martedì, gennaio 29

una bottiglia di sambuca. una canzoncina, la prima, in esperanto. cantata via webcam. odore di colla e balsa. un dizionario di francese. un pomeriggio passato a cercare di fare contact nell'aula 4.5 dell'uni, vestita da bianconiglio. bottiglia di vino coi genitori. una felpa rossa. serata aspettata risistemando le stampe di geometria descrittiva, aspettandoti.
come 22 anni non mi è andata male. me la sono passata relativamente bene fino ad oggi. non ci possiamo lamentare.
gli anni volano.
io vorrei imparare a volare con loro.

domenica, gennaio 27

parigi _ le maNi, anzi, le cHiappe suLLa città


settimana parisien.
partita di corsa, arrivata di corsa, ripartita di corsa. sono in camera mia e nemmeno mi rendo conto di cosa mi è capitato, in questi giorni...

perché sei andata a parigi? perché sono ostinata come un cane da riporto: quando serro i denti non mollo la presa! mi è completamente sconosciuto il concetto del "lascia che vada".
o meglio, per dirla un maniera un po' più poetica:
"nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia con
tadina
corro all'incanto d
ei desideri
vado a correggere la fortuna
"

ho sempre avuto la convinzione che per sopravvivere ci voglia un cuore di burro, la capacità (o l'elasticità) di muoversi senza troppo bagaglio, una buona dose di follia e delle corde vocali abbastanza forti da riuscire a urlare sempre più forte.
questi giorni a parigi mi hanno fatto capire che non basta. ci vuole di più.
mi manca, e forse mi manca da mesi, una delle cose fondamentali... forse ciò che mi ha convinto a rimanere a casa tua, quella sera: la pura e semplice gioia di ascoltarti!

propositi per l'anno nuovo: rendersi conto che io NON sono l'unico centro del dell'universo, attorno al quale tutto orbita!

tornando, sull'aereo, mi sono concessa il lusso di non fare nient'altro che guardare fuori, e ricordare e analizzare e sviscerare questa settimana. oggettivamente è stato un disastro, ma ha avuto i suoi momenti.
oppure sono sempre io e continuo a cercare disperatamente una caramellina alla fine di ogni pelea...

a parte le scie amare che mi si sciolgono in bocca (come quel cacchio di formaggio sardo che non si riusciva a ingoiare di nessuna maniera...) resta il solito mosaico di mille momenti belli e brutti. momenti che, purtroppo, non si incastrano perfettamente come gli elementi che compongono la superficie del geode, a creare una superficie liscia e senza interruzioni. ci sono tanti buchi e tante crepe. e, attraverso quei buchi e quelle crepe, filtra la luce del film che stanno proiettando dentro il geode. e forse il film mi piace, forse no... ma l'effetto che fa è bellissimo, e voglio rimanere qui, a guardarlo. vuoi sederti accanto a me?

parigi è un capolavoro, l'università di belleville è un capolavoro, i miei suoceri sono un capolavoro... con la scala che scricchiola e il parquet che geme a ogni passo.
a parigi la metro sa perfettamente quando sto arrivando, e si fa trovare già lì, con le porte aperte e SEMPRE due posti liberi, uno accanto all'altro, così ci si può abbracciare...
la gioventù francese mangia come un ossessa, fuma come una grande ciminiera, parla un dialetto incomprensibile, fa feste da paura, dorme 2mila ore al giorno, ride per tutto, fa una caciara assurda, si sbatte in mille attività e beve come dei maledetti... un intera nazione si incammina sulla via della cirrosi epatica. non so come si dica "astemio" in francese, ma suppongo che la loro lingua non concepisca questo concetto!
e io li adoro!!!
per questo, e per molte altre cose!
all'università di belleville hanno una macchina ALLUCINANTE tipo NASA per ricreare la luce del sole in una giornata invernale nuvolosa (!!!) . tu vai lì con il tuo bel plastico e tutti insieme allegramente si perde una mattinata intera per studiare i riflessi che crea la luce sul pavimento...
e questo mi fa impazzire!

io ho deciso, io voglio venire, ci voglio essere!
voglio entrare in questa vita, in questo mondo. voglio affondare le mani in questa melassa e voglio farmi portar via urbica dalla metropolitana infinita. voglio fare plastici e infilarli nella macchina della luce, e avere la camera da letto invasa di cartone...
e... lo dico... non mi interessa proprio un cazzo se, per fare questo, devo rinunciare al bidet!!
tutti i sogni hanno un prezzo, e io sono disposta a pagare questo!
(pausa a effetto)

ci sono dubbi? domande? crisi? non sai??

in una maniera ne verremo fuori!
abbiamo scelto insieme e continueremo insieme! scusa se, per un momento, mi sono persa...
avevo chiuso gli occhi, e mi ero lasciata portar via dalla metro. quando mi sono svegliata non eri più accanto a me. aspettami a Republique, torno indietro di un paio di fermate e ce ne andiamo a casa insieme!
quando saremo pronti entrambe.

lode e gloria a paquerette
ascoltando:
SpHeriCal MindS _ spiLLed moMents

in foto: in ordine di comparsa...
CITè DE LA SCIENCE _ le mani, anzi, le chiappe sulla città
BUTTE CHAMONT _ idiota in trasferta
LA VILLETTE , MON MARì & LES FOLIES _ sullo sfondo il canale melmoso che porta fino a esbly
CITè DE LA SCIENCE A LA VILLETTE , IL GEODE_ metafora di vita o semplice trip?!
ECOLE SUPERIORE D'ARCHITECTURE PARIS BELLEVILLE _ la moderna tecnologia a servizio del cazzeggio filosofico

dulcis in fundo:

PAQUERETTE _ adoro le mie turbe affettive, e adoro il pomeriggio passato a torturarti, per avere il regalo

domenica, gennaio 13

tabacco, e tè di mele. a casa mia c'è un rimedio per tutto.
whisky, quasi trasparente in un bicchiere da cucina al lato della tastiera.
3 squilli: solo 3! se rispondi va bene, se no, desisto...
uno, due, ti prego rispondi, 3...
basta, è andata.
vuota.
cerco di vedere un senso, in tutto questo. cerco di vedere un colpa.
solo che stavolta tu sei accusa, giudice e giuria.
alla difesa ci sono solo io, e non sono mai stata brava, a difendere me stessa...
vuoi puntare il dito? vuoi affondare? dai: fallo!
fallo, se può servire a qualcosa!
e se non serve a niente, allora, fallo comunque... tanto, ormai, sono tornata torpida: quel po' di sangue che scorreva si è seccato.
vorrei poter chiudere gli occhi, e vedere che succederà. o, almeno, capire che sta succedendo.
ma se chiudo gli occhi, riesco a vedere solo quello che è già successo.
e il peso della ciclicità di certi errori, e il silenzio del telefono che non squilla, mi schiacciano e mi soffocano.
mi piacerebbe capire perchè nelle foto, quella fuori fuoco, sono sempre io.



skUNk aNanSie _ chArLie Big poTAto
regressione, all'età dell'innocenza, e delle incazzature senza perdite
in foto _ moi, perdue dans les plis d'un samedi après-midi, au janvier

sabato, gennaio 12

moi, mes parents & everyone we know







megamanifestazione anti monnezza a caserta: in corteo coi miei non ci ero ancora mai andata!
nella vita c'è sempre qualcosa di nuovo da fare!

venerdì, gennaio 11

eservito v/s monnezza

sono pienamente convita che, guardando i telegiornali, non ci si renda conto di com'è DAVVERO la situazione, qui...
in questo momento si sta parlando assai di pianura, visto che lì si stanno chiavando a mazzate. ma il problema è però molto più vecchio e molto più esteso di quanto traspare dai telegiornali.
ecco qui un interessantissimo filmato, che può aiutare i non addetti ai lavori a comprendere. se pensate che è stato girato a metà luglio (a ponticelli) si può capire che qua, le tarantelle, vanno avanti da un po! e che la gente è anche un bel po' esaurita!!
nonostante la fattura un po' casereccia del suddetto filmato, è di grande utilità la levatura dei soggetti intervistati, in quanto diretti conoscitori dei fatti! le parti non sottotitolate sono pesantemente offensive nei confronti dei Nostri, oltre a essere oggettivamente intraducibili.

per gli stomaci deboli consiglio invece quest'altro interessantissimo filmato.
anche se, per quanto la musica può essere carina, sorbirsi 4minuti di monnezza è davvero un po' eccessivo!
noi ci abbiamo messo un po' per abituarci... ( silenzio scenico e malinconico )

Roberto Saviano (che è di Secondigliano n.d.A.) , nelle ultime pagine di Gomorra, scrive: "sono nato in terra di camorra"...
bello!
poetico!
commovente!

io vivo da 22 anni a Caserta. "sono nata in terra di monnezza"... perché qui è sempre stato più o meno così. da sempre!
e se ci penso due secondi di più, mi rendo conto che non è bello e che non mi farà fare i milioni vendendo libri. non è né poetico, né commovente...
è solo una cazzo di sfiga!


comunque adesso la situazione si è sbloccata! la soluzione è arrivata!
ieri notte sono partiti da foggia 20 camion dell'esercito, con cui (almeno ci hanno assicurato) alzeranno la monnezza da terra in un paio di giorni.
alla snai fioccano le scommesse...
anche se tutti puntano sulla monnezza, e nessuno sull'esercito.

comunque, vivendo da queste parti, ci avrei giurato di vedere, prima o poi, l'esercito per le strade!
anche se me l'immaginavo con tutto un'altro sfondo, e in tutt'altre faccende affaccendato...



sottofondo _ mei tei sho : memories of you as a boy
foto _ scattate da me medesima, oggi pomeriggio alle 4, nel cumulo giusto fuori casa mia (si può ammirare il romantico scorcio di via Ferrarecce)

lunedì, gennaio 7



















il grande terrazzo di mio nonno era pieno di piante e di fiori. c'era praticamente un roseto!
ora lui non c'è. è rimasta mia nonna.
lei si è un po' svanita, ma non importa: è una donnina d'acciaio, non si lamenta.
di notte, la casa si scuote e sbadiglia. sul terrazzo, vagano i ricordi degli abitanti. e anche quelli di tutti quelli che hanno abitato, in quel posto. ci siamo cresciuti tutti, due generazioni e mezzo su quel terrazzo, in mezzo alle stesse rose. vorrei tanto avertelo fatto vedere...
e vorrei tanto che tu avessi fatto in tempo...
sono convinta che a volte, a buio, ci sia anche il fantasma del vecchio padrone di casa. era troppo deciso a non farsi portare via, lui...
mi piacerebbe sentire i suoi passi nelle ciabatte, che vanno su è giù per il terrazzo, gonfiando le tende. io so che è rimasto cementato lì, tra le sue piante che si seccano. e le sue pentole. e il suo forno gigante. e il suo camino. le case hanno bisogno di nascite e di morti, di incontri e di separazioni, per poter diventare dei focolari.


vorrei diventare... vorrei trasformarmi in una vecchia saggia: di quelle con le rughe intorno agli occhi! ma più passa il tempo, più mi rendo conto di avere costantemente 15 anni. cammino tra le rose che si stanno seccando, guardano terra con il collo piegato in basso. non capisco se depresse, o semplicemente offese.
dal terrazzo ingiallito di mio nonno, guardo l'orizzonte. oltre le cave, oltre il vulcano, oltre il mare.
ieri ho letto delle pagine di allende: dice che, oltre quell'orizzonte, c'è la coscienza.
io guardo per ore, e ancora non riesco a vedere nulla...

"quando morirò seppellitemi vicino all'ippodromo
così che possa sentire l'ebbrezza della volata finale"

ipSE DIxit _ buKowsKi : "qUello che Mi importa é GrattarMi soTTo le aSCelle"
soTTo SottO _ blonDe redHeAd : my iMpure hAir
in foTo _ dalla fiNestra di cAMera mia, a caSa dei MiEi
gioiful gioiful . . .

sabato, gennaio 5

"I'm spinning, oh, I'm spinning
How quick the sun can, drop away
And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?"

blAck _ pearl Jam



"non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...
[...]
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano...
"

cYrano _ GuCCini



tanta verità dagli ubriachi, la sera , in macchina.
c'è chi ha paura, chi da oggi è solo, chi da domani sarà altrove, chi non sa dove sarà domani
e poi ci sono io

un tempo avevo 17 anni. ero innamorata, ero fermamente convinta di essere felice.
sono passati 5 anni...




foto : i ponti della valle, stranamente visti da sopra...



venerdì, gennaio 4

ognuno ha la sua preferita, di de andrè...
la mia è questa

non so perché!
forse perché è impregnata della stessa malinconia che mi sale dallo stomaco... e, siccome ho sempre creduto nel "chiodo scaccia chiodo", ascoltarla è una delle poche cose che riesce a spingerla giù.
non so nient'altro...
forse nina sono io. o, almeno, lo sono per come mi rivedo sempre: a 6 anni, tra le corde dell'altalena del giardino dei miei nonni. quel giardino in cui pensavo di crescere anche i miei figli, e che adesso non esiste più. ci hanno costruito una palazzina. fottuti architetti.
in cambio, ci hanno dato un appartamentone che adesso è intestato a mio zio, che a sua volta lo affitta a un cinquantenne azzimato iper tecnologico, che lo ha foderato di schermi al plasma e reti wifi. non ci sono mai entrata. preferisco ricordare l'altalena, e l'albero di pere.
o forse nina è qualcun altro. qualcuno che è andato via. qualcuno che ho mandato via. qualche occasione che ho perso... perchè i tempi non erano ancora maturi. o, forse, perchè non ero ancora matura io...
e forse, allora, io sono il tizio che stà lì a guardare: il tizio che mastica e sputa, guarda nina, guarda le stelle, e alla fine non fa assolutamente un cazzo.
non sono mai stata brava a capire chi è "chi", nelle canzoni...
l'unica cosa sicura, è che sta arrivando la neve.
e in qualche modo ci si deve sbrigare!
oggi ho preso la scatola di pastelli. ho levato la polvere, passandoci una mano sopra, e ho fatto la punta a tutti, uno per uno.
poi ho preso quello blu, e ho disegnato nina.
forse non sono ancora completamente e irrimediabilamente prosciugata!



" luce luce lontana / più bassa delle stelle / quale sarà la mano /che ti accende e ti spegne "

la foto è un po' datata, ma mi ricordo perfettamente di quella notte, e mi sembrava azzeccata...

mercoledì, gennaio 2


imparai presto che emigrando si perdono le stampelle che ci hanno sostenuti fino ad allora, bisogna cominciare da zero, perchè il passato vien cancellato con un tratto di penna e a nessuno importa da dove vieni, e che cosa hai fatto prima. conobbi persone che nei loro paesi erani vere e celebrità e che qui non riuscirono a far valere i loro titoli professionali, finendo per andare a proporre assicurazioni di porta in porta; e che anche buoni a nulla che si inventavano diplomi e titoli e in qualche maniera riuscivano a occupare posti di alto livello.

tutto dipendeva solo ed unicamente da due cose: audacia, e buone relazioni.
IsaBel aLLenDE
paula

l'anno nuovo è cominciato da appena 47 ore.

ed io, in queste 47 ore, ho già tentato (in maniera fallimentare) di lasciare il lavoro, mi sono presa una sbronza epocale, mi sono tagliata un dito fino all'osso (sono ancora indecisa se sia o meno il caso di passare all'ospedare a farmi mettere un paio di punti) e ho letto uno dei passi più deprimenti degli ultimi 22 anni. cosa che ha colpito nel segno, visto che mi ricordo distintamente di aver ricevuto, da tutte le parti, auguri per il mio (secondo le masse) "imminente" trasferimento a parigi.noltre, per consolarmi (per lo scarso tempismo di certe letture, per tentata amputazione e per l'allargamento a macchia d'olio delle notizie nella mia famiglia) mi sono riattaccata alla bottiglia.

stamattina, ormai ebbra di questa orgia di masochismo, ho anche aperto autocad. ho disegnato 5 ore e ho quasi finito il lavoro che mi ero ripromessa di fare durante tutte le vacanze di natale, e che ovviamente, ho iniziato solo oggi!

l'anno nuovo avanzava strisciando tra fosche nubi...

mi ritengo fotrunata di non essermi strozzata col pandoro, stamattina!

in foto: SeGui Il CoNiGlio BianCo verso L'iLe De La CiTè
aScolTanDo: Tom wAits _ haNg on sT. ChRistoPhEr
lost in traslation...