col dorso della mano, e non penso assolutamente a niente.
l'insostenibile leggerezza dell'essere riempie questa stanza e gonfia le lenzuola.
il progetto è finito, il rilievo è completamente impaginato, la giornata è calda, il frigo è pieno, la casa è squisitamente vuota ed io ho i fianchi stanchi.
inforco i miei migliori occhiali da sole ed apro il mio miglior balconcino. faccio entrare il sole ed esco io.
il silenzio e d'oro e il ventilatore sulla pelle nuda anche. risolvo il problema del mio taglio di capelli, che dio mi maledica il giorno in cui l'ho fatto, con le orecchie da gatto di mia sorella.
mi riempio un panino e mi stappo una birra. oggi pomeriggio stamperò il portfolio.
non mi volto a guardare. non mi volto più.
a volte la vita, di lunedì mattina, può essere bella.
a volte la vita, di lunedì mattina, riesce addirittura ad essere facile.

ripiegate le labbra
e tornati al colore di prima
guardo fuori ed è l'alba
come fuggono le ore da qui
e ci dobbiamo salutare
c'è un'altra giornata da preparare

ho visto solo stelle buone sulla tua pelle
se tornerai domani saprò darti quelle perse
e lascerò che tutto sia sospeso
fino a quando non ci rivedremo
cristina donà, stelle buone
photo: premettendo che
di femmine come me, in giro, ce n'è in quantità pressocchè industriali ecco a voi
multiply me, summer edition
sono tornata...

sabato, luglio 4

un po' meno...


un po' meno dura
un po' meno esigente
un po' meno aggressiva
un po' meno celebrale
un po' meno insicura
un po' meno isterica
un po' meno cattiva
un po' meno sboccata
un po' meno "a cumpagn"
un po' meno insistente
un po' meno coivolta
un po' meno me...

un po' meno male, per favore!


stai facendo una cazzata. la stiamo facendo entrambe.
ma siccome, come insegna snoopy, la libertà di un essere umano finisce dove comincia quella di un'altro essere umano... tu hai tutto il diritto di fare una cazzata. ed anche se io insistessi, non servirebbe.
è arrivato un momento, oggi, in cui mi sono resa conto che ormai era inevitabile.
è arrivato il momento di sciogliere i fili, e lasciare che tu vada via.
probabilmente non ti ho mai avuto davvero, ma mi illudevo di tenerti in mano, come un aquilone in alto lontano. convinta che avessi bisogno di me per sentirti ancorato a terra.
così come io ne avevo di te, per sentire il vento.
non avevo capito che, alla fine, non hai mai avuto nè volgia nè bisogno di me... e così, quando è arrivato il vento, ti ha semplicemente strappato via.

mi resta la strana sensazione di incompiuto, ed il ricordo delle tue mani sulla nuca a piazza sant'anna svuotata di tutti i suoi polacchi... la sera della prima.
ed un post, di un4maggio che a pensarci bene è un bel po' di tempo fa, che dice:
"scappare da dentro un portone tenendosi per mano, correre... è quasi avvilente, nella sua disarmante semplicità. perchè opporre resistenza? lascia che sia lieve!
nella stupidità del tutto stamattina sono mio malgrado scesa dal letto, e mi sono accorta che il mondo è colorato da infinite tonalità di verde.
semplicemente, da oggi ne noterò una in più."

entrando in camera per mettermi le scarpe sono inciampata in quel brutto casco blu con adesivo che orbita in giro per il pavimento, oramai da un mesetto. il terzo dito del piede destro è diventato blu.
la vita ha uno suo strano modo ironico di riportarti alla realtà.

photo: notre bar, per caso, grazie a LaPigneri, da flickr
music: - marta sui tubi - vecchi difetti -
per il colore incerto dei tuoi occhi
per le sere in cui mi hai sorriso, baciandomi

- david lunch - ghost of love -
"Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale."


mercoledì, luglio 1





















Non ho mai capito se io fossi il tuo cane fedele e incimurrito, o tu lo fossi per me.
Per gli altri no: eri un insetto miope smarrito nel blabla dell'alta società. Erano ingenui quei furbi, e non sapevano di essere loro il tuo zimbello: di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo radar di pipistrello.
.. montale ..

i martedì sera, fuori a quel buco di merda del pub dell'ebreo, si dicono tante cose... la doppiomaltorossa è un'ottimo lubrificante per i pensieri! LaSorella non mi parla perchè è convinta che le abbia fatto un torto, ed io stamattina mi sono svegliata con il solito strofinaccio in bocca del mercoledì mattina..
LaFamigghia va protetta. il gene della sorella maggiore continua a fare il suo sporco lavoro. passerei con una trebbiatrice su una scuola elementare durante la recita di fine anno, se fosse necessario. prendersi cura di te è un piacere ed un onore.
ma non stà scritto da nessuna parte che debba essere un'obbligo.
o che tutto ti debba essere dovuto.
photo .. by in nomine patri (che poi foss' patemo overament') ..
capua sotterranea, quella in foto è mia madre
music .. blonde redhead .. the dress

martedì, giugno 30
















in ogni posto sei uno straniero
se non lo senti nelle gambe che appartieni al mondo intero
ed ogni posto è la tua casa
se quel che lasci indietro è poca cosa
se nella tua valigia metti poco il viaggio
sembrerà un po' più leggero
ma la mia valigia non può essere leggera
perchè
dentro c'è la mia vita intera
qualcuno ha detto che la meta si fa viaggiando
ma in questa barca, per questo mare scuro, io so già dove stò andando
tra facce sconosciuto ostili a mendicare un posto in purgatorio
senza sapere se quello che perdo è un po' di meno di quello che trovo
viaggiatore senza meta, la meta si fa viaggiando
ma in questa barca, per questo mare scuro, io so già dove stò andando

.. le core .. la valigia dello straniero ..
" il viaggio da me a me fa il giro del mondo "
photo by me .. mani
weekend senza capo nè coda

sabato, giugno 27

memory remains
















scampagnata sulla scogliera.
quello è l'oceano...
lì, in fondo, dall'altra parte
c'è solo l'america.

music: de andrè... per i tuoi larghi occhi chiari

mercoledì, giugno 24


titolo
: about how to put yourself into shit's situations
sottotitolo: di come togliere gli animali dalle cappe dei camini, e di altre cose buffe

com'era quella storia di tutti i nodi che vengono al pettine?
basta con questi uomini secchi, basta con questi esseri umani incerti, basta con gli occhi che sembrano i vetri colorati delle cattedrali e che, come i vetri colorati, non servono proprio a un cazzo. e basta anche con me, per dio, e con questo continuo chiedere e ricevere e dare e aspettare.
dottore, ho un mal di testa allucinante. sarà stata quella 5a pinta di scotch ale che ho comprato perchè ero triste ma non ho mai sul serio voluto bere. il bianco degli occhi non è più così bianco certe mattine. mi convinco di essere itterica. stò stendendo i piedi. da un certo punto di vista, tanto meglio. viva le donne appucundriate!
la delegazione arrivò a messa senza troppi casini. nessuno ebbe da ridire, nemmeno io.
andare a firenze o non andare a firenze... questo è il problema!
crederci o non credereci... restare o non restare...
ma ne vale la pena?
com'è che era, la storia dei nodi?
dov'è la pigneri, quando c'è bisogno di un po' di musica?


"Tasto le mie piante di neve
Volo sulle tue angosce
Riversano amore sulle mie membra
E s’agitano a farmi morire
Vorrei non mi guardassi rapita
Ma diventassi per un attimo pratica
Non puoi dirmi di fare tesoro
Fai quello che vuoi
Ho bisogno di sentirmi guidato
Dalla tua fantasia di donna che sa
Ritorno ad un tempo ubriaco
Della tua pelle soffice
Quando per un tuo sorriso prezioso ero disposto
A rinunciare alla parte migliore di me
Quando per i tuoi occhi di niente
Mi trascinavo idiota e stanco
Quando per tutta la gente
Ero un solitario
Acrobata santo
Per non averti mai chiesto nulla
Che andasse oltre la tua dimensione
Catastrofica e ridicola insieme
Di ricca fanciulla ragazza perbene
Ora la mia vena è esaurita
Ti giuro non oso parlare
Per farti star male un momento per bene
Per farti capire per riuscire ad amare
Ho chiesto soldi alle mie sicarie
Ho chiesto in ginocchio un mese di tempo
Le mie promesse le ho rispettate ed ancora
Della tua infedeltà sono monastico tempio
Non riuscirei mai continuando
A fingermi ancora mercante di noia
Si vende a peso o a metro quadrato
Nella mia anima è un vero lerciaio
Sono disposto ancora ad una cosa amore
Vecchia giovane vamp
A ritruccare il mito della tua gloria
All’altare nascosto della viltà
Per consolarmi osservando l’immagine
Dei tuoi capelli da capogiro
Delle sacre bibbie del tuo seno
Che troppo spesso ho confuso con Dio."

gesù, ti prego, prenditi saverio e ridacci andrea pazienza!!
music.. donics.. noise session4
photo.. the cage

sabato, giugno 20

a volte ci sono argomenti così abusati che ti senti stupido, a volerci scrivere qualcosa sopra...
ma, soprattutto, ti sembra incredibilmente stupido che una persona che ha avuto (e diciamolo pure senza vergogna) la fortuna di nascere in questo angolo di mondo e in questa piega della continuum spazio-tempo, reputi ancora normale...
e la sera, mollemente affogata nel sedile posteriore della macchina di MioCognato, istupidita dal caldo e dal vino cattivo, guardo la città scorrere lungo i guardrail ammaccato dell'appia, mentre mi riportano a casa.
e penso ad Amira che si è arenata in tunisia perchè era stanca di pagarsi l'affitto di casa ed è tornata a casa di suo padre.
ed il padre le ha detto "ti do quello che vuoi, stai a casa mia, non ti preoccupare".
e poi il padre le ha fatto mettere il velo.
e poi si è fatto dare un attimo il passaporto.
e poi non le ha più restituito i documenti.
e poi le ha trovato uno tanto carino che forse è il caso di conoscere.
e poi le ha detto che è stata in europa, e lì una ragazza che ha studiato in europa non se la vuole pigliare nessuno, e che forse questa è la tua ultima occasione.
e poi, semplicemente, un giorno Amira ha smesso di telefonare, e di scrivere, e di connettersi ad internet.
e mi chiedo come sia possibile che tu, tu che sei qui, te ne stia lì a non dir nulla. e mi chiedo se possa ancora essere vero qui e adesso, ma soprattutto con te, che sei così agguerrita che le zanzare non ti mordono mai perchè prendono fuoco a volarti vicino.
siamo ragazze dure, abbiamo scelto un lavoro e una carriera per cui dovremo farci largo con il taser e calpestare la gente. viviamo in una vasca di squali e, per sopravvivere umanamente e professionalmente, siamo diventate squali anche noi. abbiamo appurato che a essere buone e coccolose t'acchiappi sempre qualcuno che te lo mette a culo, quindi abbiamo plasmato noi stesse per adeguarci ad un'immagine preconfezionata di ragazza stronza e cattiva e agguerrita da cui, ahimè, non riusciamo più a prescindere.
capisco che a volte possa fare piacere di sentirsi, come dire... dominate!
a volte può far piacere trovare una persona forte che ti sappia mettere a posto e che sia capace di arginare la tua follia dilagante. posso capire che a volte possa essere terribilmente appagante e luridamente soddisfacente di trovarsi un uomo forte e maschio e virile e abbuffato di tutti quei clichè tipo uomo delle caverne che dà la botta in testa alla femmina e se la trascina nella grotta...
ma questa, bella mia, è un'altra storia.
perchè, se te lo stai chiedendo, ti rispondo che no, non era questo quello che cercavi
e che no, ci sono passate tutte.
e che no, non è un cazzo normale.
ma, soprattutto, che no... non è stato un episodio, e non passerà.


dedicated to .. la linea di fuga

domenica, giugno 14


come col capo sotto l'ala bianca
dormon le palombelle innamorate
così tu adagi la persona stanca
sotto le coltri molli e ricamate
la testa bionda sul guancial riposa
l'età dei sogni suoi color di rosa
e tra le barbe care al tuo sorriso
una ne passa che ti sfiora il viso
...
passa e ti dice che bruciar le vene
che sanguinare il cor per te mi sento
passa e ti dice che ti voglio bene
che sei la mia dolcezza il mio tormento
bianca tra un limbo di capelli biondi
l'età sorridi ai sogni tuoi giocondi
o non destarti
o fior del paradiso
io vengo in sogno
per baciarti il viso

in casa mia si porta assai il canto lirico. ho uno zio che si paga da vivere facendo il cantante lirico...
tu, intanto, ricorda la serenata di mascagni. io la continuo a sentire sempre quando il caldo "il caldo ha il sapore della morte", come dice fortunato. la sento per farmi venire i brividi.

venerdì, giugno 12

dlin dlon...
avvisiamo i gentili utenti che il consueto flusso depressivo verrà momentaneamente interrotto per condividere un'immagine che tanto tenera e che tanto ci fa sorridere. nonostante questo blog abbia giurato sui sandali di padreppio di non dedicarsi mai e poi mai, nemmeno se ci mette mano il pateterno, alla politica... ebbene non posso negare un certo trasporto per questa foto :







che il buon butù la abbia in gloria.
lei e tutti i poveri illusi che, quella mattina, si sono alzati dal lettino e sono andati a votare.
io aspetto tempi migliori... preferisco rimanere a casa a lavorare per 'stò spaccimma di esame per pigliarmi 'stà spaccimma di laura e scappare altrove.
o, al limite, preferisco rimanere a letto a schiavettare come un riccio, sudando come un visigoto.
perchè la vita è troppo breve per sprecarla a odiare l'elefante.
l'odio non cessa con l'odio, in nessun tempo:
l'odio si placa con l'amore.
- Dhammapada I, 5 -
il bello del buddhismo è che certe volte è commovente, nella sua banalità quasi infantile.
un po' come la foto di cui sopra...

music .. gaber, io non mi sento italiano
uelcòm tu de megic uorld of banaliti


mercoledì, giugno 10

























... e poi ci sono le sere che hai studiato tutto il santo giorno, e che le radio online passano solo canzoni tristi.
le sere che LaSorella e HoneyP se ne stanno sul letto a guardarsi negli occhi attraverso la penombra tagliata dallo schermo del pc, su cui scorrono cartoni animati cortesemente ignorati.
che poi sono le stesse sere in cui nessuno vuole uscire e nessuno vuole bere a parte quelle 2 o 3 persone che forse è meglio non chiamare.
che poi sono le stesse sere in cui c'è la voce di Paolo che bisbiglia sottovoce la Maronn' rè rose.
che non capisci cosa ci sia di fondamentalmente sbagliato in quest'aria così calda e così ferma.
che non ti spieghi perchè a volte ti senti solo così calma e così balorda.
che non ti spieghi perchè non ti ho risposto a telefono, la sera che eri di fronte alla mia porta, ed io non ho voluto aprire.


photo .. the cronicles of meaux

lunedì, giugno 8

niente... e così sia!

mi ritorna in mente cècile roblin che ci presenta il suo ragazzo.
cècile roblin è una chiattona schifosa e odiosa e sciatta e darkissima che non so perchè ha un successo smodato con certi tocchi di giovani che io me li piango la notte. parla con una voce strascicata che rotola via a fatica da quella gola cicciona con all'imboccatura un buco troppo piccolo.
comunque questa sera, dicevo, c'è cècile roblin che ci presenta il suo ragazzo.
lui le carezza le spalle, le sorride, le accende le sigarette, le passa la punta delle dita tra i capelli stratinti...
quando va a prendere da bere le sorrido e dico, compiaciuta, che è carino.
immagino le possa far piacere questa mia solidarietà femminile...
lei cambia espressione e gorgoglia "si è carino, ma non è Lui..."
fredda, dura, ineluttabile, mi guarda fissa in fondo agli occhi per vedere se ho capito. sa quello che stò pensando e con una faccia indulgente e una sguardo che mi buca da parte a parte aggiunge :
"... intendo che non è quello giusto!".
io rimango impietrita.
tento di reggere con dignità il suo sguardo, ma lei legge il mio sbigottimento e mi dice, sorridendo "...però ci posso lavorare!!"


forse è tutto qui l'errore!
forse dovremmo semplicemente smettere di cercare di trasformare chi abbiamo vicino in persone migliori. forse dovremmo scegliere direttamente delle persone migliori !
a volte non ci si stanca mai di essere feriti...
ed innamorarmi come un'adolescente sempre e solo di perfetti coglioni è una mia prerogativa. più o meno quando la mia logorrea cronica e la mia capacità di reggere l'alcool come un minatore.

ho i postumi di una sbornia feroce, una cartella sul desktop con il tuo nome scritto sopra e un tuo adesivo sull'agenda. non pensavo che persone che passano così rapide nella tua vita potessero lasciare tanti segni.
ho i postumi di una sbornia feroce e tanti amici che mi battono le mani sulle spalle, mi riempiono il bicchiere e mi ripetono quanto fai schifo come essere umano.
dio... non pensavo che quando le persone passano così rapide nella tua vita potesse fare lo stesso così male!!!

mi rimetto a studiare. riprendo in mano la mia vita da dove l'avevo (volutamente) lasciata andare. tiro fuori il coltello dal fodero, e torno a metterlo tra i denti!
per un momento avevo provato a scoprire la polpa morbida, a offrire il fianco alla lama e, solo per un fottuto attimo, non ho avuto vergogna di mostrarmi debole e spaventata. ed ho sbagliato!

ha ragione l'UomoFocaccina: io sono quella cattiva!
e forse è questa, la vera me... la vera me che si fa ferire con squallida semplicità e devastante frequenza. la vera me che prima adora e poi, non riuscendo a mandare giù la tristezza, odia!
la vera me che forse ha bisogno di questa tristezza e di questo dolore. per sentirsi viva, per sentire che c'è qualcosa che batte ancora.
perchè solo raccogliendo i miei pezzi riesco a rendermi conto di quanto posso essere complessa e articolata, dall'alto del mio metro e 58.

il mondo mi vuole tesa, determinata, aggressiva, arrabbiata... e allora bene: e così che mi avrà!
non sono così stonata e così confusa come può sembrare... non sono così inconcludente e inutilmente alcolizzata e futilmente tossica come hai la presunzione di aver capito. non sai chi sono, non mi conosci, non mi vuoi conoscere, non mi vuoi dare tempo.
oggettivamente, fratello, è un problema tuo!
ho 23 anni e ho due palle sotto che ci puoi aprire le noci!
ho 23 anni e ho vissuto pieghe dei rapporti umani di cui tu hai solo sentito l'odore.
ho 23 anni e ho visto molto più mondo di te e, anche se alla fine non ho capito proprio un cazzo della vita, almeno ho imparato a non spaventarmi.
e a non avvilirmi.

ed ho imparato che rimanere soli non è la soluzione ad un beneamato cazzo!

la cosa più stupida, sai, è che quando finisce la tristezza rimane solo la rabbia.
e magari non ci saremmo sconvolti l'esistenza a vicenda, ma avremmo potuto fare tanto.
ma tu mi hai sfiorata di striscio e hai scelto l'oblio.
e così sia.

" I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo:
nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle, rimane sempre una cicatrice."
Francois La Rochefoucauld


music _ joy division .. trasmission
to MioCugginoMioCuggino & to Marcello
perchè avete ragione: forse siamo destinati a essere sempre un po' soli
guccini .. lettera

"le tv sono un rombo di tuono
per l'indifferenza scostante dei gatti"

photo
_ moi dans l'eau
riflessa nelle pozzanghere sporche della zona industriale

nelle mie brutte scarpe sfondate, di cui vado tanto maledettamente fiera!

domenica, giugno 7


.
per i tuoi occhi troppo chiusi e troppo verdi per la mia visione RGB del mondo.
e per la tua valvola mitrale difettosa che perde un colpo.
e forse, quello che non batte, è proprio il mio...
.

sabato, giugno 6


ciao
ho preso qualche kg, ho tagliato i capelli, ho comprato delle scarpe. ho dato analisi 2, e anche statica, finalmente. ho deciso di non suonare mai più il piano. ho deciso di non votare per le europee. ho lasciato restringere l'espansione fino a 0,8. ho comprato un biglietto per san sebastian e poi non sono partita. ho trovato un nuovo lavoro. ho incontrato gente. ho realizzato maschere di cartapesta per l'onda. ho marciato su roma il 14 novembre. ho scoperto il martell. ho smesso con certa roba. ho dormito con mia sorella. ho staccato alcune le foto dalle pareti. ho dato la festa più bella della mia vita. l'ho aspettato, per ore, alla stazione. ho imparato a giocare a briscola. ho mangiato piccione. ho fatto un'elefante per le nuvole. ho ricominciato a comprare le sigarette. ho portato mia sorella piccola al suo primo concerto al palapartenope. ho disfatto le valigie. e non le ho mai più rifatte.
ho conosciuto una persona. ho dimenticato come si parla. ho avuto paura di dire troppo o troppo poco. ho cercato una risposta. ho cercato un segno. ti ho guardato scendere le scale passo dopo passo, nelle tue scarpe troppo grandi. ti ho visto darmi le spalle e andar via senza girarti più indietro a guardami. forse ho cercato quello che non c'è mai stato. ho voluto troppo e non ho stretto nulla. ho creduto che vicino a te il caldo, per un attimo, avesse smesso di strangolarmi. e anche questa tristezza rampicante, che da un po' di tempo ho, avesse allentato la stretta.



la cosa bella di non avere più 16 anni, è che sai perfettamente ciò che vuoi.
la cosa brutta e che, a quel punto, cominci a pretenderlo.

in un mondo ideale, in un mondo migliore, in un mondo più semplice... tutta questa storia balorda ha un finale diverso: il mio finale...
orwell sarebbe fiero di me: tendo continuamente a riscrivere la storia a mio gusto. trovo finali migliori. mi immagino una situazione parallela in cui, alla fine, i treni che portano via le persone partono sempre in ritardo, e i bambini nascono sempre, la pioggia cade solo quando serve, e le persone che sarebbero state bene insieme non si lasciano.
nel mio finale, tu metti la mano sulla maniglia del portone e ti blocchi. parte di sottofondo, qualcosa tipo friend of the night dei mogwai, che ci stà sempre bene un po' di piano, nelle scene madri. nel mio finale rimani un po' con la mano sulla maniglia del portone a fissare qualcosa di inutile, come tuo solito. tipo le cassette della posta. poi mastichi un'imprecazione, levi la mano sulla maniglia e torni indietro, su per le scale.
e io ti apro la porta e faccio una faccia vagamente intelligente e rimaniamo un po' a fissarci, impalati nella penombra da condominio postatomico. e nessuno ha qualcosa di appropriato e brillante da dire.
e funziona tutto terribilmente bene così!
..photo..
e-motion picture a la carrière, photo by me
.. music ..
mogwai .. frined of the night
breil .. la chanson des vieux amants
perchè mi dispiace, la canzone è un po eccessiva,
ma certe parole mi sembrano più vere in francese!
" mille fois tu pris ton bagage / mille fois je pris mon envol
et chaque meuble se souvient / des éclats des tempêtes
plus rien ne ressemblait à rien/ tu avais perdu le goût de l’eau / et moi celui de la conquête
"

" mille volte hai preso i tuoi bagagli / mille volte io me ne andai via.
ed ogni mobile ricorda / i lampi dei contrasti
non c’era più una cosa giusta / avevi perso il tuo calore / ed io la febbre di conquista.