le stampe, i disegni.
dipartimento: consegnare questo documento a...
ma dov'è che dovevo andare?
l'aria ha uno strano sapore...
perchè ero uscita di casa? dove stavo andando?!
forse sto fumando. o forse sto studiando troppo. o forse, semplicemente, sto aspettando troppo.
da troppo tempo.
ma alla fine non è poi così grave.
alla fin fine io vivo bene con la pelle che mi porto addosso.
certo quando ti svegli la mattina, e appena apri gli occhi ti schiaffeggia la consapevolezza di quello che ti sta succedendo intorno.
e poi passi tutta una giornata seduta davanti a un pc, bruciando dentro...
bhè...
quando arrivi alla sera ti rendi conto che, in fin dei conti, è solo colpa tua se stai così.
alla fin fine, te la sei cercata fin dal primo momento.
e lì ti dici che alla fin fine non ti è dispiaciuto, alla fin fine non ti dispiace.
e hai quasi la certezza, che qualsiasi cosa è successo, stà succedendo, e succerà, non ti dispiacerà mai.
alla fin fine ti piace essere così.
così volubile-drammatica-isterica-patetica-primadonna-paranoica-autolesionista...
io, alla fin fine, vivo in pace con la pelle che mi porto in giro.
si, va bene, con questi ritmi non si può andare avanti.
si, va bene, ormai sono apertamente in caduta libera!
ma quando ti trovi a litigare su msn, poi per telefono, piangendo e gridando e odiando e mandando a cagare... e dopo 10 minuti ti trovi con 100e passa euro in meno, e un biglietto andata e ritorno per Lione in mano....
bhè...
lì non c'entra la caduta libera...
errare è perfettamente normale, per un essere umano...
ma in quei momenti non ti senti nemmeno, con precisione, un essere umano!
ho visto il sole sorgere e tramontare per 3 settimane di fila, attraverso il balconcino di camera del LaFranca, che dà sul porto (non LaFranca... intendevo il balconcino).
adesso anche il balconcino ha i giorni contati: fra un paio di giorni LaFranca trasloca.
ho visto gente costruire sogni più grandi dello stesso porto di napoli, e vederli crollare nel giro di un fine settimana.
ho visto penelope e il suo uomo tessere una tela infinita e piena di ricami durante mesi e mesi, attraverso 3 stati e 2 università, 3 lingue e una ventina di esami.
ho visto penelope e il suo uomo tessere fianco a fianco, fissando lo stesso punto del ricamo per mesi e mesi, senza nemmeno bisogno di guardarsi. sentendo la presenza dell'altro accanto. stringersi le dita per un attimo, quando si sfioravano casualmente, tra i fili dell'ordito.
e poi riprendere a tessere.
ho visto penelope continuare a tessere da sola, la notte, mentre il suo uomo dormiva tranquillo il sonno delle persone pacifiche. il sonno di chi non si tormenta.
l'ho vista stanca e depressa e svilita e sfiancata, ma l'ho vista tirare un piede fuori dal letto, accendere una candela e rimettersi a sedere, davanti al suo telaio.
ho visto penelope disfare i punti tessuti male e ripeterli ancora, e ancora, e ancora... fumando una sigaretta dopo l'altra, bevendo caffè nero bollente e amaro per tenersi verticale... agognando alla perfezione del disegno finale.
e ad un tratto ho visto la tela disfarsi, improvvisamente, dal nulla.
ho visto qualcuno tirare un angolo, e o visto la tela strapparsi e venir via a pezze...
e ho visto penelope inorridire, bruciare, consumarsi...
nella terribile consapevolezza che, forse, mentre il suo uomo dormiva... forse lei, per la stanchezza, è andata avanti ore e ore tessendo l'aria.
nelle ultime tre settimane non ho dormito più di 4 ore a notte.
ho terminato un book di quasi 100 pagine che mi ha rubto ore e ore e giorni di lavoro, e che mi sarebbe servito per l'iscrizione e il trasferimento all'università di belleville. ho preso un chilo, mi sono mangiata tutte le unghie, mi hanno trovato un polipo al collo dell'utero. mi sono tagliata i capelli, ho fatto 3 esami prendendo due 30 e un 28, sono stata tradita, lasciata, svilita e umiliata... ho visto la tela disfarsi fino all'ultimo punto, e il suo disegno rimanere in sospeso in aria qualche momento. vibrare.
per quel bastardissimo scherzo di natura secondo cui i tuoi occhi conservano l'immagine per un tot di secondo...
non ci avrei mai creduto... ma, certe volte, mi manca davvero tanto l'oceano!
pHoTo: live dal blog d' ErBongia
aScolTando: GiuSePPe veRdi _ meSSa di reQuieM: diEs iRae
"Dies irae, dies illa, dies tribulationis et angustiae, dies calamitatis et miseriae, dies tenebrarum et caliginis, dies nebulae et turbinis, dies tubae et clangoris super civitates munitas et super angulos excelsos."
"Giorno d'ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo. "
sono poche le cose che riescono ad essere epiche come le onde dell'atlantico sul paseo nuevo, in inverno.
aScolTando: GiuSePPe veRdi _ meSSa di reQuieM: diEs iRae
"Dies irae, dies illa, dies tribulationis et angustiae, dies calamitatis et miseriae, dies tenebrarum et caliginis, dies nebulae et turbinis, dies tubae et clangoris super civitates munitas et super angulos excelsos."
"Giorno d'ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo. "
sono poche le cose che riescono ad essere epiche come le onde dell'atlantico sul paseo nuevo, in inverno.