venerdì, luglio 10

0033

scendo dal treno.
adesso basta.
se non si fosse capito non stò bene.
anzi, come dice marcellus wallas, "mai stata così lontana dallo stare bene!"...
scendo dal treno.
mi sono rotta il cazzo... mi sono rotta il cazzo dell'università, di me, di te, di questo caldo, dei piatti da portare per 4 spiccioli, degli esami da fare perchè i miei fanno i sacrifici per pagarmi gli studi, di non avere mai una lira in tasca, di spendere quei quattro soldi che ho sempre e soltanto per bere e per fumare.
mi sono rotta il cazzo di dare dare dare dare e non ricevere mai nulla...
mi sono rotta il cazzo di questa costante mancanza di equilibrio e di giustizia nel mondo e nella mia vita in particolare. mi sono rotta il cazzo.
mi sono rotta il cazzo di dover sempre star lì a raccattare le briciole delle emozioni o delle persone!
e, sinceramente, mi sono seriamente rotta il cazzo del fatto che mai, nulla, debba essere facile!
scendo dal treno.
sono le 4 di pomeriggio e sono in paesino vuoto e sgarrupato che odora di benzina. fa un caldo della madonna e l'aria stessa mi si incolla addosso!
e non me ne frega assolutamente niente, perchè mi sono rotta il cazzo!
cerco un telefono pubblico, ne trovo uno in un'angolo di una piazza polverosa piena di calcinacci. sembra il giorno dopo il disastro nucleare, solo che ci sono dei vecchietti fuori alla sezione del PD che giocano a briscola.
si girano tutti, e io passo dritta, perchè mi sono rotta il cazzo.
il telefono è giusto giusto sotto l'unico raggio di sole abbagliante che arroventa tutto il paese, credo...
tiro giù la cornetta, è così calda che a contatto con l'orecchio sento la pelle sciogliersi. mi ci aggrappo con tutte le mie forze e butto dentro 50 cent. comincio a battere sui pulsanti roventi.
ci sono stati un posto, ed un momento... un posto ed un momento che sono esistiti un po' di anni fa, ormai... un unico posto ed un unico momento in cui tutto è stato facile e tutto è stato bello e tutto sembrava andare sempre, solo, ed unicamente, per il verso giusto!
mi sono rotta il cazzo di cercare di andare avanti, di convincermi che domani sarà migliore.
perchè la verità è che quando ti trovi un brandello di felicità pura e semplice te la devi tenere stretta con le unghie e con i denti, perchè domani non sarà migliore.
non sarà migliore proprio nulla.
sono finita in un paesino del cazzo della provincia di caserta, aggrappata ad un telefono pubblico arroventato dal sole, con gli occhi di tutta la terza età della piazza appuntati sulla schiena.
voglio tornare in quel posto ed in quel momento.
voglio tornare a quando tutto era bello e tutto era facile.
doroty, nel mago di oz, batte i tacchi e torna a casa.
io batto sui tasti scardati e stringo gli occhi.
voglio piangere.
vorrei tanto piangere... ma piangere non ha mai aiutato, anzi, ha solo creato problemi.
0033...
riprendo la mia vita dal punto esatto in cui la avevo lasciata!
o, almeno, ci provo.

no llores hija mia
yo no perdì las esperansas


non piangere, bimba mia, io non ho perso la speranza




ost: victoria, keny arkana

scusate il momento di abbattimento: domani sarà migliore!!
vi prego, continuate a ripeterlo.

2 commenti:

lapigneri ha detto...

et tout irà bien la.

La CuGiNa ha detto...

ah, si?!
ma "la" dove??