domenica, ottobre 28


io non amo
le margherite
delle spose
biancovestite

PecoraNera, GattoBianco, RoseRosse, GiornataGrigia...
TèFreddo alla MelaVerde, CaneBastardo con PeloSporco, VentreMolle di una CittàMarcia...

dignità.
parametro base: dignità. conservarlo è un ordine perentorio.
perderlo è la cosa più facile del mondo. almeno per me, è sempre stato facile.
tendo a svendere la mia dignità come calzini al mercato.
per un sorriso. o un bel ricordo. o per l'illusione.
quella di avere un posto dove andare, una strada da seguire, qualcuno che ti aspetta alla stazione...
ma le illusioni hanno, per definizione, la simpatica abitudine di essere composte prevalemente 80% circa da cazzate assolute, e per il resto da autoconvincimeto (10%), testarda forza di volontà (5%), e per il resto (4% di) rigurgiti infantili e verità (1%).

siamo un popolo di sognatori incalliti.
"Sissignore, i peccati si scontano...
Ma quando si finisce di pagare?"
Filumena Marturano dixit
microparticelle di cultura popolare, spiccia, violenta e semiautomatica

sottofondo sottotono: MoGwAi _ Travel Is Dangerous
ironia dei titoli

nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio
la paura e il coraggio di vivere, con il peso che ognuno ha portato:
la paura e il coraggio di dire "io ho sempre tentato"

e questo, con la canzone, non c'entra veramente un cazzo!

sabato, ottobre 27


mi sono cordialmente rotta i coglioni!
ed è inutile discutere oltre ...
tanto ormai ho capito perfettamente.


siamo qui per un sogno?
no, signori cari!
siamo qui per sfinimento.



semplicemente, lascia perdere!






ez£kiel _ NaKeD
il culto dell'inutile e la religione del frustrante.
ma "non spalancare le tue labbra ad un ingorgo di parole"
in foto _ NaPoLi, PeNdInO SaNtA BaRbArA
strade come rifugi
passaggi fatti mille volte con mille persone diverse
poi un giorno ti ci ritrovi da sola, e ti rendi conto che hanno un senso anche cosi

venerdì, ottobre 26

niente più maree nè baite.

ma ci siamo noi!
noi siamo rimasti!
forse ci stiamo riuscendo davvero... forse...
ma di solito è qui che mi fotto sempre.
ai giochi della gioventù (prima e ultima esperienza sportiva agonistica di tutta la mia vita... ma esistono ancora?!) mi fecero correre i 400 metri.
sono riuscita a tirare fino in testa, ero prima, stavo già esultando.
mi hanno inculato a 4 falcate dal traguardo. mi hanno superato in tre, 'sti bastardi...
ormai, quando credo di starci riuscendo, capisco che è arrivato il momento di avere davvero paura.

guardo fuori dalla finestra questo cielo che si annuvola, si snuvola, piove... guardo fuori con il mento poggiato sui palmi, persa. persa nella contemplazione estatica dell'avvento di questo nuovo fine mese. il tempo passa in fretta. ed è già inverno.

ed è bene così!

non riesco a levarmi di dosso la sensazione di aver vinto qualcosa...

così come non riesco a levarmi di dosso questa maledetta tristezza obliqua!

ho smesso coi carpe diem, di colpi di coda. e non so se ho fatto proprio bene. ma qualcuno doveva pur farlo. non mi sono mai proposta, e non sono mai stata scelta. fatto sta che, alla fine, è toccato a me. ed a volte, mi chiedo se dovrei aggiungere "purtroppo" o "per fortuna".

io vivo di attese tiepide e caute, di partenze accuratamente programmate, con i biglietti comprati in anticipo ma chiusi sempre nello stesso cassetto, così non me li trovo davanti agli occhi tutti i santi giorni.
io vivo di questo, e di continua ricerca di un pacifico stato etilico.

vivo di agendine, piccole e pericolanti, fitte di disegnini, di giorni segnati... cerchi, post it, promemoria, croci, asterischi, "compleanno di...", "esame di...".

e non sono solo segni "miei", tracce del mio continuo andare annanz' e aret'.

sto sviluppando una qualche strana mania ossessiva compulsiva, per cui a volte segno VERAMENTE tutto quello che succede. un po' a chiunque. nel mio delirio di onnipotenza credo di essere una qualche forma strana di "memoria storica". se sfoglio a ritroso la cacchio di agenda c'è di tutto. gli esami di mia sorella, la data del test per entrare a fotografia, le scadenze delle consegne dei documenti dell'università dell'Uomo, gli orari della palestra di non mi ricordo nemmeno chi, le riunioni e i consigli di classe di mia madre, orari di treni improbabili che non prenderò mai più. ancora più indietro ci sono le date dei viaggi diBen. ancora più indietro le partite di tennis delSavino...

ho trovato anche la data in cui ECL & FSI si sono lasciati (ExCognataLobotomizzata & FidanzatoStoricoInutile, per i non addetti ai lavori, n.d.A.).

mio dio... ma perchè cazzo l'avevo scritta?!

quando scrivo tutte queste cose, mi illudo di conservare tracce e segnali del mondo che mi circondava, in quel momento.

provate a comprimere un mondo, in una riga di moleskine.
sfogliando, mi rendo conto che, alla fine, è sempre più difficile riconoscere il confine tra quello che succedeva nel mondo, e quello che succedeva a me. alla fine, in tutto quel casino, nella speranza di conservare ricordi, persone, situazioni, momenti, alla fine ho perso LaCugina...

se qualcuno riesce a ritrovarmi, da qualche parte, per favore mi riporti a casa!

sono un esemplare a pelo medio-lungo. ho il tatuaggio, ma sono senza collare nè medaglietta.

cazzarola! o meglio: santa voglia di vivere... e dolce Venere di rimmel


p.s. è tornata LaSorella!!
anche questa è una cosa che abbiamo smesso di aspettare, grazie a dio!
vado, mi aspetta un bicchiere di porto!
in foto:
perugia, città adottiva de LaSorella CuSo
com'era la storia?!
non ci siamo scelte, però non ti cambierei con niente al mondo!
ondeggiando sulla tastiera:
compay segundo, victoir java y inti illimani _ HaSta SiEmPrE CoMaNdAnTe
"Aqui se queda la clara
la entranable transparenciade
tu querida presencia..."
modena city ramblers _ Le LuCeRtOlE DeL FoLk
"i ragazzi bevevano forte
nell'angolo dell'orchestra"

sabato, ottobre 20

Afterwards, the compromise.
Bodies resume their boundaries
The bedding yawns, a door
blows aimlessly ajar
and overhead, a plane
singsongs coming down.
Nothing is changed, except
there was a moment when
the wolf, the mongering wolf
ho stands outside the self
lay lightly down, and slept.

MaXiNe KuMiN _ AfTeR ThE LoVe
E dopo, la ricomposizione.
I corpi riprendono i loro confini.
Le lenzuola sbadigliano,
una porta sbatte insensatamente
e nel cielo, un aereo
sta scendendo cantilenando.
Niente è cambiato,

tranne che c'è stato un momento in cui
il lupo, il lupo mercante
che sta fuori dal sè
si è sdraiato sereno, e si è messo a dormire.

una mia amica è stata in campeggio, a cavallo tra fine estate, e l'inizio di questo strano autunno. è da un po' che non stava bene, dolori alla testa, emicranee...
è andata a farsi vedere, perchè la mamma si stava spaventando. e lei non ce la faceva più a sostenere i suoi sguardi ansiosi e ansianti, non appena si poggiava una mano sulla fronte.
il medico le ha trovato un grillo nell'orecchio.
morto, ovviamente! uno di quelli piccoli, verdini, giovani.
quando gliel'hanno tolto, lei ha chiesto di conservarlo. il medico la guardava schifata, l'infermiere perplesso.
la mia amica sostiene che, essendo tornata dal campeggio il 19 settembre, ha oggettivamente vissuto con questo grillo più di quanto non abbia mai fatto con un uomo. è stata la sua convivenza più duratura, dice. e anche più indolore...
ci teneva, al grillo. non l'ho mai visto in faccia! non so nemmeno il suo nome!!
l'hanno buttato, dicendo che non potevano darglielo, che non avevano contenitori per farglielo portare.
la mia amica è triste. hanno bruciato la prova tangibile della sua storia della sua vita.

ultimamente sono strana, sono piena di dubbi, mi contorco, mi stanco. non sogno, e quando sogno, faccio prevalentemente trip strani, da acido. non parlo, e quando parlo litigo, non mangio, quando mangio butto giù merda.
secondo illLaureato, sono in preparazione e attesa di una qualche esperienza mistico spirituale che cambierà completamente la mia vita. tipo chiamata di dio per entrare nelle carmelitane. o partenza improvvisa per volontariato nel BurkinaFaso.
laZamani dice che sto semplicemente ovulando.

potrebbe anche essere...
ma, se è vero, significa che sto ovulando tipo da 15 giorni.
cosa che meglio si addice ad un opossum, piuttosto che ad un essere umano.
eLdErLeZa _ GoRaN BrEgOvIc & oRkEStRa BaLcAnIkA
"e canto, ninna nanna per chi non è più ad ascoltare"
non so se le ninne nanne possano scalare le alpi...
magari non ce la fanno, nè ci provano...
ma magari si fermano in un rifugio, a 1000 metri, aspettando il disgelo, per valicare il passo più vicino...

venerdì, ottobre 19

postumi di una conversazione dotta con mio zio ingegnere, nel traffico della tangeziale

"in democrazia, l'Architettura c'è sempre andata male!"
presidente della triennale di architettura

certo! perchè in democrazia non ci sono più le grandi opere, nè i grandi committenti!
ci sono solo piccoli politici locali, che tentano di fare piccoli interventi in piccoli tempi, in modo da fare piccole inaugurazioni prima delle prossime elezioni. per cercare una conferma.
il dittatore no!
il dittatore è quello che fa le cose per tutti, e quindi, praticamente, non le fa per nessuno. perchè, fondamentalmente, lui le fa per se stesso...
senza limiti di tempo nè di spesa.
non deve avere conferme. non deve farsi rieleggere, lui.
i grandi committenti, quindi, sono i tiranni.
gli imperatori, i dittatori, le chiese.

oggi, rimane solo il MetroNapoli...

e mentre mi interrogo se sia eticamente giusto che un associazione così ben piantata nel territorio, butti miliardi in parcelle di grandi architetti internazionali stracazzuti (mentre napoli è infestata da miliardi di giovani architetti stracazzuti, che marciscono facendo gli assistenti, che ti progetterebbero una stazione della metropolitana gratis, anzi, magari regalandoti un rene)...
nello stesso tempo, penso che sarebbe bello uscire su piazza Garibaldi, la mattina, e trovarsi Norman Foster e Dominique Perrault in visita al cantiere (se mai si scomodano a farlo), che discutono sul tipo di pavimentazione!
uno dei due fuma un sigaro.
non ho ancora deciso quale dei due.

sottofondo:
i GiArDiNi Di MiRò _ tHe CoMfOrMiNg Of A tRaNsPaReNt LiFe

in foto:
fornovecchio, complesso dello spirito santo
università di architettura
aula SL1.1 _ sede del corso di progettazione 4 del prof mariniello
palestra di futuri giovani architetti brillanti.
ma, soprattutto, di giovani disoccupati!




P.S.
scusate l'intommo...
ma guardatevi i progetti di Foster per la stazione della TAV di firenze,
e poi ditemi se non vi sentite un pochettino pochettino incazzati!


giovedì, ottobre 18

martedì, ottobre 16

contrattisti e felici!
certo, si sarebbe più felici da non contrattisti...
ma io ho avuto una vita, oltre l'università!
una vita e un'ulcera gastrica tentacolare.
le pietre del Complesso dello Spirito Santo, a Fornovecchio, mi dicono "bentornata".
io rispondo, sinceramente, "vaffanculo" ed entro in aula di progettazione 4.

io sono a posto con la mia coscienza, riguardo tutto e tutti.
certo, di più era possibile... di più è sempre possibile!
ma bisogna ricordarsi che siamo pur sempre esseri umani, prima ancora di essere studenti di architettura.
se te lo dimentichi, sei fottuto!

stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemos
se non s'era capito, nelle mie prime pendolarizzazioni in treno ho riletto il nome della rosa

non c'è molta voglia di scrivere: generalmente sono sempre abbondantemente stanca, e abbondantemente incazzata.
ho poca ispirazione. e tanto da studiare.

dalle cuffie :
TaRaF DeKaLe _ vIeLLe MaChInE
in foto:
regionale delle 8:25, caserta-napoli centrale
via cancello


domenica, ottobre 14

Che bella figura di merda!

rasata e felice

"riusciro’ per una buona volta, a cambiare in meglio?
Per ora cambio solo i capelli..."
blog dorotea

"Vorrei tagliare ieri sera.Non potendo, ho tagliato i capelli. "
blog del mio avvocato


il pelo, o meglio, il taglio del pelo come catarsi...
a 15 anni ci credevo e mi tosavo.
e, a dirla tutta, funzionava!

ci riprovo, ancora...
lo so! è oggettivamente una gran minchiata pensare che se ti rasi la testa, si accende automaticamente una luce, in fondo al tunnel...

ma ieri sera a lavoro mi sono divertita, MonMarì mi ha mandato mille messaggi dolci, anche se normalmente noi siamo di quelli che odiano i messaggini... ho preso una discreta sbornia con gli amici. sono andata a farmi un giro al jarmush, con i figli sardi del capo. così, tanto perchè non avevo voglia di andare a dormire. mi hanno offerto da bere, abbiamo parlato di tutto. quando siamo entrati, quelli del posto mi hanno salutato, abbracciato, baciato, come se fossero tipo gli amici d'infanzia lo-sai-che-siamo-cresciuti-insieme-eccecc.
mi hanno perfino chiesto com'era andata a parigi.
un vecchietto gentile mi ha accarezzato una spalla, mentre entravo in macchina, e mi ha detto che ho un bel sorriso. poi si è allontanato, dando il braccio alla moglie incartapecorita. camminavano a 2 all'ora, alle 5 di mattina, parlando fitto fitto... ma che cazzo avranno da dirsi ancora, che staranno insieme da 6mila anni?!
oggi mi sono svegliata con dei bei postumi, ma niente di eccessivamente doloroso. in frigo c'era un bottiglia di acqua fresca e la lavagna era piena di messaggini degli altri abitanti di casa mia che si preoccupavano di avvisarmi dei loro spostamenti. in rete ho trovato una mail inaspettata, una gradita, una divertente, una sorprendente, e una completamente inutile. che, come bilancio medio, non è per niente male!
in rete c'era anche LaPigneri. mi ha fatti rivivere bei momenti, abbiamo riflettuto sulla portata semantica e ontologica del gatto come cacciatore o meno, mi ha regalato un po' di musica. non succedeva da tempo. sembra non sia passato un giorno, sembra non siano passati nemmeno 5 minuti!
fra 15 giorni precisi ho un treno (stavolta rimaniamo con i piedi per terra, niente aerei!). macchina fotografica, zaino, cena, vino, ricordi, risate, spagnolo un po' sbiadito dal tempo...
i sorrisi no. sempre quelli!
rivedersi, ritrovarsi, riscoprirsi ancora una volta in un posto nuovo.
radici: dove eravate prima di conoscere noi?
i vostri luoghi, i vostri micromondi, fosse anche solo le vostre camere...
sinceramente non sto nella pelle!

lo so che non c'è nessuna motivazione logica per cui, tagliandosi i capelli, si vede automaticamente la luce in fondo al tunnel...
però è anche vero che, ogni volta che mi sono tagliata i capelli mi è sembrato che il tunnel fosse, non dico più breve, ma un po' più largo, più arieggiato.
e che dentro questo tunnel ci fosse tanta gente, ma tipo un sacco, un casino!
molti camminando nella mia stessa direzione. qualcuno seduto a terra, a girarsi una canna. qualcun'altro appoggiato al muro, a chicchierare, con in mano una birra.
e, a volte, un bicchiere di patxaran.

ed è stato così ogni volta: sempre!
lo so: non c'è nessun motivo.
ma io, per il momento, continuo a tagliare.


laPigneri propone:
RaDiOhEaD _ aLL i NeEd
l'amicizia è questione di tempismo!

sabato, ottobre 13

giovedì, ottobre 11


"Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita...
Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni
E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa."

Ma la tua bocca rimane sigillata.
La tua bocca perfetta, i tuoi occhi perfetti.
Tutto abbassato, come le serrande.
E io, per la prima volta dopo tanto tempo,
penso di non essere più nella fase in cui butto giù le serrande a spallate.

Dove l'ho già vista, questa storia?
Mi chiedi cosa aspetto...
Aspetto risposte, aspetto tempo, aspetto di verder girare il vento.
Aspetto di svegliarmi una mattina, e rendermi conto che non è stato vero niente.
Forse aspetto un perdono, che oramai so non arriverà mai.


dalle casse :
MoDeNa CiTy RaMbLeRs _ eBaNo

"It's a long long night It's a long long time It's a long long road"

martedì, ottobre 9

non c'è da spiegare tanto, nè da giustificare.
a volte sembra solo che, semplicemente, il tempo non ci sia
e che forse non ci sia mai stato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.
C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.
ma a volte capita anche di ascoltare fossati...
questo primo otto ottobre è stato davvero una giornataccia.
e con mille chilometri in mezzo, è ancora più strano!

Un'oca che guazza nel fango,
un cane che abbaia a comando,
la pioggia che cade e non cade
le nebbie striscianti che svelano e velano strade.
Profilo degli alberi secchi,
spezzarsi scrosciante di stecchi,
sul monte, ogni tanto, gli spari
e cadono urlando di morte gli animali ignari.
L'autunno ti fa sonnolento,
la luce del giorno è un momento
che irrompe e veloce è svanita:
metafora lucida di quello che è la nostra vita.
L'autunno che sfuma i contorni
consuma in un giorno più giorni,
ti sembra sia un gioco indolente,
ma rapido brucia giornate che appaiono lente.

Odori di fumo e foschia,
fanghiglia di periferia,
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita.

Rinchiudersi in casa a aspettare
qualcuno o qualcosa da fare,
qualcosa che mai si farà,
qualcuno che sai non esiste e che non suonerà.
Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti "io sarò" diventati per dempre "io ero".

Rinchiudersi in casa a guardare
un libro, una foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo".

La notte è di colpo calata,
c'è un'oscurità perforata
da un'auto che passa veloce
lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce.

Rumore che appare e scompare,
immagine crepuscolare
del correre tuo senza scopo,
del tempo che gioca con te come il gatto col topo.

Le storie credute importanti
si sbriciolano in pochi istanti:
figure e impressioni passate
si fanno lontane e lontana così è la tua estate.

E vesti la notte incombente
lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo è il tuo autunno.
che adesso è arrivato.
guccini mi ammazza sempre!
anni fa, ascoltavo questa canzone, ero sotto la doccia. ed era in questo stesso periodo. mi sembrava di aver già vissuto quasi tutta la mia vita.
era l'autunno del mio quinto liceo.

luci e ombre, dei miei 17 anni...
grandi luci, e grandi ombre.

adoro l'autunno!











in foto: strane gabbie
dio, è proprio tanto che piove

domenica, ottobre 7

watch the weather change... attenzione: questo post è monodirezionale

per MicA.

il problema è che, semplicemente, stavi guardando nella direzione sbagliata.
tutto qui.
è capitato a tutti. per me è stato doloroso. come, credo, per tutti.
e adesso? que mas da?!
c'è chi li chiama errori.
io, per sopravvivere, preferisco chiamarli ricordi. rende il passato più dolce, meno tagliente. hai presente quelle protezioni di plastica che si montano negli angoli dei tavoli, x evitare ai bimbi di dare testate? ecco, si, proprio quelle!
tanto non si può più cambiare. quindi?
perché maledirsi?

la notte porta consiglio?
no!
la notte porta solo nuove domande.

conosco una tipa. forse l'anno prossimo andrà in canada, forse no, forse ci resterà, forse non è vero niente. forse è solo un sogno.
conosco un tipo. stasera si sta facendo delle domande. delle domande serie.
conosco una sorella, che è passata da cinese a portoghese, con la stessa poca fiducia. con la stessa poca convinzione.
conosco un posto, dove la gente va via. poi torna, e non cambia niente. ma per adesso, comunque, va via.
conosco, o meglio, conoscevo un uomo. stasera lei si è addormentata con la mano sotto al cuscino, oggi ha scelto le tende. lui la guarda scivolare nel sonno. è felice.
ho una scatola di pastelli. la comprai quando mi iscrissi ad architettura. è qui al lato che prende polvere.

molte cose sono diverse da come le avevamo immaginate.

ma alla fine?
que mas da?!
ascoltando:
aPoCaLyPtIcA_ NoThInG eLsE MaTtErS
watch the weather change...

mi stavo chiedendo perché insisto nel postare foto di me di spalle.

poi mi sono ricordata che, una mattina balorda, in uno scantinato, la Buonanima mi disse che ricorderà solo l'immagine di me che vado via. che gli rimarrà solo questa.
e che, alla fine, sono terribilmente egocentrica e egoista a livello patologico (testuali parole).
in effetti, quando sfoglio le foto, nelle più belle ci sono sempre anch'io.
nelle mie preferite sono di spalle.

ricordarsi queste cose alle 4 e mezza di domenica pomeriggio è tragico: è decisamente troppo presto per attaccarsi alla bottiglia!

sabato, ottobre 6

se...
sabato mattina
alle 9 sono sveglia
e ascolto meï teï shô...
allora significa che, decisamente, c'è qualcosa che non va!!

dove ho sbagliato?
dottore, è grave?!

ascoltando: mEï tEï sHô _ aLgErIa
ehi, ça và?!
ça và!

in foto: bassin du jardin de maritemo
in basso a sinistra possiamo ammirare un ippopotamo...

giovedì, ottobre 4

mi considero una persona fortunata, perché nella mia vita mi è sempre capitato di incontrare persone e personaggi straordinari, che mi hanno preso per mano e mi hanno mostrato angoli di mondo fragili, preziosi, irripetibili. persone che hanno condiviso con me momenti unici. che mi hanno insegnato qualcosa di cui nemmeno sospettavo l'esistenza.

sono appena tornata da parigi. prima volta, premiere fois. l'Uomo si è fatto prestare da non so quale amico Borghese-strafattone, un piccolo appartamento a montmartre. ma non la parte turistica, in quella bassa, quella popolare, piena zeppa di libanesi e affini. dalla finestra si vedeva il sacre coeur. veramente era solo un angolino della cupola, nella nebbia della mattina. comunque decisamente abbastanza per fare colpo sulla povera pecorella indifesa (moi) resa multiorgasmica dalla sua prima volta a parigi, alla veneranda età di 22 anni...

comunque alla fin fine notre dame è bella. ma bella da starci male! bella da chiedersi "ma che ci faccio, io, qui?! ma me lo merito?!".
sarà una cazzata, ma era una cosa che sognavo di vedere da sempre. e adesso ci sono stata!
è esattamente come me l'aspettavo, non mi ha sorpreso. e forse è proprio questa la cosa incredibile: che, pur non sorprendendomi, ho passato mezz'ora a saltellare da un angolo all'altro come una pulce. galvanizzata.
avevo solo voglia di vedere notre dame da tutte le angolazioni possibili, per capirla, mentre un prete bigio diceva messa, cantata, in francese. nei fumi dell'incenso c'era un atmosfera movimentata, non sembrava una chiesa! c'era un allegro casino, contenuto ma entusiasta, tipo sagra di paese o uscita del cinema. l'Uomo dice che ci si sta bene, dentro notre dame, perché alla fine, pur essendo enorme, è umana: proporzionata. alla fin fine, la verità è che là dentro, semplicemente, ti senti al sicuro, in pace...
amen e così sia!

parigi, alla fin fine, è davvero enorme come qualcuno mi diceva sempre. ma non è un enormità disumana, fuori scala, fuori tempo. parigi, alla fin fine (ma fine fine fine), è fatta di cose minute, sensibili, strati sottili che si sovrappongono. e che a volte si mescolano, anche!
piccole scritte sui muri, adesivi lungo le scale mobili, gli infiniti tessuti e ricami di mattonelle. una ragazza, alla fermata di les halles, aspetta la metro con in mano una busta di plastica azzurra, con tre mandarini. un gruppo di bambini asiatici discute di un orologio. a place de vosges, quattro punk che non avranno più di 13 anni, buttano sapone nella fontana. tende alle finestre, una signora legge il giornale in panchina, giocherellando con uno dei suoi enormi orecchini. un tizio seduto sotto la fontana di saint michel guarda ripetutamente il telefono, forse la ragazza è in ritardo...
parigi è fatta di tante piccole persone che cercano di non urtarsi, tutte intente a correre lungo i corridoi della metropolitana. a volte ti domandi dove cavolo siano, gli 11 milioni e passa di abitanti che, secondo wikipedia, sguazzano nella region parisienne...

ma la cosa più incredibile di parigi, la più irreale (a parte le cariatidi dell'opera garnier), è la provincia!!!
tutto il bacine de la seine è un luogo uscito dal signore degli anelli. campi verdi, enormi, sterminati, che disegnano curve morbide. chilometri senza un solo rilievo: solo verde, o giallo, o marrone, ma a perdita d'occhio... a tratti: i boschi!
ogni tanto, spunta la guglia di una chiesetta di paese, rigorosamente gotica. e la campagna appare punteggiata di queste lunghe dita scheletriche, che si stirano verso il cielo. e lì ti rendi conto di aver passato la frontiera tra "il signore degli anelli" e "le città invisibili"...
un'ora e mezza, da aeroporto-di-beauvais a esbly-casa-dell'Uomo. un'ora e mezza con il naso incollato al finestrino, spanando ritmicamente la condensa.
esbly è un paesino di qualche migliaio di abitanti improbabili. tutte villette con giardino, viali alberati e qua e là qualche bestemmia edilizia che alla fine degli anni 80 doveva essere sembrata una svolta!
l'allee des cedres è un vialetto in discesa umido e foglioso, tappezzato di ghiande. quando cammini su qualcosa di scrocchiante hai sempre il dubbio: tutta la seine-et-marne è piena zeppa di lumache!
nella casina in fondo al viale ho passato una cena ottusa, ingollando formaggio e masturbando tonta il gambo del mio calice di vino, ridendo per battute che capivo, ma alle quali non potevo contribuire per problemi di idioma!
ho passato una mattinata sfogliando un libro con grandi disegni di uccelli, insieme al Suocero. me li indicava, scandendo bene il nome, come si fa con i bimbi... mi ha preso una tenerezza infinita, qualcosa di molto simile alla tristezza della mattina dopo natale. c'era un affetto dolce, garbato, quasi circospetto: colava lento, senza fare troppo casino. mi sono sentita al caldo.
il tutto comunque, sotto lo sguardo vigile dell'Uomo e Fratelli, che buttavano in corpo pane, burro di arachidi e miele. tutti e tre biondi, tutti e tre con la barba incolta, con pigiami di differente grado di bruttezza, consunzione e caccolosità...

nella casina al n°6 dell'allee des cedres ho dormito con te, nella stanza con il tetto inclinato, intrecciando i piedi sotto le coperte. guardando i rami degli alberi, le loro ombre attraverso il lucernario, ascoltando i sonagli a vento in giardino... stammi vicino, ho freddo, 'sfaccimma di francia!
a pensarci bene, è così bello che non ci si crede!

ora sono su questo aereo, è buio. guardo la seine-et-marne dall'alto, e sembra una grande ragnatela vaga che si estende senza confini. sono scomparse de dita delle chiesette. ora ci sono solo le luci e, forse, una di quelle è il lucernario di camera tua. forse.
spero non ti sia perso, al ritorno! spero che la nebbia non sia entrata nei tuoi occhi grigi.

la risposta, comunque, è si!
è un buon posto da chiamare "casa".
e a volte penso seriamente che un paesino nel bacine de la seine sia un buon posto per crescere dei bambini.
realizzo anche che sono 5 giorni che non cago, e che probabilmente avrò bisogno di un cesareo.
e su questa brutalità, me ne vado a dormire!

ascoltando _ GuCcInI
CaNzOnE dEi DoDiCi MeSi


in foto _ CeNtRe PoMpIdOu, EsPoSiZiOnE PeRmAnEnTe
opera di non mi ricordo chi che ha fatto scattare un interessantissima discussione su senso dell'arte + ruolo della critica, culminata in un poetico "E COMUNQUE VOI, IN FRANCIA, NON CAPITE UN CAZZO!!"





pensiero malinconico per tutte le volte che si era detto "andiamo a parigi, andiamo a parigi", e alla fin fine ci si era persi, nei giorni di sempre. solleverò le correnti gravitazionali...

"panam" è stata come un proiettile, mi ha forata da parte a parte. e adesso posso guardare attraverso questo buco, e prendere bene la mira!

change _ MuShRoOm BoB _ tApE tO mAiN
ma il tempo passa, e io sono l'unica cosa che non passa mai.
almeno credo...
"guarda... guarda che sta facendo la torre eiffel"