settimana parisien.
partita di corsa, arrivata di corsa, ripartita di corsa. sono in camera mia e nemmeno mi rendo conto di cosa mi è capitato, in questi giorni...
perché sei andata a parigi? perché sono ostinata come un cane da riporto: quando serro i denti non mollo la presa! mi è completamente sconosciuto il concetto del "lascia che vada".
o meglio, per dirla un maniera un po' più poetica:
questi giorni a parigi mi hanno fatto capire che non basta. ci vuole di più.
mi manca, e forse mi manca da mesi, una delle cose fondamentali... forse ciò che mi ha convinto a rimanere a casa tua, quella sera: la pura e semplice gioia di ascoltarti!
propositi per l'anno nuovo: rendersi conto che io NON sono l'unico centro del dell'universo, attorno al quale tutto orbita!
tornando, sull'aereo, mi sono concessa il lusso di non fare nient'altro che guardare fuori, e ricordare e analizzare e sviscerare questa settimana. oggettivamente è stato un disastro, ma ha avuto i suoi momenti.
oppure sono sempre io e continuo a cercare disperatamente una caramellina alla fine di ogni pelea...
a parte le scie amare che mi si sciolgono in bocca (come quel cacchio di formaggio sardo che non si riusciva a ingoiare di nessuna maniera...) resta il solito mosaico di mille momenti belli e brutti. momenti che, purtroppo, non si incastrano perfettamente come gli elementi che compongono la superficie del geode, a creare una superficie liscia e senza interruzioni. ci sono tanti buchi e tante crepe. e, attraverso quei buchi e quelle crepe, filtra la luce del film che stanno proiettando dentro il geode. e forse il film mi piace, forse no... ma l'effetto che fa è bellissimo, e voglio rimanere qui, a guardarlo. vuoi sederti accanto a me?
parigi è un capolavoro, l'università di belleville è un capolavoro, i miei suoceri sono un capolavoro... con la scala che scricchiola e il parquet che geme a ogni passo.
a parigi la metro sa perfettamente quando sto arrivando, e si fa trovare già lì, con le porte aperte e SEMPRE due posti liberi, uno accanto all'altro, così ci si può abbracciare...
la gioventù francese mangia come un ossessa, fuma come una grande ciminiera, parla un dialetto incomprensibile, fa feste da paura, dorme 2mila ore al giorno, ride per tutto, fa una caciara assurda, si sbatte in mille attività e beve come dei maledetti... un intera nazione si incammina sulla via della cirrosi epatica. non so come si dica "astemio" in francese, ma suppongo che la loro lingua non concepisca questo concetto!
e io li adoro!!!
per questo, e per molte altre cose!
all'università di belleville hanno una macchina ALLUCINANTE tipo NASA per ricreare la luce del sole in una giornata invernale nuvolosa (!!!) . tu vai lì con il tuo bel plastico e tutti insieme allegramente si perde una mattinata intera per studiare i riflessi che crea la luce sul pavimento...
e questo mi fa impazzire!
io ho deciso, io voglio venire, ci voglio essere!
voglio entrare in questa vita, in questo mondo. voglio affondare le mani in questa melassa e voglio farmi portar via urbica dalla metropolitana infinita. voglio fare plastici e infilarli nella macchina della luce, e avere la camera da letto invasa di cartone...
e... lo dico... non mi interessa proprio un cazzo se, per fare questo, devo rinunciare al bidet!!
tutti i sogni hanno un prezzo, e io sono disposta a pagare questo!
(pausa a effetto)
ci sono dubbi? domande? crisi? non sai??
in una maniera ne verremo fuori!
abbiamo scelto insieme e continueremo insieme! scusa se, per un momento, mi sono persa...
avevo chiuso gli occhi, e mi ero lasciata portar via dalla metro. quando mi sono svegliata non eri più accanto a me. aspettami a Republique, torno indietro di un paio di fermate e ce ne andiamo a casa insieme!
quando saremo pronti entrambe.
lode e gloria a paquerette
partita di corsa, arrivata di corsa, ripartita di corsa. sono in camera mia e nemmeno mi rendo conto di cosa mi è capitato, in questi giorni...
perché sei andata a parigi? perché sono ostinata come un cane da riporto: quando serro i denti non mollo la presa! mi è completamente sconosciuto il concetto del "lascia che vada".
o meglio, per dirla un maniera un po' più poetica:
"nel dormiveglia della corrieraho sempre avuto la convinzione che per sopravvivere ci voglia un cuore di burro, la capacità (o l'elasticità) di muoversi senza troppo bagaglio, una buona dose di follia e delle corde vocali abbastanza forti da riuscire a urlare sempre più forte.
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna "
questi giorni a parigi mi hanno fatto capire che non basta. ci vuole di più.
mi manca, e forse mi manca da mesi, una delle cose fondamentali... forse ciò che mi ha convinto a rimanere a casa tua, quella sera: la pura e semplice gioia di ascoltarti!
propositi per l'anno nuovo: rendersi conto che io NON sono l'unico centro del dell'universo, attorno al quale tutto orbita!
tornando, sull'aereo, mi sono concessa il lusso di non fare nient'altro che guardare fuori, e ricordare e analizzare e sviscerare questa settimana. oggettivamente è stato un disastro, ma ha avuto i suoi momenti.
oppure sono sempre io e continuo a cercare disperatamente una caramellina alla fine di ogni pelea...
a parte le scie amare che mi si sciolgono in bocca (come quel cacchio di formaggio sardo che non si riusciva a ingoiare di nessuna maniera...) resta il solito mosaico di mille momenti belli e brutti. momenti che, purtroppo, non si incastrano perfettamente come gli elementi che compongono la superficie del geode, a creare una superficie liscia e senza interruzioni. ci sono tanti buchi e tante crepe. e, attraverso quei buchi e quelle crepe, filtra la luce del film che stanno proiettando dentro il geode. e forse il film mi piace, forse no... ma l'effetto che fa è bellissimo, e voglio rimanere qui, a guardarlo. vuoi sederti accanto a me?
parigi è un capolavoro, l'università di belleville è un capolavoro, i miei suoceri sono un capolavoro... con la scala che scricchiola e il parquet che geme a ogni passo.
a parigi la metro sa perfettamente quando sto arrivando, e si fa trovare già lì, con le porte aperte e SEMPRE due posti liberi, uno accanto all'altro, così ci si può abbracciare...
la gioventù francese mangia come un ossessa, fuma come una grande ciminiera, parla un dialetto incomprensibile, fa feste da paura, dorme 2mila ore al giorno, ride per tutto, fa una caciara assurda, si sbatte in mille attività e beve come dei maledetti... un intera nazione si incammina sulla via della cirrosi epatica. non so come si dica "astemio" in francese, ma suppongo che la loro lingua non concepisca questo concetto!
e io li adoro!!!
per questo, e per molte altre cose!
all'università di belleville hanno una macchina ALLUCINANTE tipo NASA per ricreare la luce del sole in una giornata invernale nuvolosa (!!!) . tu vai lì con il tuo bel plastico e tutti insieme allegramente si perde una mattinata intera per studiare i riflessi che crea la luce sul pavimento...
e questo mi fa impazzire!
io ho deciso, io voglio venire, ci voglio essere!
voglio entrare in questa vita, in questo mondo. voglio affondare le mani in questa melassa e voglio farmi portar via urbica dalla metropolitana infinita. voglio fare plastici e infilarli nella macchina della luce, e avere la camera da letto invasa di cartone...
e... lo dico... non mi interessa proprio un cazzo se, per fare questo, devo rinunciare al bidet!!
tutti i sogni hanno un prezzo, e io sono disposta a pagare questo!
(pausa a effetto)
ci sono dubbi? domande? crisi? non sai??
in una maniera ne verremo fuori!
abbiamo scelto insieme e continueremo insieme! scusa se, per un momento, mi sono persa...
avevo chiuso gli occhi, e mi ero lasciata portar via dalla metro. quando mi sono svegliata non eri più accanto a me. aspettami a Republique, torno indietro di un paio di fermate e ce ne andiamo a casa insieme!
quando saremo pronti entrambe.
lode e gloria a paquerette
ascoltando:
SpHeriCal MindS _ spiLLed moMents
in foto: in ordine di comparsa...
CITè DE LA SCIENCE _ le mani, anzi, le chiappe sulla città
BUTTE CHAMONT _ idiota in trasferta
LA VILLETTE , MON MARì & LES FOLIES _ sullo sfondo il canale melmoso che porta fino a esbly
CITè DE LA SCIENCE A LA VILLETTE , IL GEODE_ metafora di vita o semplice trip?!
ECOLE SUPERIORE D'ARCHITECTURE PARIS BELLEVILLE _ la moderna tecnologia a servizio del cazzeggio filosofico
dulcis in fundo:
PAQUERETTE _ adoro le mie turbe affettive, e adoro il pomeriggio passato a torturarti, per avere il regalo
SpHeriCal MindS _ spiLLed moMents
in foto: in ordine di comparsa...
CITè DE LA SCIENCE _ le mani, anzi, le chiappe sulla città
BUTTE CHAMONT _ idiota in trasferta
LA VILLETTE , MON MARì & LES FOLIES _ sullo sfondo il canale melmoso che porta fino a esbly
CITè DE LA SCIENCE A LA VILLETTE , IL GEODE_ metafora di vita o semplice trip?!
ECOLE SUPERIORE D'ARCHITECTURE PARIS BELLEVILLE _ la moderna tecnologia a servizio del cazzeggio filosofico
dulcis in fundo:
PAQUERETTE _ adoro le mie turbe affettive, e adoro il pomeriggio passato a torturarti, per avere il regalo
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