martedì, aprile 8

camera con vista tribunali



indipendentemente da quanto lontana tu vada, o da quanto veloce tu corra altrove, il senso di colpa ti raggiunge sempre! ti si mette fuori casa, sullo zerbino, e ti aspetta.
quando esci lo trovi lì. lui non dice una parola, si alza e ti segue dietro dietro tutto il giorno.
non c'entra la capacità o meno di ignorare i piccoli segnali... il vero problema è che i piccoli segnali non riescono in nessuna maniera ad ignorare te!

ho perso un film...
ho ritrovato, nell'ordine, per puro caso: il biglietto del cinema (perché mai me lo ero conservato?) della prima volta che lo andai a vedere al duel... il cd appezzottato della colonna sonora... uno straccio di leggoNapoli con la recensione che mi piaceva tanto... la locandina fregata di stramacchio quel fine settimana, a bologna... la custodia del dvd.... ma il dvd... quello proprio non riesco a trovarlo in nessuna maniera!
ho perso una persona, da qualche parte, durante la serata...
ho ritrovato, nell'ordine, e per puro caso: le sue foto... la sua migliore amica... i suoi disegni.. le sue lettere... le carte dei suoi regali e, guarda caso, anche i suoi regali... i biglietti dei fine settimana passati insieme... il suo lavoro e il suo odore... una ciocca di capelli e delle ridicole mutande scolorite (triste feticcio di antiche notti di passione consumate a 200°sotto zero!).
ma lui no: lui non riesco a trovarlo in nessuna maniera!

dove sei? nuotiamo nella stessa fishbowl... da un po'ormai...
è storia di isolati, di vicoli larghi 2 o 3 metri massimo che si seguono e si incastrano... possibile non incontrarci mai?
che strade prendi, quando strisci in silenzio lungo le mura di questa città a cui, fondamentalmente, tu non interessi?

ho da giorni la sensazione che prima o poi girerò l'angolo e ti troverò lì, da qualche parte. o che magari, come nei film, sarai tu che mi verrai a sbattere addosso, sempre per caso. grande colpo in pieno petto. fogli che volano ovunque: i miei schizzi, i tuoi fumetti. tutto giù, nel fango di napoli che non ha capito che è primavera, e continua a far piovere.
alzeremo gli occhi e ci guarderemo in faccia.
e il tempo ci vedrà cambiati, e noi avremo visto cambiare il tempo. abbastanza da guardarci dritti negli occhi, e non vederci.
e ci fisseremo per un lungo momento interrogativo, e non ci riconosceremo. ci chiederemo scusa, e raccatteremo i nostri fogli sparsi, chinati a terra. dandoci le spalle, un po' imbarazzati.
forse ci guarderemo ancora un volta, masticando un'ultima scusa, o un ultimo insulto. dopodiché la città ci assorbirà di nuovo, ed i nostri disegni con noi.
passeremo un po' di tempo a domandarci il perché questa strana sensazione di dejavù che ti bussa sul fondo degli occhi.
e poi smetteremo di chiedercelo. e sarà un'altra volta napoli, e la sua stupida primavera rallentata. e sarà come se non fosse passato il tempo. e sarà come se non fosse mai successo nulla!


andando al porto, oggi, ho attraversato un corteo di manifestati, intenti a protestare contro qualcosa di genericamente insoddisfacente. per un attimo ho visto una lama di viso, guizzare tra le bandiere bianche, mosse dal vento e dalla volontà tisica di un qualche disoccupato stagionato.
è stato un attimo, prima che le bandiere si richiudessero, come lame di cesoie, a oscurare quel taglio di viso.
mi era sembrato di riconoscerti.
forse era solo la scia di un pallore lontano.

Capiva? Capiva dunque? Tutti sono privilegiati! Non ci sono che privilegiati! Anche gli altri saranno condannati un giorno. Anche lui sarà condannato.

leggendo_
L'EtranGer, CaMus

adesso capisco...

ascoltanto_
NuoVa ComPaGNia Di caNTo popOLAre, TammUrrIaTa NeRa
VuLessE addEveNtAre BriGantE
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"



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