martedì, giugno 30
















in ogni posto sei uno straniero
se non lo senti nelle gambe che appartieni al mondo intero
ed ogni posto è la tua casa
se quel che lasci indietro è poca cosa
se nella tua valigia metti poco il viaggio
sembrerà un po' più leggero
ma la mia valigia non può essere leggera
perchè
dentro c'è la mia vita intera
qualcuno ha detto che la meta si fa viaggiando
ma in questa barca, per questo mare scuro, io so già dove stò andando
tra facce sconosciuto ostili a mendicare un posto in purgatorio
senza sapere se quello che perdo è un po' di meno di quello che trovo
viaggiatore senza meta, la meta si fa viaggiando
ma in questa barca, per questo mare scuro, io so già dove stò andando

.. le core .. la valigia dello straniero ..
" il viaggio da me a me fa il giro del mondo "
photo by me .. mani
weekend senza capo nè coda

sabato, giugno 27

memory remains
















scampagnata sulla scogliera.
quello è l'oceano...
lì, in fondo, dall'altra parte
c'è solo l'america.

music: de andrè... per i tuoi larghi occhi chiari

mercoledì, giugno 24


titolo
: about how to put yourself into shit's situations
sottotitolo: di come togliere gli animali dalle cappe dei camini, e di altre cose buffe

com'era quella storia di tutti i nodi che vengono al pettine?
basta con questi uomini secchi, basta con questi esseri umani incerti, basta con gli occhi che sembrano i vetri colorati delle cattedrali e che, come i vetri colorati, non servono proprio a un cazzo. e basta anche con me, per dio, e con questo continuo chiedere e ricevere e dare e aspettare.
dottore, ho un mal di testa allucinante. sarà stata quella 5a pinta di scotch ale che ho comprato perchè ero triste ma non ho mai sul serio voluto bere. il bianco degli occhi non è più così bianco certe mattine. mi convinco di essere itterica. stò stendendo i piedi. da un certo punto di vista, tanto meglio. viva le donne appucundriate!
la delegazione arrivò a messa senza troppi casini. nessuno ebbe da ridire, nemmeno io.
andare a firenze o non andare a firenze... questo è il problema!
crederci o non credereci... restare o non restare...
ma ne vale la pena?
com'è che era, la storia dei nodi?
dov'è la pigneri, quando c'è bisogno di un po' di musica?


"Tasto le mie piante di neve
Volo sulle tue angosce
Riversano amore sulle mie membra
E s’agitano a farmi morire
Vorrei non mi guardassi rapita
Ma diventassi per un attimo pratica
Non puoi dirmi di fare tesoro
Fai quello che vuoi
Ho bisogno di sentirmi guidato
Dalla tua fantasia di donna che sa
Ritorno ad un tempo ubriaco
Della tua pelle soffice
Quando per un tuo sorriso prezioso ero disposto
A rinunciare alla parte migliore di me
Quando per i tuoi occhi di niente
Mi trascinavo idiota e stanco
Quando per tutta la gente
Ero un solitario
Acrobata santo
Per non averti mai chiesto nulla
Che andasse oltre la tua dimensione
Catastrofica e ridicola insieme
Di ricca fanciulla ragazza perbene
Ora la mia vena è esaurita
Ti giuro non oso parlare
Per farti star male un momento per bene
Per farti capire per riuscire ad amare
Ho chiesto soldi alle mie sicarie
Ho chiesto in ginocchio un mese di tempo
Le mie promesse le ho rispettate ed ancora
Della tua infedeltà sono monastico tempio
Non riuscirei mai continuando
A fingermi ancora mercante di noia
Si vende a peso o a metro quadrato
Nella mia anima è un vero lerciaio
Sono disposto ancora ad una cosa amore
Vecchia giovane vamp
A ritruccare il mito della tua gloria
All’altare nascosto della viltà
Per consolarmi osservando l’immagine
Dei tuoi capelli da capogiro
Delle sacre bibbie del tuo seno
Che troppo spesso ho confuso con Dio."

gesù, ti prego, prenditi saverio e ridacci andrea pazienza!!
music.. donics.. noise session4
photo.. the cage

sabato, giugno 20

a volte ci sono argomenti così abusati che ti senti stupido, a volerci scrivere qualcosa sopra...
ma, soprattutto, ti sembra incredibilmente stupido che una persona che ha avuto (e diciamolo pure senza vergogna) la fortuna di nascere in questo angolo di mondo e in questa piega della continuum spazio-tempo, reputi ancora normale...
e la sera, mollemente affogata nel sedile posteriore della macchina di MioCognato, istupidita dal caldo e dal vino cattivo, guardo la città scorrere lungo i guardrail ammaccato dell'appia, mentre mi riportano a casa.
e penso ad Amira che si è arenata in tunisia perchè era stanca di pagarsi l'affitto di casa ed è tornata a casa di suo padre.
ed il padre le ha detto "ti do quello che vuoi, stai a casa mia, non ti preoccupare".
e poi il padre le ha fatto mettere il velo.
e poi si è fatto dare un attimo il passaporto.
e poi non le ha più restituito i documenti.
e poi le ha trovato uno tanto carino che forse è il caso di conoscere.
e poi le ha detto che è stata in europa, e lì una ragazza che ha studiato in europa non se la vuole pigliare nessuno, e che forse questa è la tua ultima occasione.
e poi, semplicemente, un giorno Amira ha smesso di telefonare, e di scrivere, e di connettersi ad internet.
e mi chiedo come sia possibile che tu, tu che sei qui, te ne stia lì a non dir nulla. e mi chiedo se possa ancora essere vero qui e adesso, ma soprattutto con te, che sei così agguerrita che le zanzare non ti mordono mai perchè prendono fuoco a volarti vicino.
siamo ragazze dure, abbiamo scelto un lavoro e una carriera per cui dovremo farci largo con il taser e calpestare la gente. viviamo in una vasca di squali e, per sopravvivere umanamente e professionalmente, siamo diventate squali anche noi. abbiamo appurato che a essere buone e coccolose t'acchiappi sempre qualcuno che te lo mette a culo, quindi abbiamo plasmato noi stesse per adeguarci ad un'immagine preconfezionata di ragazza stronza e cattiva e agguerrita da cui, ahimè, non riusciamo più a prescindere.
capisco che a volte possa fare piacere di sentirsi, come dire... dominate!
a volte può far piacere trovare una persona forte che ti sappia mettere a posto e che sia capace di arginare la tua follia dilagante. posso capire che a volte possa essere terribilmente appagante e luridamente soddisfacente di trovarsi un uomo forte e maschio e virile e abbuffato di tutti quei clichè tipo uomo delle caverne che dà la botta in testa alla femmina e se la trascina nella grotta...
ma questa, bella mia, è un'altra storia.
perchè, se te lo stai chiedendo, ti rispondo che no, non era questo quello che cercavi
e che no, ci sono passate tutte.
e che no, non è un cazzo normale.
ma, soprattutto, che no... non è stato un episodio, e non passerà.


dedicated to .. la linea di fuga

domenica, giugno 14


come col capo sotto l'ala bianca
dormon le palombelle innamorate
così tu adagi la persona stanca
sotto le coltri molli e ricamate
la testa bionda sul guancial riposa
l'età dei sogni suoi color di rosa
e tra le barbe care al tuo sorriso
una ne passa che ti sfiora il viso
...
passa e ti dice che bruciar le vene
che sanguinare il cor per te mi sento
passa e ti dice che ti voglio bene
che sei la mia dolcezza il mio tormento
bianca tra un limbo di capelli biondi
l'età sorridi ai sogni tuoi giocondi
o non destarti
o fior del paradiso
io vengo in sogno
per baciarti il viso

in casa mia si porta assai il canto lirico. ho uno zio che si paga da vivere facendo il cantante lirico...
tu, intanto, ricorda la serenata di mascagni. io la continuo a sentire sempre quando il caldo "il caldo ha il sapore della morte", come dice fortunato. la sento per farmi venire i brividi.

venerdì, giugno 12

dlin dlon...
avvisiamo i gentili utenti che il consueto flusso depressivo verrà momentaneamente interrotto per condividere un'immagine che tanto tenera e che tanto ci fa sorridere. nonostante questo blog abbia giurato sui sandali di padreppio di non dedicarsi mai e poi mai, nemmeno se ci mette mano il pateterno, alla politica... ebbene non posso negare un certo trasporto per questa foto :







che il buon butù la abbia in gloria.
lei e tutti i poveri illusi che, quella mattina, si sono alzati dal lettino e sono andati a votare.
io aspetto tempi migliori... preferisco rimanere a casa a lavorare per 'stò spaccimma di esame per pigliarmi 'stà spaccimma di laura e scappare altrove.
o, al limite, preferisco rimanere a letto a schiavettare come un riccio, sudando come un visigoto.
perchè la vita è troppo breve per sprecarla a odiare l'elefante.
l'odio non cessa con l'odio, in nessun tempo:
l'odio si placa con l'amore.
- Dhammapada I, 5 -
il bello del buddhismo è che certe volte è commovente, nella sua banalità quasi infantile.
un po' come la foto di cui sopra...

music .. gaber, io non mi sento italiano
uelcòm tu de megic uorld of banaliti


mercoledì, giugno 10

























... e poi ci sono le sere che hai studiato tutto il santo giorno, e che le radio online passano solo canzoni tristi.
le sere che LaSorella e HoneyP se ne stanno sul letto a guardarsi negli occhi attraverso la penombra tagliata dallo schermo del pc, su cui scorrono cartoni animati cortesemente ignorati.
che poi sono le stesse sere in cui nessuno vuole uscire e nessuno vuole bere a parte quelle 2 o 3 persone che forse è meglio non chiamare.
che poi sono le stesse sere in cui c'è la voce di Paolo che bisbiglia sottovoce la Maronn' rè rose.
che non capisci cosa ci sia di fondamentalmente sbagliato in quest'aria così calda e così ferma.
che non ti spieghi perchè a volte ti senti solo così calma e così balorda.
che non ti spieghi perchè non ti ho risposto a telefono, la sera che eri di fronte alla mia porta, ed io non ho voluto aprire.


photo .. the cronicles of meaux

lunedì, giugno 8

niente... e così sia!

mi ritorna in mente cècile roblin che ci presenta il suo ragazzo.
cècile roblin è una chiattona schifosa e odiosa e sciatta e darkissima che non so perchè ha un successo smodato con certi tocchi di giovani che io me li piango la notte. parla con una voce strascicata che rotola via a fatica da quella gola cicciona con all'imboccatura un buco troppo piccolo.
comunque questa sera, dicevo, c'è cècile roblin che ci presenta il suo ragazzo.
lui le carezza le spalle, le sorride, le accende le sigarette, le passa la punta delle dita tra i capelli stratinti...
quando va a prendere da bere le sorrido e dico, compiaciuta, che è carino.
immagino le possa far piacere questa mia solidarietà femminile...
lei cambia espressione e gorgoglia "si è carino, ma non è Lui..."
fredda, dura, ineluttabile, mi guarda fissa in fondo agli occhi per vedere se ho capito. sa quello che stò pensando e con una faccia indulgente e una sguardo che mi buca da parte a parte aggiunge :
"... intendo che non è quello giusto!".
io rimango impietrita.
tento di reggere con dignità il suo sguardo, ma lei legge il mio sbigottimento e mi dice, sorridendo "...però ci posso lavorare!!"


forse è tutto qui l'errore!
forse dovremmo semplicemente smettere di cercare di trasformare chi abbiamo vicino in persone migliori. forse dovremmo scegliere direttamente delle persone migliori !
a volte non ci si stanca mai di essere feriti...
ed innamorarmi come un'adolescente sempre e solo di perfetti coglioni è una mia prerogativa. più o meno quando la mia logorrea cronica e la mia capacità di reggere l'alcool come un minatore.

ho i postumi di una sbornia feroce, una cartella sul desktop con il tuo nome scritto sopra e un tuo adesivo sull'agenda. non pensavo che persone che passano così rapide nella tua vita potessero lasciare tanti segni.
ho i postumi di una sbornia feroce e tanti amici che mi battono le mani sulle spalle, mi riempiono il bicchiere e mi ripetono quanto fai schifo come essere umano.
dio... non pensavo che quando le persone passano così rapide nella tua vita potesse fare lo stesso così male!!!

mi rimetto a studiare. riprendo in mano la mia vita da dove l'avevo (volutamente) lasciata andare. tiro fuori il coltello dal fodero, e torno a metterlo tra i denti!
per un momento avevo provato a scoprire la polpa morbida, a offrire il fianco alla lama e, solo per un fottuto attimo, non ho avuto vergogna di mostrarmi debole e spaventata. ed ho sbagliato!

ha ragione l'UomoFocaccina: io sono quella cattiva!
e forse è questa, la vera me... la vera me che si fa ferire con squallida semplicità e devastante frequenza. la vera me che prima adora e poi, non riuscendo a mandare giù la tristezza, odia!
la vera me che forse ha bisogno di questa tristezza e di questo dolore. per sentirsi viva, per sentire che c'è qualcosa che batte ancora.
perchè solo raccogliendo i miei pezzi riesco a rendermi conto di quanto posso essere complessa e articolata, dall'alto del mio metro e 58.

il mondo mi vuole tesa, determinata, aggressiva, arrabbiata... e allora bene: e così che mi avrà!
non sono così stonata e così confusa come può sembrare... non sono così inconcludente e inutilmente alcolizzata e futilmente tossica come hai la presunzione di aver capito. non sai chi sono, non mi conosci, non mi vuoi conoscere, non mi vuoi dare tempo.
oggettivamente, fratello, è un problema tuo!
ho 23 anni e ho due palle sotto che ci puoi aprire le noci!
ho 23 anni e ho vissuto pieghe dei rapporti umani di cui tu hai solo sentito l'odore.
ho 23 anni e ho visto molto più mondo di te e, anche se alla fine non ho capito proprio un cazzo della vita, almeno ho imparato a non spaventarmi.
e a non avvilirmi.

ed ho imparato che rimanere soli non è la soluzione ad un beneamato cazzo!

la cosa più stupida, sai, è che quando finisce la tristezza rimane solo la rabbia.
e magari non ci saremmo sconvolti l'esistenza a vicenda, ma avremmo potuto fare tanto.
ma tu mi hai sfiorata di striscio e hai scelto l'oblio.
e così sia.

" I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo:
nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle, rimane sempre una cicatrice."
Francois La Rochefoucauld


music _ joy division .. trasmission
to MioCugginoMioCuggino & to Marcello
perchè avete ragione: forse siamo destinati a essere sempre un po' soli
guccini .. lettera

"le tv sono un rombo di tuono
per l'indifferenza scostante dei gatti"

photo
_ moi dans l'eau
riflessa nelle pozzanghere sporche della zona industriale

nelle mie brutte scarpe sfondate, di cui vado tanto maledettamente fiera!

domenica, giugno 7


.
per i tuoi occhi troppo chiusi e troppo verdi per la mia visione RGB del mondo.
e per la tua valvola mitrale difettosa che perde un colpo.
e forse, quello che non batte, è proprio il mio...
.

sabato, giugno 6


ciao
ho preso qualche kg, ho tagliato i capelli, ho comprato delle scarpe. ho dato analisi 2, e anche statica, finalmente. ho deciso di non suonare mai più il piano. ho deciso di non votare per le europee. ho lasciato restringere l'espansione fino a 0,8. ho comprato un biglietto per san sebastian e poi non sono partita. ho trovato un nuovo lavoro. ho incontrato gente. ho realizzato maschere di cartapesta per l'onda. ho marciato su roma il 14 novembre. ho scoperto il martell. ho smesso con certa roba. ho dormito con mia sorella. ho staccato alcune le foto dalle pareti. ho dato la festa più bella della mia vita. l'ho aspettato, per ore, alla stazione. ho imparato a giocare a briscola. ho mangiato piccione. ho fatto un'elefante per le nuvole. ho ricominciato a comprare le sigarette. ho portato mia sorella piccola al suo primo concerto al palapartenope. ho disfatto le valigie. e non le ho mai più rifatte.
ho conosciuto una persona. ho dimenticato come si parla. ho avuto paura di dire troppo o troppo poco. ho cercato una risposta. ho cercato un segno. ti ho guardato scendere le scale passo dopo passo, nelle tue scarpe troppo grandi. ti ho visto darmi le spalle e andar via senza girarti più indietro a guardami. forse ho cercato quello che non c'è mai stato. ho voluto troppo e non ho stretto nulla. ho creduto che vicino a te il caldo, per un attimo, avesse smesso di strangolarmi. e anche questa tristezza rampicante, che da un po' di tempo ho, avesse allentato la stretta.



la cosa bella di non avere più 16 anni, è che sai perfettamente ciò che vuoi.
la cosa brutta e che, a quel punto, cominci a pretenderlo.

in un mondo ideale, in un mondo migliore, in un mondo più semplice... tutta questa storia balorda ha un finale diverso: il mio finale...
orwell sarebbe fiero di me: tendo continuamente a riscrivere la storia a mio gusto. trovo finali migliori. mi immagino una situazione parallela in cui, alla fine, i treni che portano via le persone partono sempre in ritardo, e i bambini nascono sempre, la pioggia cade solo quando serve, e le persone che sarebbero state bene insieme non si lasciano.
nel mio finale, tu metti la mano sulla maniglia del portone e ti blocchi. parte di sottofondo, qualcosa tipo friend of the night dei mogwai, che ci stà sempre bene un po' di piano, nelle scene madri. nel mio finale rimani un po' con la mano sulla maniglia del portone a fissare qualcosa di inutile, come tuo solito. tipo le cassette della posta. poi mastichi un'imprecazione, levi la mano sulla maniglia e torni indietro, su per le scale.
e io ti apro la porta e faccio una faccia vagamente intelligente e rimaniamo un po' a fissarci, impalati nella penombra da condominio postatomico. e nessuno ha qualcosa di appropriato e brillante da dire.
e funziona tutto terribilmente bene così!
..photo..
e-motion picture a la carrière, photo by me
.. music ..
mogwai .. frined of the night
breil .. la chanson des vieux amants
perchè mi dispiace, la canzone è un po eccessiva,
ma certe parole mi sembrano più vere in francese!
" mille fois tu pris ton bagage / mille fois je pris mon envol
et chaque meuble se souvient / des éclats des tempêtes
plus rien ne ressemblait à rien/ tu avais perdu le goût de l’eau / et moi celui de la conquête
"

" mille volte hai preso i tuoi bagagli / mille volte io me ne andai via.
ed ogni mobile ricorda / i lampi dei contrasti
non c’era più una cosa giusta / avevi perso il tuo calore / ed io la febbre di conquista.

giovedì, giugno 4

cathartique haircut _ chapter IV


" se penso alla mia relazione ideale, la immagino fatta di lunghi silenzi, con una persona molto calma, che mi parla con lo sguardo, che non alza mai la voce, che vuole fare l'amore spesso, che mi torce il braccio mentre facciamo l'amore, che mi bacia la nuca mentre scrivo, che non mi dice dove va, che non mi chiede dove sono stata, che di notte, al buio, si lascia baciare le spalle senza muoversi, steso sul fianco, e mi cinge la vita mentre cucino, e mi mette incinta senza chiedermelo.
peccato che Marlon Brando sia morto da un po'..."
dall'ultimo post del blog di pulsatilla

" il cielo è vuoto ma negli occhi neri
di quel fanciullo io pregherò il mio dio.
ma il mio dio se ne va in bicicletta
o bagna il muro con disinvoltura "
il cielo è vuoto, sandro penna
da "poesie inedite" 1927-55

se penso... se faccio... se dico... se studio...
se dio esiste... se esisto io...
se io e te stiamo bene insieme... se devo... se posso...
se lo chiamo... se chiamo lui...
se comincio... se smetto...
se... se... se...
le domande non trovano risposta e i pensieri mi stagnano in testa e vanno in loop.
per farli defluire bisognerebbe aprirsi un'altro piercing e lasciar colare tutto fuori dal buco!
ma l'epoca del titanio sotto pelle è finita con la fine della mia onicofagia compulsiva
quindi passo al piano b... e mi taglio i capelli!
bob dylan _ hurricane
the racounters _ steady as she goes





martedì, giugno 2

sailens plis!

.
prendetevi qualche minuto e guardate questo

lunedì, giugno 1

......................................................................................................................... Landscape ..








gli addetti alla fabbricazione del buon umore sono in cassa integrazione
le mie tanto attese mestruazioni e le rivoluzioni
e gli interessamenti per le persone più fatiscenti che incontri mentre crollavano i poster
e tu davi da bere a tutti i cani di piazza Verdi
con i tuoi pianti e gli esaurimenti
e le telefonate inconcludenti
i nostri vuoti sparsi
rifacciamo le tette ai nostri progetti scadenti
restaurando quei momenti quando ci lacrimavano addosso anche i soffitti
e tu che correvi su chilometri di scontrini ma non mi raggiungevi


saltare tra le pozzanghere scure che riflettono troppo cielo e troppa poca me
non sono mai stata brava a scattare foto
non ti vedo. non ti vedo più... ho perso qualcosa... ma dove?
cigli asfaltati di burroni artificiali scavati con i denti nelle colline di questa città che è un po' casa ed un po' prigione. e noi lissù a pensare di buttare striscioni, per colorare il grigio delle cave
ma certe volte il fermo immagine si rompe
e certe volte le cose non sono così semplici
e certe volte non si riesce proprio a lasciare che sia lieve
e noi due dentro il diluvio, correre su un motorino asmatico e poi ridere appollaiati sotto una pensilina
ed eccola quella semplicità avvilente e disarmante, si era seduta da qualche parte, tra i biglietti dei treni e le mille macchie di gelato
e vorrei che tu guidassi per ore, vorrei che la strada fosse infinita e girasse in tondo su se stessa, come un disco di moebius
vorrei non dover mai fare i conti con il marciapiede sotto casa mia
ed i vuoti urbani della zona industriale, con il cielo affollato di gru, fanno da eco a tutti i discorsi che non ti riesco a fare... e ad arrendersi troppo presto all'evidenza si resta con l'amaro in bocca che forse quell'evidenza era solo una patina di ruggine attaccata alle tue spalle troppo strette per reggere il mio peso di ragazza confusa con i fianchi larghi
e che magari sotto il muro di pioggia di questo primo giugno senza capo ne coda ci poteva essere davvero un pizzico d'estate
e pensare che quelli senza scarpe con l'erba tra le dita eravamo noi di qualche settimana fa
e forse cercare di essere veri sotto questo tempo cane che non ha pietà nemmeno di vinicio capossela è troppo difficile
e mi viene solo una gran voglia di rimettersi il casco e dirti
lascia perdere tutto, e portami ancora a caccia di cave...

e forse cercare i tuoi occhi troppo grandi e troppo verdi, sotto questa pioggia, non è tempo perso...
ti devono solo essere caduti, nei rivoli d'acqua sporca, che corrono lungo i marciapiedi
.. photo ..
un paio di settimane fa, un'altra stagione
.. music ..

mogwai, stanley kubrick
le luci della centrale elettrica, la lotta armata al bar
joe barbieri, fammi tremare i polsi
"io resto all'ombra di te, che non chiedi di me
fammi tremare i polsi sotto al cuscino
di pene e confidenze fammi tremare
lungo la schiena c'è un filo che disegnasti per me..."