Vivo in un posto dove tutto quello che accade
sembra accadere per caso
Una strada attraversa il paese
Il paese è quella strada
Nessuno ha scelto di vivere qui
Ma c'è qualcosa che ci trattiene
Perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos'altro
.. massimo volume .. da qui ..
prendo la bici e mi avvio alle 3 del pomeriggio, sotto un sole africano, nell'interland.
prendo la via che costeggia i binari, mi tengo rasente al muro, e vado dove mi porta la pendenza della strada. sono 4 km in lieve discesa, l'asfalto è nuovo, nero, morbido. secondo via michelin, in bici, dovrei metterci all'incirca un quarto d'ora.
da qualche parte stanno suonando le campane di una chiesa, ma fa troppo caldo per credere che qualcuno abbia avuto il coraggio barbaro di sposarsi a quest'ora. sarà un funerale...
ho sempre percorso queste strade in macchina.
a piedi non è fattibile. in bici spero di riuscirci...
l'aria è spessa e pesante, il silenzio tra un rintocco e l'altro è rotto solo dal rumore della mia catena.
ma dove si va da qui?
passo vicino a un gatto morto che si scioglie al sole tra le erbacce a bordo strada. l'odore acre e pungente sembra essersi attaccato su di me e sui muri dei capannoni grigi e vuoti.
per me è la prima volta: la prima volte che smetto di credere alla pianificazione urbanistica della crescita di una piccola periferia industriale...
un deposito con dei muletti parcheggiati fuori, che si arroventano al sole e arruginiscono alla pioggia nella strafottenza universale. una segheria. un meccanico. un concessionario. lavorazione di insegne al neon. un'altro deposito. accanto, sempre la ferrovia. e io che pedalo rasente ai binari, in uno strappo d'ombra che il muretto mi concede.
tra un edificio e l'altro ci sono solo i campi di tabacco. vuoti.
sono solo piccole pezze di terra, e l'occhio non deve spingersi molto lontano: subito ci sono gli altri depositi che ne segnano la fine.
in un campo c'è un contadino vestito da contadino con un cappello da contadino. in mezzo agli stropponi del tabacco, si china su una pompa per l'irrigazione e beve l'acqua scura. rallento, e immagino il groviglio i vermi che si agita nel suo stomaco. passa una macchina, il conducente mi guarda. non riesco a incrociare i suoi occhi attraverso le spesse lenti da sole. poi lui tira dritto.
è stato un attimo, chissà cos'ha pensato...
tu preghi mai?
perchè io, io prego sempre!
cioè, in fin dei conti non è che creda in dio. anzi... credo fermamente che dio non esista.
credo fermamente nell'assenza di un alito divino, in questo piccolo, soleggiato, mondo confuso.
credo fermamente nella mancanza di un programma e di una scopo nell'evoluzione del genere umano e credo fermamente nella casualità della vita di ogni giorno.
ma io prego sempre!
prego affinchè tutto vada bene. prego affinchè, per le persone che se lo meritano, la vita sia meno dura. e che faccia meno male, quando colpisce.
prego affinchè per loro, e un po' anche per me, tutto sia più facile. più dolce.
e che il dolore, se è proprio necessario, sia meno feroce. e meno crudele.
non so se lo si può definire, propriamente, come "pregare"...
è più che altro un buon augurio generale... un eterno incrociare le dita... un enorme, estremo, "in bocca al lupo" generale.
alla fine, tutti sappiamo che el universo se desarrolla como tiene que ser... che l'universo si sviluppa, si srotola, come deve essere...
ma io prego lo stesso, affinchè, per chi se lo merita, per alcune persone, per quelli che meritano ancora, nonostante tutto, di essere salvati, questo srotolarsi sia meno violento, meno brutale, e meno ingarbugliato possibile.
sembra accadere per caso
Una strada attraversa il paese
Il paese è quella strada
Nessuno ha scelto di vivere qui
Ma c'è qualcosa che ci trattiene
Perchè anche se non c'è amore
a volte
a volte c'è qualcos'altro
.. massimo volume .. da qui ..
prendo la bici e mi avvio alle 3 del pomeriggio, sotto un sole africano, nell'interland.
prendo la via che costeggia i binari, mi tengo rasente al muro, e vado dove mi porta la pendenza della strada. sono 4 km in lieve discesa, l'asfalto è nuovo, nero, morbido. secondo via michelin, in bici, dovrei metterci all'incirca un quarto d'ora.
da qualche parte stanno suonando le campane di una chiesa, ma fa troppo caldo per credere che qualcuno abbia avuto il coraggio barbaro di sposarsi a quest'ora. sarà un funerale...
ho sempre percorso queste strade in macchina.
a piedi non è fattibile. in bici spero di riuscirci...
l'aria è spessa e pesante, il silenzio tra un rintocco e l'altro è rotto solo dal rumore della mia catena.
ma dove si va da qui?
passo vicino a un gatto morto che si scioglie al sole tra le erbacce a bordo strada. l'odore acre e pungente sembra essersi attaccato su di me e sui muri dei capannoni grigi e vuoti.
per me è la prima volta: la prima volte che smetto di credere alla pianificazione urbanistica della crescita di una piccola periferia industriale...
un deposito con dei muletti parcheggiati fuori, che si arroventano al sole e arruginiscono alla pioggia nella strafottenza universale. una segheria. un meccanico. un concessionario. lavorazione di insegne al neon. un'altro deposito. accanto, sempre la ferrovia. e io che pedalo rasente ai binari, in uno strappo d'ombra che il muretto mi concede.
tra un edificio e l'altro ci sono solo i campi di tabacco. vuoti.
sono solo piccole pezze di terra, e l'occhio non deve spingersi molto lontano: subito ci sono gli altri depositi che ne segnano la fine.
in un campo c'è un contadino vestito da contadino con un cappello da contadino. in mezzo agli stropponi del tabacco, si china su una pompa per l'irrigazione e beve l'acqua scura. rallento, e immagino il groviglio i vermi che si agita nel suo stomaco. passa una macchina, il conducente mi guarda. non riesco a incrociare i suoi occhi attraverso le spesse lenti da sole. poi lui tira dritto.
è stato un attimo, chissà cos'ha pensato...
tu preghi mai?
perchè io, io prego sempre!
cioè, in fin dei conti non è che creda in dio. anzi... credo fermamente che dio non esista.
credo fermamente nell'assenza di un alito divino, in questo piccolo, soleggiato, mondo confuso.
credo fermamente nella mancanza di un programma e di una scopo nell'evoluzione del genere umano e credo fermamente nella casualità della vita di ogni giorno.
ma io prego sempre!
prego affinchè tutto vada bene. prego affinchè, per le persone che se lo meritano, la vita sia meno dura. e che faccia meno male, quando colpisce.
prego affinchè per loro, e un po' anche per me, tutto sia più facile. più dolce.
e che il dolore, se è proprio necessario, sia meno feroce. e meno crudele.
non so se lo si può definire, propriamente, come "pregare"...
è più che altro un buon augurio generale... un eterno incrociare le dita... un enorme, estremo, "in bocca al lupo" generale.
alla fine, tutti sappiamo che el universo se desarrolla como tiene que ser... che l'universo si sviluppa, si srotola, come deve essere...
ma io prego lo stesso, affinchè, per chi se lo merita, per alcune persone, per quelli che meritano ancora, nonostante tutto, di essere salvati, questo srotolarsi sia meno violento, meno brutale, e meno ingarbugliato possibile.
photo: multiply me, chapter 12
live from hawaii
music: massimo volume, dopo che
"Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
Dopo aver progettato viaggi
Dopo averti letto i miei racconti inediti
Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
Dopo averti fatto spazio nel mio letto
Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
per non ucciderti
Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
Dopo averti amato
Avuto conferma di vento a favore
tolgo gli ormeggi"
live from hawaii
music: massimo volume, dopo che
"Dopo essermi illuso che alla fine mi avresti amato
Dopo aver progettato viaggi
Dopo averti letto i miei racconti inediti
Dopo averne accettato le tue critiche arbitrarie
Dopo averti fatto spazio nel mio letto
Dopo averti fatto spazio nelle mie vene
Dopo averti risparmiato quando ero già pronto ad ucciderti
Dopo aver preso a morsi i mobili della mia stanza
per non ucciderti
Dopo aver visto morire inosservate le mie battute migliori
Dopo averti amato
Avuto conferma di vento a favore
tolgo gli ormeggi"
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