fa male.
nonostante tutto fa male.
è un piccolo dolore sordo, una puntura di spillo: ma di uno spillo molto molto profondo.che mira da qualche parte dentro, e la colpisce, la buca, la sgonfia.
fa male come una stilettata, ma allo stesso tempo fa anche bene...
e non lo so come fa bene, non ve li so fare gli esempi. perchè semplicemente non ho le parole. le cerco da giorni, nelle pieghe dei capelli ondulati di mia sorella. da quando mi ci sono aggrappata, in uno slancio, quando è successo: le lacrime, e qualcuno da abbracciare... la confusione, ma fa bene! dio quanto, e quanto profondamente fa bene!
fa bene come aspettare da un anno, che poi diventano, 2 mesi, poi uno, poi 4 settimane, poi 3, poi 2, poi ti stanchi e ci smetti di credere, e poi diventano una sola settimana, cioè 7 giorni, e lì ci ricredi, perchè alla fine la speranza è sempre l'ultima a tirare le cuoia... ma poi sono sei giorni, e poi sono cinque, e lì cambi un po' idea ma non lo dai a vedere, poi 4, 3, sul 3 parli con una persona, e poi piangi e poi ti sfoghi, e poi non ci credi più, poi 2 giorni , e poi l'ultimo giorno ti viene detto che prorogano la scadenza di due settimane, e quindi i giorni ridiventano 15 e poi 14 e poi...
"e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi / e dagli occhi, cadere..." _ fabrizio
fa bene come aspettare un anno andando avanti, lasciando capire al mondo che l'attesa non è sempre il centro dei tuoi pensieri, che ci sono cose da fare ADESSO, persone da incontrare, lavori da fare, esami da rubare. fa bene come ricevere una lettere il 14 luglio, un giorno prima della scadenza ultima posticipata del termine ultimo imperativo...
il 14 julliette: festa nazione della repubblica francese, anniversario della presa della bastiglia e vaffanculo, a me è arrivata una lettera!
fa bene come aprire una busta e confessare al mondo che sì... quello è sempre stato il centro dei tuoi pensieri, che non c'era un cazzo da che fare che potesse anche solo lontanamente essere più importante del sederti sull'uscio di casa, ad aspettare notizie. fa bene come confessare al mondo che tu, quest'anno, sei stata una larva, un ombra di te stessa, un pupazzo di carne e capelli tinti di nero, un pupazzo mantenuto in piedi e animato solo dall'attesa dalla speranza.
quest'anno ho fatto 11 esami.
l'altra sera mi hanno detto: "nemmeno puoi immaginare quello che è capace di fare la gente, per rabbia".
siete una banda di coglioni, perchè siete voi voi voi voi voi... voi! che non riuscite ad immaginare cos'è capace di fare la gente, per l'attesa!
ma il giorno
che del manicomio ci apersero i cancelli,
che potremmo toccarle con le mani quelle
rose stupende, che potemmo finalmente
inebriarci del loro destino di fiori.
divine, lussureggianti rose.
non avrei potuto scrivere in quel
momento nulla che riguardasse i fiori
perchè io stessa ero diventata un fiore,
io stessa avevo un gambo e una linfa.
sono giorni che cerco le parole. perchè le parole sono razionalità: le parole mettono ordine.
se scrivo qualcosa, vuol dire che l'ho capita abbastanza da riuscire ad esprimerla, a riassumerla, a schematizzarla!
bhè, mi dispiace, ma l'unica cosa a cui sono arrivata, è che fa bene, fa bene come camminare i kilometri per tornare a casa, sotto l'acqua, sbronzi, stonati, che ti hanno pure rubato il telefono e ti sei pure perso le chiavi di casa... e arrivato a casa ti becchi il sole che stà salendo. e, improvvisamente, smetti di sentire freddo.
l'ecole nationelle superieure d'architecture de Paris-Belleville, dopo avermi dato della "mademoiselle" ed essersi fatto scappare addirittura un "madame" ha "l'honneure de faire savoir qu'apres avoir examinè mon dossier, la Commission de validation des etudes, experiences professionelle ou acquis personnels, a donnè un avis favorable a ma demande"...
vado a parigi!
tre parole.
una vita dentro.
in questo momento, in cui siamo tutti qui riuniti per gioire di questi doni, il nostro pensiero va a tutte le persone che c' vonn' bbene, e a quelle che c' vonn' male!
un grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno sempre creduto. a quelli che hanno detto "wa, come hai messo in mezzo sto fatto, già sapevo che ti pigliavano!".
loro sanno. e se non sanno abbastanza è solo colpa mia. dovrò offrire più sabuca e prendere più treni.
per quelli che c' vonn' male, non nascondo la soddisfazione per il fatto che una serie di persone rimarrano qui ancorate, a strozzarsi nella loro monnezza come appunto si meritano per il semplice fatto di essere il tipo di subumanoide che trova o ha trovato piacere, in passato, a grufolare nel torbido e a sguazzare nella propria merda, frugando avidamente in quella altrui, di merda.
tutti gli altri sono anime candide e leggere, anche se ci cadono, nella monnezza e nella merda, le stesse leggi della fisica gli consentiranno di non affondare mai.
e ciò è cosa buona e giusta, perchè me ne vado sapendo che quic'è tanta gente che merita ancora di essere salvata!
nonostante tutto fa male.
è un piccolo dolore sordo, una puntura di spillo: ma di uno spillo molto molto profondo.che mira da qualche parte dentro, e la colpisce, la buca, la sgonfia.
fa male come una stilettata, ma allo stesso tempo fa anche bene...
e non lo so come fa bene, non ve li so fare gli esempi. perchè semplicemente non ho le parole. le cerco da giorni, nelle pieghe dei capelli ondulati di mia sorella. da quando mi ci sono aggrappata, in uno slancio, quando è successo: le lacrime, e qualcuno da abbracciare... la confusione, ma fa bene! dio quanto, e quanto profondamente fa bene!
fa bene come aspettare da un anno, che poi diventano, 2 mesi, poi uno, poi 4 settimane, poi 3, poi 2, poi ti stanchi e ci smetti di credere, e poi diventano una sola settimana, cioè 7 giorni, e lì ci ricredi, perchè alla fine la speranza è sempre l'ultima a tirare le cuoia... ma poi sono sei giorni, e poi sono cinque, e lì cambi un po' idea ma non lo dai a vedere, poi 4, 3, sul 3 parli con una persona, e poi piangi e poi ti sfoghi, e poi non ci credi più, poi 2 giorni , e poi l'ultimo giorno ti viene detto che prorogano la scadenza di due settimane, e quindi i giorni ridiventano 15 e poi 14 e poi...
"e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi / e dagli occhi, cadere..." _ fabrizio
fa bene come aspettare un anno andando avanti, lasciando capire al mondo che l'attesa non è sempre il centro dei tuoi pensieri, che ci sono cose da fare ADESSO, persone da incontrare, lavori da fare, esami da rubare. fa bene come ricevere una lettere il 14 luglio, un giorno prima della scadenza ultima posticipata del termine ultimo imperativo...
il 14 julliette: festa nazione della repubblica francese, anniversario della presa della bastiglia e vaffanculo, a me è arrivata una lettera!
fa bene come aprire una busta e confessare al mondo che sì... quello è sempre stato il centro dei tuoi pensieri, che non c'era un cazzo da che fare che potesse anche solo lontanamente essere più importante del sederti sull'uscio di casa, ad aspettare notizie. fa bene come confessare al mondo che tu, quest'anno, sei stata una larva, un ombra di te stessa, un pupazzo di carne e capelli tinti di nero, un pupazzo mantenuto in piedi e animato solo dall'attesa dalla speranza.
quest'anno ho fatto 11 esami.
l'altra sera mi hanno detto: "nemmeno puoi immaginare quello che è capace di fare la gente, per rabbia".
siete una banda di coglioni, perchè siete voi voi voi voi voi... voi! che non riuscite ad immaginare cos'è capace di fare la gente, per l'attesa!
ma il giorno
che del manicomio ci apersero i cancelli,
che potremmo toccarle con le mani quelle
rose stupende, che potemmo finalmente
inebriarci del loro destino di fiori.
divine, lussureggianti rose.
non avrei potuto scrivere in quel
momento nulla che riguardasse i fiori
perchè io stessa ero diventata un fiore,
io stessa avevo un gambo e una linfa.
// Alda Merini, Diario di una diversa //
sono giorni che cerco le parole. perchè le parole sono razionalità: le parole mettono ordine.
se scrivo qualcosa, vuol dire che l'ho capita abbastanza da riuscire ad esprimerla, a riassumerla, a schematizzarla!
bhè, mi dispiace, ma l'unica cosa a cui sono arrivata, è che fa bene, fa bene come camminare i kilometri per tornare a casa, sotto l'acqua, sbronzi, stonati, che ti hanno pure rubato il telefono e ti sei pure perso le chiavi di casa... e arrivato a casa ti becchi il sole che stà salendo. e, improvvisamente, smetti di sentire freddo.
l'ecole nationelle superieure d'architecture de Paris-Belleville, dopo avermi dato della "mademoiselle" ed essersi fatto scappare addirittura un "madame" ha "l'honneure de faire savoir qu'apres avoir examinè mon dossier, la Commission de validation des etudes, experiences professionelle ou acquis personnels, a donnè un avis favorable a ma demande"...
vado a parigi!
tre parole.
una vita dentro.
in questo momento, in cui siamo tutti qui riuniti per gioire di questi doni, il nostro pensiero va a tutte le persone che c' vonn' bbene, e a quelle che c' vonn' male!
un grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno sempre creduto. a quelli che hanno detto "wa, come hai messo in mezzo sto fatto, già sapevo che ti pigliavano!".
loro sanno. e se non sanno abbastanza è solo colpa mia. dovrò offrire più sabuca e prendere più treni.
per quelli che c' vonn' male, non nascondo la soddisfazione per il fatto che una serie di persone rimarrano qui ancorate, a strozzarsi nella loro monnezza come appunto si meritano per il semplice fatto di essere il tipo di subumanoide che trova o ha trovato piacere, in passato, a grufolare nel torbido e a sguazzare nella propria merda, frugando avidamente in quella altrui, di merda.
tutti gli altri sono anime candide e leggere, anche se ci cadono, nella monnezza e nella merda, le stesse leggi della fisica gli consentiranno di non affondare mai.
e ciò è cosa buona e giusta, perchè me ne vado sapendo che quic'è tanta gente che merita ancora di essere salvata!
vincent delerm _ à Naples il y a peu d'endroits pour s'asseoir
jejejeje
yann tiersen & berdard catat _ a ton etoile
"Comme on n'a pas le choix il nous reste le cœur
Tu peux cracher, même rire, et tu le dois"
jejejeje
yann tiersen & berdard catat _ a ton etoile
"Comme on n'a pas le choix il nous reste le cœur
Tu peux cracher, même rire, et tu le dois"
1 commento:
Cazzo Parigi.... =O
Ti invidio, ma con affetto, per aver avuto la forza di aspettare, per non esserti fatta "mangiare" dalla speranza che a volte tarda ad arrivare e finisce per ammazzarti...
Ti ammiro per il coraggio che hai avuto, di fare una scelta, scelta che immagino per quanto sia bella, giusta allo stesso tempo è dolorosa e chissà forse fa anche paura...
Sono sempre felice quando una persona che conosco prende in mano la sua vita e la porta così in alto...
Brava cugy...
In bocca al lupo x tutto =)
LeGite
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