sabato, giugno 6


ciao
ho preso qualche kg, ho tagliato i capelli, ho comprato delle scarpe. ho dato analisi 2, e anche statica, finalmente. ho deciso di non suonare mai più il piano. ho deciso di non votare per le europee. ho lasciato restringere l'espansione fino a 0,8. ho comprato un biglietto per san sebastian e poi non sono partita. ho trovato un nuovo lavoro. ho incontrato gente. ho realizzato maschere di cartapesta per l'onda. ho marciato su roma il 14 novembre. ho scoperto il martell. ho smesso con certa roba. ho dormito con mia sorella. ho staccato alcune le foto dalle pareti. ho dato la festa più bella della mia vita. l'ho aspettato, per ore, alla stazione. ho imparato a giocare a briscola. ho mangiato piccione. ho fatto un'elefante per le nuvole. ho ricominciato a comprare le sigarette. ho portato mia sorella piccola al suo primo concerto al palapartenope. ho disfatto le valigie. e non le ho mai più rifatte.
ho conosciuto una persona. ho dimenticato come si parla. ho avuto paura di dire troppo o troppo poco. ho cercato una risposta. ho cercato un segno. ti ho guardato scendere le scale passo dopo passo, nelle tue scarpe troppo grandi. ti ho visto darmi le spalle e andar via senza girarti più indietro a guardami. forse ho cercato quello che non c'è mai stato. ho voluto troppo e non ho stretto nulla. ho creduto che vicino a te il caldo, per un attimo, avesse smesso di strangolarmi. e anche questa tristezza rampicante, che da un po' di tempo ho, avesse allentato la stretta.



la cosa bella di non avere più 16 anni, è che sai perfettamente ciò che vuoi.
la cosa brutta e che, a quel punto, cominci a pretenderlo.

in un mondo ideale, in un mondo migliore, in un mondo più semplice... tutta questa storia balorda ha un finale diverso: il mio finale...
orwell sarebbe fiero di me: tendo continuamente a riscrivere la storia a mio gusto. trovo finali migliori. mi immagino una situazione parallela in cui, alla fine, i treni che portano via le persone partono sempre in ritardo, e i bambini nascono sempre, la pioggia cade solo quando serve, e le persone che sarebbero state bene insieme non si lasciano.
nel mio finale, tu metti la mano sulla maniglia del portone e ti blocchi. parte di sottofondo, qualcosa tipo friend of the night dei mogwai, che ci stà sempre bene un po' di piano, nelle scene madri. nel mio finale rimani un po' con la mano sulla maniglia del portone a fissare qualcosa di inutile, come tuo solito. tipo le cassette della posta. poi mastichi un'imprecazione, levi la mano sulla maniglia e torni indietro, su per le scale.
e io ti apro la porta e faccio una faccia vagamente intelligente e rimaniamo un po' a fissarci, impalati nella penombra da condominio postatomico. e nessuno ha qualcosa di appropriato e brillante da dire.
e funziona tutto terribilmente bene così!
..photo..
e-motion picture a la carrière, photo by me
.. music ..
mogwai .. frined of the night
breil .. la chanson des vieux amants
perchè mi dispiace, la canzone è un po eccessiva,
ma certe parole mi sembrano più vere in francese!
" mille fois tu pris ton bagage / mille fois je pris mon envol
et chaque meuble se souvient / des éclats des tempêtes
plus rien ne ressemblait à rien/ tu avais perdu le goût de l’eau / et moi celui de la conquête
"

" mille volte hai preso i tuoi bagagli / mille volte io me ne andai via.
ed ogni mobile ricorda / i lampi dei contrasti
non c’era più una cosa giusta / avevi perso il tuo calore / ed io la febbre di conquista.

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